Colite a settembre. Ecco i consigli alimentari per sconfiggere i sintomi

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Il colon irritabile interessa circa il 15% degli italiani. La prima causa è l’ansia, ma il disturbo trae comunque beneficio da una dieta adatta.

Alcune sostanze prodotte sotto stress vanno ad agire sia sul cervello sia sul nostro intestino. Di conseguenza, tutto ciò che succede a livello cerebrale tende a ripercuotersi sulla funzionalità intestinale.
Se le terminazioni sensitive che innervano l’intestino sono particolarmente sensibili a questo tipo di stimoli, la persona ha un elevata probabilità di soffrire di colite. In particolare stress, collera trattenuta, intense emozioni, ansia ecc. possono andare a contrarre, anche con violenza, l pareti del colon, causando o aggravando i sintomi classici della colite.
Accanto ai fattori di natura psicologica, la colite può insorgere o aggravarsi anche a causa della dieta (ipersensibilità a determinati alimenti, stile nutrizionale inadeguato, povero di acqua o di fibre); del ciclo mestruale (l’intestino è piuttosto sensibile ai cambiamenti ormonali); delle alterazioni della flora intestinale, con aumento dei microrganismi patogeni; di un infestazione parassitaria cronica dell’intestino.

I carboidrati non devono mancare

Per quanto riguarda pane, pasta, riso, cereali e derivati, si possono tranquillamente mangiare: riso ben cotto (semintegrale o integrale nei periodi in cui la colite non è attiva, bianco o parboiled in fase acuta), semolino, fiocchi di mais, amaranto e quinta, patate cotte al forno o a vapore, grissini e cracker senza grassi, tapioca, fette biscottate e pane biscottato. Meglio evitare: pane bianco molto lievitato (sempre), pane integrale (in fase acuta), pane alla crusca (sempre) mollica di pane fresco, pane ai cereali (in fase acuta). Brioche e prodotti industriali da forno, merendine confezionate, biscotti di produzione industriale e patate fritte andrebbero sempre evitati, con qualche rara eccezione.

Le proteine che rigenerano il colon

Quelle migliori vengono dal mare
Il pesce è particolarmente utile nella dieta di chi soffre di colite, ma niente salmone affumicato, pesce fritto, ostriche e tutti i molluschi o i frutti di mare in genere. È meglio scegliere orata, branzino, sogliola, nasello, platessa, da lessare o cuocere alla griglia.
Quale condimento usare
Il più adatto è l’olio extravergine d’oliva, anche se può essere usato quello di semi di sesamo. È meglio invece bandire dalla tavola aceto di vino, aceto balsamico (se contiene caramello segnalato in etichetta con la sigla E150), pepe, peperoncino, senape, salse grasse e ketchup.

La dieta in presenza di colite dovrebbe essere ricca di proteine (prima fra tutte quelle del pesce e del pollo, ma anche coniglio e prosciutto cotto) e di acidi grassi insaturi per riformare le mucose intestinali danneggiate dalle fermentazioni e dagli attacchi ripetuti di diarrea e stitichezza.

La frutta su misura per te

La frutta non va eliminata dalla dieta ma se è cotta, anche brevemente, è meglio tollerata Non tutta la frutta va bene in presenza di colite. Meglio scegliere tra mele, pere, e pesche (ben mature e sbucciate) oppure frutta cotta. È meglio invece non mangiare frutta secca e oleosa, e consumare in quantità moderata: kiwi, melone, ciliegie, ribes, frutti di bosco, fichi, prugne secche e fresche, banane, albicocche, uva arance, pompelmi e agrumi in genere.

 

di Francesca Maresca

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