Ricettazione ed incauto acquisto. Quando comprare un oggetto diventa reato

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Acquistare un cellulare o altro credendo di aver fatto un buon affare e poi trovarsi i carabinieri sotto casa ed un invito a recarsi in caserma: è la spiacevole ma frequente situazione in cui vengono a trovarsi in molti dopo aver effettuato un acquisto,molte volte on line, di un prodotto creduto usato ma invece oggetto di reato.

Ma cosa si rischia legalmente se compriamo prodotti dalla illecita provenienza?
Và subito detto che acquistare oggetti di origine illecita, anche se inconsapevolmente, costituisce reato. Tutto dipende però dallo stato d’animo che si assume al momento dell’acquisto del bene ovvero dalla consapevolezza o meno dell’origine illecita del prodotto comprato.
In particolare le fattispecie delittuose configurabili sono quelle della ricettazione e dell’acquisto di cose di sospetta provenienza, disciplinate agli articoli 648 e 712 del codice penale.

Ricettazione quindi o incauto acquisto: qual è il discrimine tra le due fattispecie di reato?
Il reato di ricettazione – art. 648 CP – che sanziona la condotta di colui il quale al fine di procurare a sé o ad altri un profitto acquista, riceve od occulta cose provenienti da un qualsiasi delitto, con una pena che va da 2 a 8 anni di carcere e con una multa da 516 a10.329 euro, è caratterizzato dalla consapevolezza della provenienza delittuosa del bene, che non significa conoscenza dettagliata degli autori e delle modalità del reato presupposto, ma una semplice cognizione dell’origine illecita dell’oggetto, quale essa sia.
Il reato contravvenzionale del cosiddetto incauto acquisto – art.712 CP – sanzionato con l’arresto fino a 6 mesi o l’ammenda non inferiore a 10 €, è, invece, rappresentato dal mancato accertamento della legittimità dell’origine dei prodotti ossia dal sospetto che le cose da acquistare vuoi per la loro qualità vuoi per la condizione di chi le offre o per l’entità del prezzo provengano da un reato.
Si configurerà, pertanto, il reato di ricettazione tutte le volte in cui l’agente essendo consapevole della provenienza illecita del prodotto abbia comunque proceduto al suo acquisto mentre si risponderà della fattispecie meno grave dell’acquisto di cose di sospetta provenienza quando il soggetto abbia agito con negligenza nel senso che, pur sussistendo oggettivamente il dovere di sospettare della illecita provenienza del bene (ad esempio per il prezzo basso) egli abbia comunque colposamente effettuato l’acquisto.
In parole blande la condotta dolosa costituirà sempre ricettazione mentre quella colposa integrerà gli estremi dell’ incauto acquisto.
Attenzione, quindi, all’acquisto di prodotti pubblicizzati e messi in vendita a determinate condizioni sospette. Diffidate sempre degli oggetti che per le loro caratteristiche vengano offerti a prezzi bassi o ad altre dubbie condizioni; nel caso in cui si decida invece di procedere all’acquisto del prodotto desiderato, cercate di prendere il maggior numero di informazioni possibili sul vostro venditore facendovi rilasciare, ove possibile, una dichiarazione nella quale venga attestato che il prodotto in vendita non sia oggetto di furto o di altro reato. Tale scrittura potrebbe esservi utile nell’ipotesi di un’eventuale azione penale nei vostri confronti.
Ad ogni modo si consiglia di contattate prontamente un avvocato penalista di fiducia qualora, a seguito di un acquisto di un oggetto di illecita provenienza, si riceva l’invito a presentarsi in commissariato, onde evitare di “aggravare”la vostra posizione.

 

di Valerio Massimo Aiello

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