Il percorso del paziente acufenico

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L’acufene o “tinnito” è la percezione di un suono che non origina da nessuna fonte sonora esterna. Il paziente può percepire l’acufene come uno scampanellìo, un ronzìo, un rombo, un sibilo o un tono di varia frequenza.
Recenti studi indicano un altissima incidenza di pazienti che avvertono acufeni dei quali una buona parte soffrono di acufeni frequenti, almeno una volta al giorno. In effetti:

  • Circa il 10/15% della popolazione mondiale avverte un acufene (1 su 5)
  • Circa il 3% soffre di un grado di acufene che necessita di attenzioni specialistiche
  • Circa l’85% di chi soffre di acufene, soffre anche d’IPOACUSIA (riduzione della capacità uditiva)
  • Secondo la ricerca Eurotrck 2012 la prevalenza all’acufene in Italia (auto dichiarato, occasionale o permanente) è del 33%.

Molti di coloro che hanno sofferto di episodi di acufene non riportano alcun effetto collaterale: in ogni caso, individui con acufeni clinicamente significativi lamentano il suo impatto fortemente negativo su vari aspetti della loro vita, tanto da richiedere un intervento clinico.
I pazienti con acufene identificano quest’ultimo come la fonte dei loro problemi riguardo l’udito, lo stile di vita, la salute e l’umore. Nello specifico le maggiori difficoltà sono la comprensione del parlato, disordini del sonno, difficoltà nelle relazioni sociali, mal di testa, depressione e perdita di concentrazione.
La percezione dell’acufene è ritenuta in stretta correlazione con cambiamenti nell’attività del sistema uditivo centrale che vengono percepiti come suoni. Nonostante ci sia un collegamento tra ipoacusia ed acufeni, non tutti gli individui con acufene soffrono anche d’ipoacusia (o viceversa). Molti dei fattori che contribuiscono all’insorgenza dell’ipoacusia sono in ogni caso gli stessi che contribuiscono all’insorgere degli acufeni. Ad esempio: esposizione a suoni molto intensi, traumi cranici, uso di alcuni farmaci o malattie dell’apparato uditivo molto o poco gravi. Vi sono altresì altre cause trattabili clinicamente quali tappi di cerume, otite media, disfunzioni dell’articolazione temporo-mandibolare o cardiovascolari che possono essere ragionevolmente associate alla comparsa di acufeni.
Detto questo vorrei proporvi la compilazione di un questionario sviluppato da Newman e colleghi nel 1996, il Tinnitus Handicap Inventory, studiato in modo specifico per la valutazione del paziente acufenico.
Dopo il primo approccio con il paziente, raccolta l’anamnesi tale questionario aiuta ad identificare le persone che sono infastidite dal tinnito e che potrebbero beneficiare di un trattamento adeguato. Assiste l’audioprotesista nello stabilire se il paziente può trarre giovamento da un counseling di base o piuttosto da una riabilitazione intensiva, aiuta ad identificare i problemi specifici attribuibili all’acufene (disturbi del sonno, mancanza di concentrazione…), ancora la riproposizione dello stesso durante il trattamento valuta l’efficacia dello stesso.
Clicca qui per scaricare il Tinnitus Handicap Inventory per valutare il grado dell’acufene.

 

 

di Tea Maione

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