è la storia di due amici
allegri, spensierati e felici
che un giorno, camminando nel deserto,
mentre si parlavano a cuore aperto,
un certo argomento degenerò
e uno dei due l’altro schiaffeggiò.
Questi se ne fece una ragione
e non ebbe alcuna reazione
ma sulla sabbia, sereno e pacato
scrisse: “L’amico mio mi ha schiaffeggiato!”,
l’altro che lo strano gesto non capì,
non poco mortificato zittì.
Passato il negativo momento
il caldo dava loro grande tormento
e in un’oasi con uno stagno
decisero di fare il bagno,
lo schiaffeggiato rischiò d’annegare
ma l’altro subito l’andò a salvare.
Il salvato, ripresosi dallo spavento,
senza esitare, in un momento,
su una pietra liscia e appuntita
scrisse: “L’amico mio mi ha salvato la vita!”,
l’altro, come la volta precedente
restò di sasso senza dire niente.
Ma dagli strani gesti incuriosito
disse: “ amico, io non ho proprio capito,
il nesso non riesco a realizzare
e tu me lo devi spiegare”.
L’altro rispose: “E’ con vero piacere,
ma la realtà si poteva anche vedere”.
“Se qualcuno ci ferisce nella rabbia
lo dobbiamo scrivere sulla sabbia
perché il vento del perdono lo cancella
e la vita ci appare anche più bella”.
“Quando qualcuno ci fa del bene
scriverlo sulla pietra ci conviene,
è lì che l’Amore dice di farlo
perché nessuno mai potrà cancellarlo”.