Lettera di un vecchio al suo cane

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Nella mia vita mai avrei pensato,
adesso che sei vecchio e malato,
che a salutarti sarei stato io,
amato e fedele amico mio.

Che tu mi lasci non mi sembra vero
amico fedelissimo e sincero,
tu che per naturale abitudine
hai colmato la mia solitudine.

Ora con la mano vecchia e stanca
accarezzo la tua pelliccia bianca,
tu mi guardi con l’occhio spento
che produce in me dolore e pianto.

Anch’io ti guardo fissamente
e i ricordi tornano alla mente,
ti vedo cucciolo poi cresciuto
e quello che da te ho ricevuto.

Quando la perfida…mi trafisse il cuore
fosti tu a guarirlo col tuo amore,
lo guaristi con le tua capriole
che per me furon salutari parole.

Abbiam goduto giorni di felicità
ma lunghi periodi di povertà,
e quando a tavola non c’era niente
ci sosteneva l’amore solamente.

Io non ho conosciuto l’agiatezza
ma tu sei stato la mia ricchezza,
la tua compagnia è stata vitale
facendomi superare il male.

Ma ora che te ne sei andato
che ne sarà di me vecchio e malato,
chi al mio cuore darà conforto
ora che tu, amico mio, sei morto.

Ma la realtà, amico mio, è una sola
ed è la cosa che più mi consola,
tra non molto anche io ti seguirò
e felice con te mi ricongiungerò.

Cominceremo una vita novella,
sicuramente assai più bella
dove nessuno più ci dividerà
e staremo insieme per l’eternità.

Se rinascere fosse dato a me
accetterei ma solo se con te,
perciò, amico, grazie di cuore
perché mi hai dato solo amore.

 

di Salvatore Spinelli

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