Giovani e anziani possono garantirsi una migliore e lunga vita attuando una adeguata attività sportiva
Nei nostri articoli che mensilmente scriviamo su questo giornale e che riguardano prevalentemente problemi dell’apparato cardiovascolare abbiamo sempre sottolineato l’importanza che assume l’attività fisica, la ginnastica, la palestra, il nuoto o lunghe passeggiate per coloro che hanno avuto o che hanno problemi in questo campo.
Chi ha avuto problemi al cuore, come infarti, interventi operatori di rivascolarizzazione tipo By-pass aorto-coronarico o Angioplastica coronarica (con l’impiego del cosiddetto “palloncino” per la dilatazione della arteria coronaria occlusa) ed altre gravi situazione di interesse cerebrovascolare (Ictus) ne ricava un grande beneficio. Un periodo di Fisioterapia segue sempre alle dimissioni clinico-ospedaliere delle persone curate per queste patologie.
Oggi l’attività fisica o meglio quella sportiva sta avendo una notevole importanza non solo per la riabilitazione dopo una malattia cardiovascolare e neurovascolare, ma anche come una azione di prevenzione da quelle stesse malattie.
Gli effetti della ginnastica
V’è persino chi nel campo medico sostiene che attività sportiva è come una medicina. Ad esempio una adeguata ginnastica o lunghe passeggiate a passo svelto favoriscono l’abbassamento dei valori alti della Pressione arteriosa, come quelli della Glicemia nei diabetici per una migliore utilizzazione del Glucosio nel Circolo sanguigno.
Nella Rivista cardiologica (Circ Heart Fall 2015;8:1 5-7) è stato pubblicato un lavoro scientifico che conferma come l’esercizio fisico migliora la performans cardiorespiratoria nello scompenso cardiaco in particolari condizioni. Nello stesso lavoro scientifico è stato anche valutato positivamente l’effetto dell’allenamento sulla qualità della vita (Minnesota test). Identiche conclusioni sono state riportate recentemente da un’altra Ricerca, attuata per lungo tempo da studiosi italiani (Int. J. Cardiol.2015;201:293-299), riguardante la riduzione dell’incidenza di malattie cardiache con l’attività fisica e l’uso della dieta mediterranea nel corso della vita. I ricercatori hanno seguito 1.677 soggetti maschili di età 40-50 anni, indenni da malattie cardiovascolari, sino ai 90 anni.
L’impegno cardiovascolare
E’ ormai ben chiaro nel campo medico che attività sportiva, in rapporto all’impegno muscolare, è in grado di modificare condizioni di vari organi e apparati, volti a rispondere alle maggiori esigenze metaboliche sotto sforzo.
Si tratta di modifiche che non hanno nulla di patologico, cioè di malattia. Oltre ad un impegno muscolare e osteoarticolare, che varia dal tipo di sforzo eseguito, gli apparati che maggiormente vengono sollecitati e interessati sono quello respiratorio ed in gran parte quello cardiovascolare.
Il cuore può avere un ingrandimento dell’organo (Cuore di atleta) e una riduzione della frequenza cardiaca a riposo (eventi frequenti specie in chi pratica attività agonistica). In tali casi si può avere contemporaneamente un aumento di calibro del circolo coronarico.
Le attività sportive
L’attività fisica viene ad interessare tutto il mondo dello Sport con i suoi vari aspetti e con i suoi “livelli”. V’è una attività ludico-motoria, quella praticata da persone non tesserate con la Federazione Sportiva o Enti di promozione sportiva.
Il suo scopo è di mantenere il benessere psico-fisico: nuotare in piscina, giocare a tennis, a calcetto, andare in palestra, camminare per boschi o in montagna, costituiscono una attività motoria amatoriale per ragazzi ed adulti. Una seconda attività sportiva, quella agonistica, riguarda coloro che praticano uno sport in modo continuativo ed esclusivamente in modo organizzato dalle Federazioni sportive nazionali e i Giochi della Gioventù.
Infine v’è un’attività non agonistica che coinvolge circa il 99 % delle persone (adulti e ragazzi) e comprende attività sportiva in ambito scolastico, tesserati ad una Federazione oppure ad un Ente di promozioni sportive.
Il certificato medico
Le disgrazie che negli ultimi tempi si sono verificate con il decesso improvviso di atleti e giovani sportivi sui campi di gioco ha messo in allarme non solo il mondo sportivo ma anche quello governativo con decisioni di obbligare coloro che praticano uno sport – a secondo del livello – di una certificazione sullo stato di salute. Importante è anche la obbligatorietà di avere sui campi di gioco Unità Mediche di Rianimazione. Sono stati emanati a tal proposito vari Decreti ministeriali.
Attività sportiva agonistica è regolata dal Decreto del 18 febbraio 1982, che impone agli atleti una serie di accertamenti cardiologici (visita, elettrocardiogramma a riposo e dopo sforzo, ecocardiogramma, eventuali altre indagini) e la certificazione di buona salute redatto da un Medico specialista in Medicina dello Sport.
Per l’attività ludico-motoria non è richiesta la certificazione medica. Tuttavia alcune Strutture sportive (Piscine, Palestre) chiedono la certificazione del Medico (quello di famiglia va bene) per tutelarsi. La necessità della certificazione medica è invece per coloro che praticano un’attività non agonistica ma organizzata nell’ambito scolastico, tesserato presso una Federazione o un Ente di promozione dello Sport. Occorre in tal caso una certificazione del medico specialista in Medicina dello Sport.