I disturbi del linguaggio ed intervento psicomotorio nel bambino tra i 3 e 5 anni – II parte

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Lo scorso mese abbiamo parlato dell’importanza nello sviluppo del linguaggio del gioco, della socialità e dell’imitazione, dell’organizzazione dello spazio e del movimento. Questa volta soffermeremo la nostra attenzione sullo schema corporeo, le sequenze, l’attenzione e memoria e infine sul ritmo.
Per schema corporeo si intende la percezione di sé, la consapevolezza del proprio corpo, la percezione delle sue parti e la posizione di queste nello spazio. Grazie a queste capacità possiamo immaginare un movimento prima di compierlo.
Lo schema corporeo è inteso come rappresentazione del corpo umano, conoscenza che trova la sua espressione nel disegno. Giocando con le varie parti del corpo si denominano, si cantano filastrocche ecc. Con giochi senso-motori si denominano anche gli animali. Attraverso questi giochi si insegnano i nomi delle parti del corpo, degli animali ecc…. quindi si stimola il linguaggio.
Le sequenze sono una successione ordinata di elementi diversi: visiva, sonora, verbale e motoria. Attraverso la stimolazione di quest’area, i bambini vengono aiutati a organizzare e ordinare una serie di eventi, attività, movimenti ecc… quindi si stimola il bambino a sviluppare la capacità narrativa, a ragionare sui collegamenti temporali e causali e ad organizzare il racconto. Durante la terapia si propongono giochi di sequenze di immagini, di forme e colori da riordinare, collane di perle ordinate per forme e colori. Sequenze di percorsi motori, grafici ecc..
L’attenzione è il processo con cui si selezionano alcuni stimoli, eliminando dal campo tutto ciò che non sono pertinente ad essi, sostenendo lo sforzo per il tempo necessario. La memoria è la capacità di trattenere nella mente nozioni e concetti, per poi rievocarli al momento giusto. La memoria è condizionata dall’attenzione e dalla volontà di apprendere, quindi per avere una buona memoria bisogna acquisire il concetto attraverso il processo attentivo, fissarlo nella memoria e rievocarlo quando se ne ha bisogno. Durante il primo anno di vita lo sviluppo della memoria riguarda principalmente la coordinazione e i movimenti del corpo.
Dai 3 ai 6 mesi i bambini riconoscono i volti delle persone che li accudiscono, dal sesto mese cominciano a ordinare in categorie oggetti, volti.
A 2 anni conservano numerose informazioni sulle esperienze fatte in precedenza. Successivamente si sviluppa la memoria legata alle immagini mentali, i ricordi. Intorno ai 4\5 anni si sviluppa la memoria semantica o linguistica. Intorno ai 5\6 anni possono concettualizzare i ricordi rievocarli. Stimolare queste capacità è importante perché durante lo sviluppo sono implicate in numerose attività quotidiane e scolastiche: apprendere il linguaggio, la lettura, comprendere i testi infine il ragionamento matematico. Durante la terapia psicomotoria attraverso i giochi si stimola l’attenzione uditiva e la memoria non verbale attraverso: riproduzione di suoni, gioco del silenzio-sonorità, memory, cosa manca? Ecc…
Il ritmo i bambini sono attratti istintivamente dal ritmo musicale. Già a 2 anni si muovono con piacere al ritmo di una melodia. Il ritmo permette al bambino di imitare il linguaggio quando ancora non è in grado di imitare le parole. L’orecchio percepisce il linguaggio come alternanza e la successione di suoni e pause, di suoni più o meno intensi. Il ritmo ha anche una rappresentazione mentale: avere non avere, il senso del ritmo regolare , costante, continuo, intermittente, lento, veloce… udire non è solo un fenomeno fisico ma anche psicologico e mentale, poichè implica l’integrità dell’organo percettivo, ma anche le modalità emotiva e cognitiva in cui viene percepito.
La discriminazione dei suoni è uno dei prerequisiti per lo sviluppo del linguaggio. Durante la terapia si possono effettuare giochi di riconoscimento dei suoni nell’ambiente, degli strumenti musicali. Corsa a ritmo di tamburello, movimenti al ritmo di suoni diversi, melodie diverse… Molto spesso i bambini con disturbi del linguaggio, ritardo nel linguaggio sono carenti in queste aree, pertanto sarebbe opportuno iniziare con un approccio psicomotorio per poi permettere alla logopedista di poter lavorare in modo più sereno.

 

di Daniela Caiafa

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