Onde d’urto radiali

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Proseguiamo il nostro discorso sull’uso degli elettromedicali di cui il fisioterapista può avvalersi con le onde d’urto radiali.
Le onde d’urto radiali sono una tecnica più recente rispetto alle onde d’urto focalizzate, le prime hanno trovato applicazione dal 2000, le seconde già erano presenti negli anni ’90.
Le onde d’urto radiali vengono generate da un sistema pneumatico che accelera ad alta velocità un proiettile verso una testina di emissione e le onde acustiche sono diffuse sulla zona bersaglio in maniera radiale (sferica), con rapida dispersione della pressione e ampio volume di trattamento. Le onde radiali sono in grado di sviluppare densità di energia medio-basse (sotto 0,3 MJ/MM2) e pressioni dell’ordine di 1-5 Bar, con questi valori è possibile trattare patologie fino ad una profondità di 30-35 mm. Gli impulsi pressori prodotti dalle onde d’urto radiali sono capaci di indurre, a livello delle zone colpite:

  • • riduzione della flogosi locale;
  • • neoformazione di vasi sanguigni;
  • • riattivazione dei processi riparativi.

Tali effetti sono solo in parte dovuti ad un meccanismo di azione diretto (distruzione meccanica degli aggregati inorganici come sostenuto dagli urologi o comunque impatto pressorio sulle strutture biologiche), dal momento che sono soprattutto mediati da alcuni fenomeni fisici conseguenti al passaggio dell’onda nel tessuto colpito. Non vanno confusi tali effetti con quelli delle onde d’urto focali (che possono effettuare solo i medici) di disgregazione delle strutture cristalline patologiche, riassorbimento dei frammenti e osteoinduzione.

Modalità di trattamento

Il manipolo erogatore viene posizionato sulla cute a livello della regione corporea da trattare, con interposizione di un gel conduttore o di un interfaccia protettiva.
Le testine di emissione sono di diverso diametro e sono dell’ordine dai 6 ai 15mm. Vi sono due modalità di erogazione:

  1. Modalità a singoli impulsi: è utilizzata nelle patologie ben localizzate, con il manipolo erogatore fisso sul punto doloroso.
  2. Modalità continua: è possibile spostare il manipolo erogatore per trattare patologie non ben localizzate o interessanti più strutture adiacenti.

Generalmente vengono erogati dai 2000 ai 6000 colpi a seduta, per un totale di sedute variabile da 1 a 12, a cadenza settimanale o bisettimanale.
La terapia a onde d’urto radiali è indicata prevalentemente nelle tendinopatie inserzionali con o senza calcificazioni, nelle sindromi dolorose miofasciali con presenza di punti dolorosi (trigger points e tender points) e nel trattamento di patologie acute e croniche secondo i punti dell’agopuntura.

Effetti collaterali

Ecchimosi ed arrossamenti sono gli effetti collaterali più frequenti.
E’ bene precisare che nel caso le esigenze terapeutiche siano di usare l’alta energia, o di trattare selettivamente i tessuti interessati dalla patologia e non quelli circostanti, solo le onde d’urto focalizzate consentono di rispondere a tali finalità. Non si deve intendere in alcun modo che le onde d’urto radiali siano un superamento delle onde d’urto focalizzate; a riprova di questo esistono nuove apparecchiature che rendono disponibili entrambi i trattamenti.

 

di Daniele Grieco

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