Studiosi hanno evidenziato i danni che questi grassi possono arrecare al cuore
Negli articoli dei mesi scorsi ci siamo spesso occupati dei danni prodotti dal Colesterolo in abbondanza nel sangue, della susseguente formazione di placche ateromatose (costituite da grassi e calcificazioni) che poi bloccano le grosse arterie e quelle piccole, come le coronarie del cuore. In tal caso provocano processi occlusivi alla circolazione arteriosa centrale e periferica. Al cuore prima con dolori al petto (angine) e poi l’infarto. Al cervello con disturbi vari sino all’ictus. Oggi con i nuovi studi responsabile di queste gravi alterazioni non è solo il Colesterolo ma anche i Trigliceridi, sino a poco tempo negato da gruppi di studiosi.
Cosa sono i Trigliceridi
I Trigliceridi sono dei grassi. Si trovano nell’olio vegetale e nel grasso degli animali. Come il colesterolo vengono immessi nell’organismo con gli alimenti che ne sono particolarmente ricchi e vanno a costituire la parte superficiale delle molecole grassose che circolano nel sangue. Gran parte di queste sostanze, come tutti i grassi, nelle ore successive ai pasti vengono prelevati a mezzo di una sostanze enzimatica, che funge da spazzino del sangue (il cui nome scientifico è Lipoprotein-lipasi) e avviati al fegato e quì poi rielaborate. Tuttavia non sempre è possibile ottenere l’eliminazione di questi elementi grassosi dal circolo arterioso in quanto un certo tipo di Trigliceridi è costituito da una proteina chiamata Apoliproteina C3 (Apo C3), che si trova sulla parte superficiale dell’elemento grassoso e impedisce l’azione dell’enzima-spazzino. Tutto ciò favorisce i depositi di grasso sulle pareti delle arterie, la formazione delle placche ostruenti la circolazione, con le gravi conseguenze che conosciamo.
La scoperta italiana
Da anni un gruppo di studiosi dell’Università di Verona, che fanno parte di un Consorzio Internazionale di Ricerca, coordinato dall’Università di Harvard, si sta occupando di tutti questi problemi riguardanti i Trigliceridi, facendo un poco di chiarezza e delle interessanti scoperte. Questo Gruppo internazionale di studi ha messo anche in evidenza la cosiddetta Mutazione genetica (la possibilità di modificazioni nel corso delle successive riproduzioni) da parte dei Trigliceridi. Si avrebbe una particolare condizione per cui queste mutazioni genetiche porterebbero ad una riduzione del numero degli stessi elementi nel sangue. Pertanto i portatori di questa mutazione avrebbero circa il 40 per cento in meno di Trigliceridi al confronto dei non portatori di tale condizione. Il beneficio è quindi la riduzione del rischio cardiovascolare per coloro che ne hanno una quantità molto bassa.
I Trigliceridi Killer
In base a quanto è stato ricordato prima si può evidenziare che in realtà anche per questi elementi grassosi si può parlare di Triglicerdi “buoni” e quelli “cattivi”, meglio ancora definire questi ultimi come killer.
Infatti la presenza di quelli “protetti” dalla Apo C3 non vengono eliminati dall’enzima-spazzino e pertanto si avrà un aumento notevole di questi elementi nel sangue in percentuale con gli altri componenti. In gran numero possono arrecare danni alle arterie e al cuore. I Trigliceridi “buoni” sono quelli che invece soccombono alla pulizia del sangue ed in piccola quantità rappresentano la parte residua e non possono arrecare alcun danno. Dal punto di vista pratico allorchè i Trigliceridi all’esame del sangue superano i 200 mg/dl nel sangue occorre attuare una particolare dieta alimentare, evitando cibi molto grassi ai pasti, dando la preferenza a carne di tacchino, pollo, al pesce azzurro, agli oli di oliva e di arachidi, alle fibre in genere, effettuando un sistema di vita adeguato alla nuova situazione. Molto consigliata un’attività fisica giornaliera (palestra, ginnastica, lunghe passeggiate a passo svelto) come abbiamo spesso consigliato.
Tutto questo agisce favorevolmente in tali situazioni. Non danno invece alcuna preoccupazione i Trigliceridi che sono al di sotto dei 200 mg/dl ai vari controlli di sangue che vengono effettuati nel tempo.
La prevenzione e cura
Nei casi di aumento dei Trigliceridi occorre attenersi ad una adeguata prevenzione per evitare l’ulteriore aumento del rischio cardiovascolare. Bisogna perciò evitare che altri cosiddetti Fattori di rischio si aggiungano, come l’aumento del Colesterolo (specie quello cattivo LDL), il fumo di sigaretta, l’ipertensione arteriosa non controllata, il diabete scompensato, l’obesità ed il sovrappeso. La terapia medica oggi mira ad evidenziare nel sangue oltre che la quantità di Trigliceridi in particolar modo quella delle Apolipoproteina C3 (Apo C3), costituenti dei veri killer per il cuore. Così come per il Colesterolo aumentato, per cui oggi vengono proficuamente impiegate le Statine (altri sono i nomi dei preparati farmaceutici) che ne abbassano i valori, anche per i Trigliceridi la Medicina, e per essa la Farmacologia, sta mettendo a punto dei farmaci adatti allo scopo. Farmaci antinucleotidi, mirati proprio come anti-Apo C, sono stati già impiegati prima sperimentalmente ed ora occorre valutarne l’efficacia sui pazienti e nel tempo. Questi nuovi farmaci bloccano a monte la riproduzione degli elementi-killer.