Essere e non Avere!

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Tutti abbiamo una mente ed un corpo, spesso però ci dimentichiamo di farli vivere in armonia, perché siamo ossessionati dalla necessità di avere ed apparire piuttosto che dalla gioia di essere.

Negli ultimi tempi, molto più che in passato, mi ritrovo con persone che prima d’iscriversi in palestra, chiedono lo sconto perché c’è la crisi, poi mi accorgo che i figli o loro stessi, hanno l’Iphone, l’Ipad, le Hogan, etc…. E allora mi chiedo; ma davvero l’avere o l’apparire conta più dell’essere? Non sarebbe meglio emozionarsi di fronte la semplicità e il miracolo della vita o per esempio, soffermarsi a guardare la meraviglia di un tramonto?
La bellezza della natura ci sollecita a stabilire contatti di vita ma non siamo più in grado di comprendere il suo linguaggio. Siamo pronti a prendere senza impegnarci per avere.
IMG_9969 Temo molto che possiamo perdere perfino le meravigliose sensazioni che solo l’amore sa donarci.
E’ necessario recuperare l’armonia tra corpo e mente e migliorare la qualità della nostra vita.
Fare attività fisica, magari in una palestra bella, accogliente, efficiente e professionale, come quella del “cuore”, lontani dallo stress e dalla freneticità che caratterizza la vita di tutti i giorni o pattinare sul ghiaccio alla pista del “Central” a Sant’Agnello, potrebbe essere un bell’inizio.
Potremo così riscoprire la nostra ricchezza interiore e cominciare ad essere piuttosto che apparire.
Sul web ho letto un racconto che mi ha colpito molto perche fa capire proprio come oggi viviamo: sembrerebbe che l’essenza vera dell’essere sia l’avere. Chi non ha nulla, non è nulla, invece è un piccolo universo che va tutelato.

Ecco il racconto di cui parlavo:
“Un padre ricco, volendo che suo figlio sapesse cosa significasse essere povero, gli fece trascorrere un po’ di tempo con una famiglia di contadini umili con sani valori.
Il bambino passò tre giorni e tre notti nei campi. Di ritorno in città, ancora in macchina, il padre gli chiese:
 che mi dici della tua esperienza?
 Bella, rispose il bambino.
Hai appreso qualcosa? Insistette il padre.
Il figlio allora rispose con una serie di pensieri e valutazioni.

  1. Abbiamo un cane; loro ne hanno quattro.
  2. Abbiamo una piscina con acqua trattata che arriva in fondo al giardino; loro hanno un fiume, con acqua cristallina, pesci, fiori colorati e diverse piante.
  3. Abbiamo la luce elettrica nel nostro giardino; loro hanno le stelle e la luna per illuminarli.
  4. Il nostro giardino arriva fino al muro; il loro, fino all’orizzonte.
  5. Noi compriamo il nostro cibo; loro lo coltivano, lo raccolgono e lo cucinano.
  6. Noi ascoltiamo cd; loro ascoltano una sinfonia continua di pappagalli, grilli e altri animali, tutto ciò, qualche volta accompagnato dal canto di un vicino che lavora la terra.
  7. Noi utilizziamo il microonde; ciò che cucinano loro, ha il sapore del fuoco lento.
  8. Noi per proteggerci viviamo circondati da recinti con allarme; loro vivono con le porte aperte, protetti dall’amicizia dei loro vicini.
  9. Noi viviamo collegati al cellulare, al computer, alla televisione; loro sono collegati alla vita, al cielo, al sole, all’acqua, ai campi, agli animali, alle loro ombre e alle loro famiglie.

Il padre rimane molto impressionato dai sentimenti del figlio. Alla fine il bambino conclude:
“Grazie per avermi insegnato quanto siamo poveri!”

In quest’ottica ogni giorno diventeremo sempre più poveri e ci preoccuperemo sempre di avere, avere e avere sempre di più, senza renderci conto che la ricchezza è dentro di noi , unicamente nel nostro essere.

IMG_0054 Non sono i beni materiali, per quanto numerosi, a determinare ciò che siamo, ma i valori che ci portiamo dentro e l’impegno che mettiamo nelle cose che facciamo.
Per vivere in armonia con sé stessi, con gli altri e con la natura dobbiamo essere ricchi dentro e non avere un grosso conto in banca.
I nostri giovani hanno bisogno di questo messaggio per convincersi che il ben-essere non è consumismo, ma è stare bene con la mente, con il corpo e con gli altri. La più grande ricchezza è questa, non certamente i beni materiali, come una Ferrari invece di una Fiat 5Central, che fra l’altro è bellissima!
Spesso, siamo così convinti che l’avere sia un modo per rimarginare le ferite nei rapporti tra le persone fino ad usarlo anche come mezzo per recuperare il rapporto con i propri cari.
Quanti litigi tentiamo di recuperare con un bel regalo anche se inutile?
Quanti genitori credono di rimettere tutto in ordine comprando ai figli un bel giocattolo pubblicizzato oltre misura, una maglietta firmata, le scarpe più fashion, lo scooter già a 14 anni o, come dicevo all’inizio, l’iphone?
A mio parere, non è così che si dimostra il bene ad un figlio, anzi, non si fa altro che accontentarlo al momento, per renderlo in futuro, insicuro e senza i valori di sacrificio, abnegazione, impegno, passione per il desiderio di conquistare qualcosa, dalla più semplice alla più grande.
Un uomo è ricco in proporzione alle cose di cui riesce a fare a meno, perché la gioia è in noi e non nelle cose che abbiamo.

“La gioia non è nelle cose…E’ in noi.” Richard Wagner

Di Ernesto Lupacchio

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