In seguito a nuovi studi il colesterolo va combattuto con i farmaci in rapporto ai danni provocati o che possono essere provocati al cuore.
Più i dati positivi che negativi delle nuove medicine
I sospetti sul colesterolo furono affacciati al mondo scientifico sin dal 1775 dal ricercatore tedesco Haller, che dimostrò come spremendo le cellule delle arterie indurite e ristrette fuoriusciva una sostanza grassa e giallastra, che risultò essere colesterolo, lo stesso trovato nelle placche arteriosclerotiche provocate nei conigli e nelle persone ammalate.
Nel 1913 due ricercatori russi, Anitschow e Chalatow, fecero mangiare del colesterolo puro a conigli e trovarono che nella parete interna della loro Aorta erano insorte dopo qualche mese delle lesioni simili a quelle che si verificavano nei soggetti morti per aterosclerosi.
Malgrado queste ricerche antiche queste scoperte non destarono alcuna attenzione sino a quando negli anni 1950 e seguenti l’infarto miocardico balzò al primo posto come causa di morte in tutto il mondo.
Ne è derivato che negli anni seguenti chiunque aveva un aumento della colesterolemia (valori superiori ai 200 mg per decilitro di sangue) veniva considerato un soggetto a rischio e quindi sottoposto a trattamento con vecchi e nuovi farmaci contro il colesterolo.
Prevalentemente usati da vari anni sono vari tipi di farmaci denominati Statine, utilissimi nel ridurre i valori del colesterolo nel sangue, ma anche costosi e ammessi gratuitamente anche dal Sistema Sanitario Italiano e secondo alcuni dati statistici hanno contribuito non poco alla spesa delle Casse regionali.
I tipi di Colesterolo
Il colesterolo in gran parte, circa i due terzi, viene prodotto da noi stessi ed un terzo dai cibi che ingeriamo, specie alimenti di origine animale. I grassi, compreso il colesterolo, circolano nel sangue conglobati in elementi definiti come Lipoproteine. Queste sono delle particelle con un centro lipidico (fatto da grassi) avvolto da un guscio di sostanza proteica. In questo modo i grassi raggiungono i vari organi. Per la loro densità queste Lipoproteine sono state distinte in HDL, Lipoproteine ad alta densità, e in LDL, Lipoproteine a bassa densità.
Le prime HDL, definite anche come “colesterolo buono”, sono considerate “spazzini” del sangue perchè nelle arterie prelevano il colesterolo e lo portano al fegato, che poi lo elimina per le vie intestinali. Le LDL, definite come “colesterolo cattivo”, in eccesso vanno incontro a modificazioni strutturali e si depositano sulle pareti dei grossi e piccoli vasi arteriosi, Aorta e Coronarie. In un soggetto normale il colesterolo totale deve essere inferiore a 200 milligrammi per decilitro di sangue; il colesterolo “buono” (HDL) superiore ai 50 mg/dl; il colesterolo “cattivo” (LDL) inferiore a 130 mg/dl; i Trigliceridi fino a 200 mg/dl.
Sono valori che se accompagnati a condizioni particolari (cosiddetti Fattori di rischio) come sovrappeso, obesità, fumo di sigaretta, diabete, sedentarietà e ipertensione arteriosa, il colesterolo totale e quello “cattivo” devono essere ulteriormente ridotti.
Gli effetti delle Statine
Dopo anni di studi ed applicazioni terapeutiche di vari farmaci gli unici nella cura di soggetti con colesterolo elevato nel sangue sono stati le Statine. Il ricercatore giapponese AKIRO ENDO fu quello che mise a punto questo farmaco, che ha la capacità di bloccare una sostanza (Enzima) indispensabile per la formazione del colesterolo. Tuttavia talvolta questa cura – che molte volte deve durare per molti anni (come per la Dislipidemia familiare) – può determinare delle complicazioni a carico della muscolatura (Miopatia). La sintomatologia è caratterizzata da dolori ai polpacci delle gambe come primo segnale di questa complicanza.
Insieme alla terapia farmacologica è indispensabile attuare anche una particolare dieta (tipo Mediterranea) evitato grassi, come il burro, lo strutto, grassi animali in genere. Inoltre una attività motoria (Palestra o lunghe passeggiate a passo svelto).
Gli studi nel mondo
Per una precisa valutazione degli effetti positivi ed eventualmente negativi dei farmaci usati negli scorsi anni sono stati realizzati molti studi con diversi tipi di Statine. Particolare attenzione ha meritato lo studio HPS (Heart Protection Study), che ha incluso ben 20.530 pazienti con alto rischio e non di eventi vascolari per la durata di undici anni. E’ stata una indagine, forse la più grande al mondo, condotto per la riduzione del colesterolo ed ha fornito la migliore dimostrazione della sua utilità sia nei soggetti con alti valori di colesterolo che in quelli con normali livelli. In tutte le persone che assumevano Statine è stata notata già dopo i primi cinque anni di trattamento una riduzione di un terzo di infarti ed ictus. Da tutte queste ricerche è venuta fuori la grande utilità di questi farmaci sia per le persone con alti livelli di colesterolo e alto rischio di eventi cardiovascolari, ma anche per coloro con valori normali di colesterolo totale, ma con elevati valori del colesterolo LDL (quello cattivo).
L’incidenza di complicanze da uso delle statine è molto ridotto al confronto del benefici.