Il SSN concede agli aventi diritto un contributo per l’acquisto di apparecchi acustici

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A fronte di una crescente e preoccupante frequenza di persone, non solo anziane, che denunciano ipoacusie di vario tipo, si assiste ad una sottovalutazione delle conseguenze che tale condizione, se pregressa e non affrontata tempestivamente, può costituire sul soggetto stesso e a livello sociale.
Il soggetto che presenta un deficit uditivo progressivo si isola socialmente, mentre il più delle volte basterebbe un’adeguata applicazione audioprotesica per migliorarne la qualità della vita e dei rapporti quotidiani. I problemi uditivi sono più vistosi degli apparecchi che li correggono: chiunque può notare gli atteggiamenti tipici di chi sente male, l’espressione ansiosa per non aver capito, la mano dietro l’orecchio, le risposte sbagliate. Viceversa, nessuno si accorge dei dispositivi miniaturizzati nascosti nell’orecchio, dietro il padiglione auricolare o nell’asta di normali occhiali.

Sul mercato è reperibile una scelta molto vasta di strumenti di grande tecnologia, che coprono quasi tutte le esigenze. Volendo classificare le diverse tipologie, fra le protesi acustiche tradizionalmente analogiche e quelle di ultima generazione a tecnologia digitale, una prima valutazione oggettiva è che le prime (costituite da un’unità amplificante ormai obsoleta) hanno grossi limiti e che l’uso rimane ormai ristretto a pochi casi di sordità dove il contenimento dei costi rimane l’esigenza primaria. La tecnologia digitale ha rivoluzionato l’approccio alle esigenze del paziente: tale protesi, un vero e proprio computer acustico miniaturizzato delle dimensioni di un fagiolo, può infatti adattarsi in modo raffinato garantendo una buona qualità di riproduzione vocale e sonora. La tecnologia digitale però richiede grandi investimenti e la sua applicazione richiede una profonda preparazione tecnica del personale, senza la quale si rischierebbe di vanificare le potenzialità offerte dalla tecnologia. Questi fattori incidono sul costo complessivo della protesi acustica, comunque la scelta dell’apparecchio acustico più idoneo è sempre secondaria alla tipologia e al grado (lieve, medio, grave o profondo) dell’ipoacusia: ad esempio, in presenza di una sordità severa non si deve abdicare ad esigenze meramente estetiche, cedendo all’opzione di un apparecchio acustico magari microscopico ma alla fine inefficace.

Molti pazienti possono avvalersi del contributo del Sistema Sanitario Nazionale per l’acquisto di apparecchi acustici.
Molto spesso sono io a rendere edotto il paziente su questo suo diritto. Per potersi avvalere del contributo per l’acquisto di apparecchi acustici, da parte del SSN si deve essere invalidi civili, e riconosciuti nel decreto ipoacusici. Chi non è in possesso di tale certificato di invalidità, ma ha i requisiti, deve farne richiesta seguendo un iter molto semplice.
Il medico di base compilerà un certifcato elencando tutte le patologie oltre all’ipoacusia, di cui il paziente è affetto, lo stesso medico invierà online il certificato all’INPS, per poi consegnarlo al paziente.
L’INPS provvederà tramite una commissione a valutare la richiesta e concedere l’invalidità emettendo un decreto in cui attesta la percentuale d’’invalidità spettante.

Ottenuto il decreto, se riconosciuta in esso l’ipoacusia media o grave che sia, il paziente può passare alla procedura per l’ottenimento di apparecchi acustici a carico del Sistema Sanitario Nazionale. Iter che esplicherò nel prossimo articolo.

 

di Tea Maione

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