Il rapporto tra gemelli

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Lo scorso Maggio la foto dei due gemellini nati i Spagna ha fatto il giro del web, l’immagine dei due, che appena nati, si stringevano le mani così forte da renderle viola, ha intenerito tutti. Ma porta anche a riflettere sul legame che si crea tra i gemelli, è un rapporto molto intenso e ricco di contraddizioni. Se pensiamo, il loro rapporto inizia al momento del concepimento, per 9 mesi si trovano a condividere uno spazio limitato, si toccano…. Giocano. E inoltre “lottano” per sopravvivere , per il nutrimento. Una volta nati il rapporto diventa ancora più complesso. La madre deve imparare a dividere le sue attenzioni e le sue cure, così loro, entrano allora in competizione l’uno con l’altro per ottenere l’amore della madre.
Alcuni studiosi sostengono che la madre, di fronte alla difficoltà che la situazione triadica comporta, può:

  • o incoraggiare il passaggio da una situazione di triade ad una a quattro, in cui viene stabilito un rapporto privilegiato tra la madre ed uno dei gemelli e il padre e l’altro gemello;
  • o tentare di ricostruire la diade madre-bambino comportandosi con i gemelli come se fossero un’unità.

È importante equilibrare le dinamiche di questo triangolo, evitando che si crei una coppia esclusiva, che vada a creare rivalità distruttive tra i membri della famiglia. Nelle famiglie con gemelli il padre costituisce una figura indispensabile di supporto psicologico e pratico. I padri di gemelli si sentono spesso “catapultati maggiormente nella maternità piuttosto che nella paternità che loro stessi si aspettavano”. Il loro ruolo viene descritto come generalmente più attivo e partecipe nella vita quotidiana e nelle cure dei figli e costituiscono una figura di attaccamento primario allo stesso livello della madre. Secondo gli studiosi il “bambino preferito dalla madre” risulta più veloce nell’acquisizione del linguaggio ma più dipendente dal co-gemello, mentre il “bambino del padre” risulta essere più indipendente e disobbediente (è spesso il leader dal punto di vista fisico). Durante l’adolescenza inoltre si rileva una maggiore difficoltà da parte del figlio “della madre” ad acquisire indipendenza rispetto ai genitori e al co-gemello. Pertanto ci dovrebbe essere un uguale accudimento dei bambini da parte di entrambe i genitori, onde evitare che si tenda a rapportarsi con i gemelli come se fossero un tutt’uno e non due esseri diversi. Anche il processo di separazione-individuazione è peculiare per un gemello, perché si caratterizza per la simultanea presenza della mamma e del co-gemello, dai quali deve contemporaneamente separarsi ed individuarsi.
I gemelli si mostrano meno angosciati rispetto ad un bambino singolo quando la mamma è assente. Anche l’angoscia di separazione si manifesta non tanto o non solo nei confronti della madre, ma anche nei confronti del fratello\sorella. Quest’angoscia di separazione tende ad essere più difficilmente superabile dell’angoscia di separazione dalla madre. Quindi i gemelli s’identificano non solo con la madre ma anche tra di loro, se la reciproca identificazione non è seguita da una graduale separazione, ne può conseguire una confusione di identità e quindi un ritardo nello sviluppo dell’io. L’identificazione gemellare quanto più è esclusiva e prolungata, tanto più interferisce nella relazione tra la madre e ciascun gemello e riduce la possibilità di entrare in rapporto con altri oggetti che non sia tra di loro. Questo perché spesso la relazione tra i gemelli può essere molto gratificante e per questo loro sembrano autosufficienti.
La coppia gemellare è una coppia “particolare” che può diventare eccessiva, ovvero chiusa al mondo esterno. L’effetto coppia porta i gemelli a specializzarsi in aree complementari, come in un gioco ad incastro: ognuno ha bisogno dell’altro per completarsi . Il rischio più grande per i gemelli è quello della chiusura nella relazione duale: le potenzialità psichiche si sviluppano nei due in modo complementare, ma in senso riduttivo. L’effetto coppia comporta anche aspetti positivi. I gemelli imparano sin dalla più tenera età, a fidarsi del fratello\sorella in caso di bisogno e per avere conforto emotivo, solitamente questo avviene in modo completamente spontaneo. Non c’è nessuno che conosce meglio i modi, i ritmi e i bisogni di un bambino, del co-gemello; a volte si comprendono con una semplice occhiata.
Talvolta ai gemelli sono persino attribuite qualità telepatiche, probabilmente proprio per la loro intensa, mutua comprensione, inclusa la particolare capacità di decifrare il linguaggio del corpo dell’altro. Ma in tutto ciò non c’è niente di misterioso o di paranormale. Un’ulteriore peculiarità dei gemelli è il possibile sviluppo di un linguaggio segreto, denominato anche criptofasia, a volte sottovalutato dai genitori. Dal momento in cui i gemelli iniziano ad imparare le regole del linguaggio sociale, diminuisce l’utilizzo del linguaggio segreto. Spesso la comparazione continua della coppia, sia da parte dell’esterno, sia da parte dei gemelli stessi, porta problemi di rivalità.
I gemelli iniziano a fare paragoni anche per potersi dare un’identità: si confrontano per trovare le differenze. L’aggressività talvolta può anche essere rivolta verso l’esterno: i gemelli formano una specie di sottogruppo all’interno della famiglia e del contesto scolastico. La presenza di una coppia gemellare all’interno della famiglia incide significativamente sulle dinamiche relazionali. I gemelli possono avere problemi di comunicazione con l’esterno, perché abituati ad esser compresi al volo dal co-gemello, faticano a trovare un ascolto pieno e profondo dai coetanei. Pertanto in situazioni di simbiosi così importanti, è necessario un aiuto psicomotorio per creare un Io individualizzato, in cui ognuno può esprimersi indipendentemente dall’altro, per evitare comportamenti problematici a scuola e nelle relazioni quotidiane, che possono variare dall’aggressività, all’inibizione, al voler predominare o all’essere succube per soddisfare le richieste dell’altro. In modo da riuscire a creare relazioni significative anche con i coetanei indipendentemente dal gemello.

 

di Daniela Caiafa

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