I disturbi del linguaggio ed intervento psicomotorio nel bambino tra i 3 e 5 anni

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Molti autori hanno studiato e descritto lo sviluppo dei bambini tra i 3 i 6 anni. Descriviamo le principali competenze psicomotorie, cognitive e linguistiche che caratterizzano i bambini di 3 anni, successivamente affronteremo i bambini di 4 e 5 anni.
A 3 anni il bambino cammina, corre, ha uno schema crociato completo, aggira ostacoli mentre corre, e in grado di variare la velocità e di fermarsi improvvisamente, spinge grossi materiali, sale e scende le scale con i piedi alterni, si arrampica sui giochi, calcia con forza un pallone, pedala.
È interessato a giochi sedentari, costruisce una torre di 9/10 pezzi, su imitazione un ponte di tre cubi, nel disegno da un senso alle tracce lasciate, sa copiare un cerchio. Associa i colori li nomina distingue grande e piccolo. Si veste e spoglia da solo. Si esprime con frasi complete, comprende comandi e semplici storie.
Nei bambini con ritardo del linguaggio e/o psicomotorio globale la stimolazione e l’integrazione delle diverse aree dello sviluppo infantile permettono un’evoluzione più armonica, più veloce, meno invasiva, più coinvolgente e motivante. Gli ambiti di intervento comprendono tutte le patologie dell’eta evolutiva: disturbi del linguaggio, deficit cognitivo, emotivo, disturbo generalizzato dello sviluppo ad alto funzionamento, ritardi psicomotori della fascia prescolare. È importante l’intervento psicomotorio anche per poter individualizzare precocemente casi sospetti di DSA, nella linea guida si puntualizza l’importanza della scuola dell’infanzia per la prevenzione e l’individualizzazione precoce di DSA, che ricordiamo possono essere diagnosticati solo entro la 2 elementare. Durante la scuola dell’­infanzia di possono notare difficoltà più globali: difficoltà grafo-motorie, difficoltà di orientamento e integrazione spazio-temporale, difficoltà di coordinazione oculo-manuale e coordinazione dinamica-generale, dominanza laterale non adeguatamente acquisita, difficoltà nella discriminazione e memorizzazione visiva, difficoltà di orientamento nel tempo. Le modalità di intervento sono molto ampie, si lavora sulla socialità e imitazione, organizzazione dello spazio e del movimento, lo schema corporeo, le sequenze, attenzione, memoria, ritmo e discriminazione uditiva ecc.
L’attività imitativa nei bambini non si limita solo ai gesti isolati, ma riguarda: comportamento, parole, gli atteggiamenti delle persone importanti con cui i piccoli entrano in contatto.
L’imitazione consente al bambino di conoscere le sue capacità di sperimentare più modelli fino a trovare “se stesso” consente il consolidamento e l’estenzione dell’attività rappresentativa. Questa capacità aiuta il bambino a mettersi nei panni degli altri a comprendere i loro sentimenti, permette di superare l’atteggiamento egocentrico e di sviluppare comprensione e compartecipazione emotiva. Attraverso vari giochi il bambino impara a decentrarsi dai propri bisogni per condividere giochi ed esperienze, a regolare rapporto con gli altre e apprende le regole sociali. Inoltre impara a conoscere l’ambiente ed interagire con esso. L’organizzazione dello spazio e del movimento.
Il movimento e uno dei fondamentali mediatori dell’ apprendimento. Attraverso il corpo il bambini sperimentano la consapevolezza e la rappresentazione del movimento dello spazio, le relazioni spaziali topologiche (sopra sotto dentro fuori ecc.) la percezione tattile delle forme degli oggetti. Quest’aria si può stimolare con percorsi strutturati di psicomotricità: salti nei cerchi dentro fuori, passaggi sotto il tunnel, saltare gli ostacoli ecc. Successivamente si può chiedere al bambino il percorso svolto per stimolare la memoria. Per affinare la percezione dello spazio si possono fare giochi in cui il bambino descrive il percorso dal punto di vista dell’ altro…

 

di Daniela Caiafa

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