Il Disturbo Specifico del Linguaggio è tra le logopatie di maggiore incidenza in età prescolare, tra i 2 e i 7 anni.
Il termine “specifico”, in antitesi ad un ritardo “globale”, indica come il deficit sia unicamente legato al linguaggio espressivo o recettivo-espressivo, non associato ad alterazioni cognitive, relazionali o sensoriali.
I fattori che possono essere alla base di uno sviluppo anomalo del linguaggio sono molteplici: dalle malattie genetiche, a quelle neurologiche, ai deficit sensoriali.
Nel DSL, invece, si verifica un ritardo nello sviluppo linguistico, in assenza di cause note. Per questo motivo viene definito “puro”. Analizziamo da vicino le competenze verbali nel DSL. L’enorme eterogeneità dei quadri non è data solo dal diverso grado di severità del deficit, quanto dalla possibilità che risultino alterati uno o più componenti del linguaggio.
- Livello fonologico: la compromissione può spaziare dalla semplice alterazione della pronuncia di qualche consonante, ad una produzione pluridislalica, di cui risulta impossibile l’intellegibilità
- Livello morfologico: le carenze possono essere limitate all’omissione di alcuni elementi sintattici, fino alla contrazione dell’intero enunciato nella frase monotermine.
- Livello semantico: l’inadeguatezza del vocabolario risulta pressoché costante, come le competenze narrative e la capacità di decodifica dei messaggi verbali complessi.
La FLI (Federazione Logopedisti Italiani) fornisce alcune semplici e schematiche indicazioni, rivolte ai genitori, per monitorare lo sviluppo linguistico del bambino ed analizzarne le competenze in rapporto all’età.
In rapporto alla capacità comunicativa, il piccolo deve:
dalla nascita ai 3 mesi
- sorridere quando vede la madre
- piangere in maniera differente a secondo del bisogno
- iniziare a produrre i primi suoni vocalici
da 4 a 6 mesi
- iniziare la lallazione, con la comparsa delle prime consonanti (p, b, m)
- esprimere gioia o fastidio attraverso i vocalizzi
da 7 mesi ad un anno
- compare la lallazione complessa
- utilizzare i suoni per attirare l’attenzione
- utilizzare i gesti per comunicare
- iniziare a produrre le prime parole
da 1 a 2 anni
- il numero delle parole prodotte aumenta di settimana in settimana
- strutturare domande composte da una o più parole
- combinare due o più parole (“mamma pappa”)
- usare diversi suoni consonantici
da 2 a 3 anni
- utilizzare combinazioni di tre o più parole
- si espande l’inventario dei suoni
- richiamare l’attenzione sull’oggetto che vuole
- far comprendere le proprie richieste alle persone che gli sono accanto
Circa le capacità di ascolto e comprensione, il bambino deve essere in grado di:
dalla nascita a 3 mesi
- sentire i suoni forti
- sorridere o tranquillizzarsi quando si parla con lui
- smettere di piangere quando sente la voce materna
- aumentare o ridurre la suzione in risposta ad un suono
da 4 a 6 mesi
- reagire ai cambiamenti di tono dell’adulto
- prestare attenzione alla musica ed ai giochi sonori
da 7 mesi ad un anno
- essere interessato a canzoncine e filastrocche
- volgere lo sguardo verso la sorgente sonora
- riconoscere parole semplici
- comprendere richieste/domande semplici come “vieni?”, “ne vuoi ancora?”
da 1 a 2 anni
- indicare le diverse parti del corpo quando vengono denominate
- eseguire semplici richieste come “manda un bacio alla mamma!”
- ascoltare semplici filastrocche
- indicare i disegni su un libro, quando denominati
da 2 a 3 anni
- comprendere le differenze tra contrari (“sopra-sotto”, “avanti-dietro”, etc)
- eseguire due richieste insieme (“prendi la bambola e mettila nella cesta dei giochi”)
- ascoltare storie sempre più lunghe e complesse
La diagnosi e l’intervento precoce, in caso di DSL, non solo favoriscono uno sviluppo linguistico e quindi sociale adeguato e sereno, ma scongiurano le future difficoltà di apprendimento ad esso conseguenti.