I tic nervosi nei bambini

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I tic sono movimenti involontari e convulsi, normalmente sono caratterizzati da ripetute e rapide scosse muscolari, dette anche spasmi, che si ripetono in determinate situazioni. In genere interessano i muscoli del viso o delle spalle: ammiccamenti con gli occhi, smorfie della faccia, corrugamento della fronte, scosse del capo, movimenti verso l’alto delle spalle. Si riscontrano più frequentemente nei maschi (l’incidenza è tre volte di più che nelle femmine); si presentano quasi sempre durante l’età scolastica, dai sei ai dieci anni. Solitamente scompaiono entro breve, raramente sono sintomo di una patologia più complessa, la sindrome di Tourette.
Circa il 20% dei ragazzi ha questo problema, i tic nei bambini si manifestano per scaricare l’ansia di fronte a situazioni imprevedibili. È quasi sempre un sintomo di uno stato emotivo allertato che il bambino evidenzia difronte le sue difficoltà ludiche, relazionali o scolastiche. Ed è più evidente quando il bambino è preoccupato, teso, sotto stress o percepisce aspettative esagerate nei suoi confronti. In effetti i tic sono l’espressione esterna, involontaria, di una tensione emotiva.
Di solito si verificano in soggetti normali, svegli, sensibili; sono più a rischio i bambini timidi e coscienziosi, anche se i tic possono presentarsi anche in bambini instabili e turbolenti. I tic tendono a sparire nel giro di due – tre mesi, massimo in un anno. Solo nel 3% dei casi i tic non si risolvono e persistono in età adulta. I tic sono classificati:
Tic motori semplici comprendono: smorfie del viso, movimenti del collo, colpi di tosse, segnali di ammiccamento;
tic vocali semplici includono: raschiarsi la gola, sbuffare, tirar su col naso, grugnire,
Tic motori complessi comprendono: battere i piedi, effettuare movimenti mimici, saltare, toccare, odorare un oggetto;
Tic vocali complessi riguardano la ripetizione di parole, fuori contesto.

Nei casi più gravi, possiamo assistere alla coprolalia (usare parolacce) e l’ecolalia (ripetere come un’eco frasi, parole o suoni sentiti per ultimi).

Come aiutare un bambino affetti da tic?

★Molto utile è far praticare uno sport che piace al bambino, che lo rilassi e lo aiuti a scaricare le tensioni.

★Cercate di far rilassare il bambino a livello generale. I tic sono un barometro della tensione interna; assicuratevi che vostro figlio abbia del tempo libero, non sia soverchiato da più attività organizzate. Se è molto auto-critico, lodatelo per i suoi comportamenti e fate sì che riprenda fiducia in sé stesso.

★Fate finta di niente davanti ai tic quando si verificano. Quando un bambino presenta dei tic, non concentrate l’attenzione su di lui; se gli fate notare il suo difetto tutte le volte, reagirà con maggior tensione e ansia, piuttosto che con l’accettazione del suo comportamento, creando un circolo vizioso. Non lasciate che fratelli o altri lo prendano in giro: assicuratevi che tutti si comportino in questo modo.

★Identificate e rimuovete i fattori determinanti tensione. Provate a tenere, a sua insaputa, un diario dei tic, per segnarvi quali fatti sono avvenuti prima degli spasmi abituali; da qui dovreste essere in grado di risalire a quegli eventi che scatenano le crisi. Diminuite comunque la pressione psicologica esercitata in merito ai suoi risultati scolastici, alla pulizia della sua camera, alle performance sportive. Evitate medicine a base di efedrina, per esempio i decongestionanti nasali, che possono favorire la comparsa dei tic.

★Non parlate dei tic, quando non si verificano. Se il bambino ha dei periodi senza tic, non sollevate il problema. Solo se il discorso parte dal bambino che vi chiede informazioni in merito, siate disponibili a parlarne; spesso il bambino se ne vergogna. Rassicuratelo che tutto finirà presto e che riprenderà il controllo di questi spasmi involontari.

★Evitate qualsiasi punizione per i tic. Alcuni genitori credono che basti fare la voce grossa per spaventare il bambino e impedirgli di avere i tic: non c’è nulla di più falso. Del resto non servono nemmeno massaggi o esercizi di rilassamento ai muscoli facciali; né osservazioni allo specchio, perché darebbero comunque risalto al problema.

★Fate finta di niente davanti ai tic quando si verificano. Quando un bambino presenta dei tic, non concentrate l’attenzione su di lui; se gli fate notare il suo difetto tutte le volte, reagirà con maggior tensione e ansia, piuttosto che con l’accettazione del suo comportamento, creando un circolo vizioso. Non lasciate che fratelli o altri lo prendano in giro: assicuratevi che tutti si comportino in questo modo.

★Identificate e rimuovete i fattori determinanti tensione. Provate a tenere, a sua insaputa, un diario dei tic, per segnarvi quali fatti sono avvenuti prima degli spasmi abituali; da qui dovreste essere in grado di risalire a quegli eventi che scatenano le crisi. Diminuite comunque la pressione psicologica esercitata in merito ai suoi risultati scolastici, alla pulizia della sua camera, alle performance sportive. Evitate medicine a base di efedrina, per esempio i decongestionanti nasali, che possono favorire la comparsa dei tic.
★Non parlate dei tic, quando non si verificano. Se il bambino ha dei periodi senza tic, non sollevate il problema. Solo se il discorso parte dal bambino che vi chiede informazioni in merito, siate disponibili a parlarne; spesso il bambino se ne vergogna. Rassicuratelo che tutto finirà presto e che riprenderà il controllo di questi spasmi involontari.

★Evitate qualsiasi punizione per i tic. Alcuni genitori credono che basti fare la voce grossa per spaventare il bambino e impedirgli di avere i tic: non c’è nulla di più falso. Del resto non servono nemmeno massaggi o esercizi di rilassamento ai muscoli facciali; né osservazioni allo specchio, perché darebbero comunque risalto al problema.

Se dopo un anno, ancora, non si attenuano i sintomi allora bisogna rivolgersi ad uno neuropsichiatra infantile per escludere patologie per valutare una terapia psicomotoria che aiuti il bambino a gestire e superare il suo disturbo.

di Daniela Caiafa

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