Le immersioni richiedono molta preparazione. Chi improvvisa si espone a seri pericoli
A distanza di qualche giorno hanno perso la vita quattro subacquei: domenica 10 agosto alle isole Formiche, vicino Grosseto, muoiono tre subacquei; un quarto sub viene soccorso in tempo e ricoverato nella Camera iperbarica con prognosi riservata.
Il giorno dopo, 11 agosto, altro incidente a Capri, a Punta Carena, un sub genovese di 58 anni durante un’immersione si è sentito male e solo per l’immediato intervento dei soccorritori è andato meglio. E’ stato ricoverato subito nella Camera iperbarica al Santobono di Napoli. Lo stesso giorno sulla Costa degli Infreschi, tra Marina di Camerota ed Ascanio, muore un sub napoletano, Giancarlo Parlati, ritenuto subacqueo di grande esperienza. Già il 26 giugno di quest’anno, sempre lungo la Costa degli Infreschi, ha perso la vita il milanese Pierluigi Daccani, di 71 anni. Per gli esperti di discese marine questa costa non offre grandi difficoltà, ed è ritenuta poco pericolosa. Molto insidiosa, specie per le sue grotte sottomarine, è invece ritenuta la Grotta degli Occhi della vicina Palinuro, dove lo scorso anno morirono quattro sub. Quali le cause di questi improvvisi malesseri, per i quali – se non si interviene tempestivamente – può seguire un esito infausto? In genere dovrebbe essere esclusa qualsiasi condizione di malattia precedente all’evento, come quella cardiaca o polmonare o altro.
Le certificazioni specialistiche
E ciò perchè per l’aspirante sub prima di iniziare questa attività sportiva presso qualsiasi Centro Subacqueo occorrono necessariamente controlli medico-specialistici, in particolar modo quello cardiologico e di Medicina subacquea, con certificazioni che affermano le buone condizioni di salute. Pertanto la considerazione di un precedente stato morboso, responsabile dei tragici eventi verificatisi nel passato e recentemente, viene esclusa in particolar modo perchè trattasi di avvenimenti che hanno colpito contemporaneamente anche più persone. Infatti gli esami autoptici e quelli sulle attrezzature usate dai sub deceduti alle Formiche hanno dimostrato che sono morti per aver inalato un gas tossico, il monossido di Carbonio, erroneamente immesso nelle bombole per la respirazione.
Gli incidenti dei sub
Se si escludono questi tragici errori o condizioni momentanee di malessere v’è da pensare quindi a tutta una serie di incidenti che questo tipo di sport può causare. La maggior parte degli infortuni nelle profondità marine si verifica allorchè i sub, per inesperienza o per eccessiva confidenza, non si attengono alle basilari norme di sicurezza. Così i Barotraumi dell’orecchio, la narcosi da azoto, la malattia da decompressione ed embolia gassosa arteriosa sono i più frequenti e principali incidenti che possono verificarsi. I Barotraumi dell’orecchio si verificano per le variazioni della pressione esterna dell’acqua, che aumenta man mano che si scende in profondità, e la pressione interna dell’apparato uditivo. La membrana del timpano che separa le due pressioni se non v’è compensazione tra le due pressioni, con adeguata tecnica respiratoria, tende a rompersi. V’è un iniziale e crescente dolore all’orecchio, con penetrazione poi di acqua all’interno.
Durante la risalita le condizioni pressorie si invertono. La narcosi da azoto, detta anche “ebbrezza da profondità”, è dovuta all’improvviso aumento parziale della quantità di azoto che si respira dalla miscela delle bombole e che passa nel sangue. Con la discesa in profondità questo fenomeno può aumentare e contemporaneamente si innalza la percentuale di azoto trasportato nel circolo sanguigno.
Ciò comporta sensazione di leggerezza mentale, riduzione di riflessi ed euforia.
La malattia da decompressione
È l’evenienza più nota e temuta. E’ dovuta alla formazione di bolle di azoto in varie parti del corpo, con sintomi diversi a seconda della zona colpita (otovestibolari, osteoarticolari e neurologici). Altro incidente, l’embolia gassosa arteriosa, è dovuto ad una improvvisa ostruzione di arterie da parte di bolle di azoto.
Se si verifica alle coronarie ne segue un immediato infarto cardiaco; al cervello perdita di coscienza e convulsioni. Per queste forme urge l’immediato ricovero in Camera iperbarica, dove l’Ossigeno che si respira con una pressione superiore a quella atmosferica riesce a liberare gli ostacoli causati dalle bolle di azoto e riportare la normale circolazione. In genere chi pratica attività subacquea conosce questi pericoli e sa anche quali sono i primi sintomi per poter ovviare alle gravi conseguenze.
Immergersi in sicurezza
Evitare il fai da te osservando queste regole: fare le immersioni solo dopo di aver frequentato un adeguato corso preparatorio e non vi siano controindicazioni (malattie, ansia, attacchi di panico); mai immergersi da soli; pianificare l’immersione e controllare l’efficienza e affidabilità delle attrezzature; rispettare le profondità consentite dal grado di preparazione; infine al primo accenno di malore iniziare la risalita. Secondo le regole quando si risale da grandi profondità occorre effettuare varie soste (tappe di decompressione) per il riequilibrio dei gas nel sangue. Anche per questo sport vige la regola: prevenire meglio che curare.