Adesso stai attento!!!

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Colpisce una percentuale compresa tra l’1 e il 5% della popolazione infantile, con una diffusione tre volte superiore in soggetti di sesso maschile: è l’A.D.H.D, più noto come disturbo dell’attenzione e dell’iperattività.
Risulta accertata la familiarità del deficit attenzione iperattività e la sua origine biologica, individuata in uno squilibrio di alcuni neurotrasmettitori (vale a dire le sostanze che consentono la comunicazione cellulare).
La ricerca ha identificato, inoltre, alcuni fattori di rischio, primi tra tutti la prematurità alla nascita e l’esposizione a elevate quantità di pimbo nella prima infanzia.
Il disturbo si modifica con la crescita. Entro i sei anni domina l’iperattività; non si tratta di bambini solo vivaci, ma soggetti in perenne stato di agitazione, con alterazione dei ritmi sonno-veglia. Il continuo movimento, talvolta afinalistico, può arrivare a compromettere la loro quotidianità ed i rapporti sociali. La brevità dei tempi attentivi causa sovente deficit di memoria e alterazioni nell’acquisizione del linguaggio.
Generalmente con l’inserimento alle elementari si assiste ad una riduzione dell’iperattività e si fa più evidente il deficit di concentrazione e mnemonico, con marcate difficoltà a mantenere attive le risorse cognitive dall’inizio alla fine di un compito.
Fortemente carente l’apprendimento didattico. Durante il periodo scolare sono frequenti, inoltre, alterazioni del comportamento: spesso oppositivi e provocatori, entrano in conflitto con l’adulto e si isolano dai coetanei.
Nell’adolescenza il deficit attenzione iperattività assume caratteristiche ancora differenti, fino alla completa risoluzione spontanea nel 50% dei casi. La persistenza del disturbo in quest’epoca sfocia in importanti alterazioni della condotta, con comportamenti antisociali, spesso uso di sostanze stufacenti o gioco d’azzardo.
L’ADHD espone bambini e adolescenti all’insuccesso in due ambiti fondamentali per lo sviluppo: le prestazioni scolastiche e le relazioni interpersonali.
L’aumento dei tempi attentivi, delle capacità mnemoniche, la risoluzione del deficit di linguaggio e/o di apprendmento rappresentano gli obiettivi del trattamento logopedico.
La diagnosi precoce ed un approccio terapeutico tempestivo (talvolta anche farmacologico) sono ad oggi gli unici strumenti possibili per interrompere la catena evolutiva dell’ l’A.D.H.D e prevenire il deficit scolastico e sociale.

 

di Mariarosaria D’Esposito

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