Il colore dei denti

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Quando si parla del colore dei denti, bisogna distinguere due tipi di colorazione:

  1. Le colorazioni esterne dovute al fumo, al caffè, al tè, che vengono a “incollarsi” sulla superficie dei denti. Si possono eliminare in modo molto semplice con un trattamento antitartaro seguito da lucidatura dal proprio dentista.
  2. Le colorazioni interne, cioè il colore proprio del dente. I prodotti per lo sbiancamento dei denti vanno ad agire su questa colorazione, provocando una reazione ossidante dei pigmenti colorati del dente.

Ci sono varie tipologie dentarie: a seconda della nostra origine (asiatica, nera o bianca) i nostri denti avranno una diversa colorazione. Le persone di colore hanno denti più gialli, mentre quelli degli asiatici hanno un colore più tendente al rosa/grigio. In ogni caso, andando avanti con gli anni, si può osservare che i denti sembrano ingiallirsi, semplicemente perché l’usura naturale della pellicola che costituisce lo smalto rende per trasparenza più visibile la dentina, il tessuto giallo presente giusto al di sotto. Esistono infine colorazioni dovute ad alcuni farmaci, in particolare a una famiglia di antibiotici chiamata tetraciclina, ottimi antibiotici che però non vengono più prescritti nelle donne incinte e nei bambini piccoli proprio perché provocano una colorazione interna del dente a strati, con strisce giallo-grigie piuttosto sgradevoli.
Esistono tre diversi metodi di sbiancamento denti:

  1. La tecnica ambulatoriale: il chirurgo dentista realizzerà un calco, farà preparare una mascherina su misura e consegnerà al paziente siringhe contenenti il prodotto schiarente, spiegandogli come applicarlo sulla mascherina. Il paziente la porterà da un’ora al giorno a tutta la notte, per un periodo di tempo compreso tra gli 8 e i 15 giorni, a seconda della concentrazione del prodotto.
  2. La tecnica alla poltrona: dopo aver protetto le gengive con quella che viene chiamata una diga chimica, sui denti si applica un gel schiarente dalle alte concentrazioni di perossido di idrogeno, in genere la seduta dura un’ora.
  3. La tecnica mista: mescola contemporaneamente una fase d’attacco alla poltrona e una fase ambulatoriale con le mascherine.
  4. I principi attivi sono perossido di idrogeno o perossido di carbamide.

Prima di sottoporsi ad un trattamento sbiancante il dentista effettuerà una visita durante la quale valuterà se il paziente ha almeno 18 anni (prima di questa età i tessuti dentali non sono ancora maturi), non è in stato interessante e non ha né carie né malattie gengivali.
Inoltre, bisogna sapere che il perossido di idrogeno agisce solo sul dente naturale.Quindi non avrà nessun effetto su una corona in ceramica, per esempio, o su ricostruzioni in composito.
Anche se si va ad aumentare temporaneamente la porosità dello smalto, i prodotti di sbiancamento dentario non sono nocivi per denti e gengive sane; ma è bene ricordare che gli schiarimenti non sono mai definitivi e si ritiene che dopo il primo sbiancamento, bisognerà rifarne uno ogni 1 o 2 anni.
Concludo con due nozioni che frequentemente mi vengono chieste in studio:
la prima riguarda i dentifrici cosiddetti “sbiancanti”. Questi il più delle volte contengono particelle di bicarbonato e di silicio in concentrazione più alta rispetto a un normale. Agiscono sul dente cancellando la colorazione esterna. Se la concentrazione è molto forte, viene chiaramente indicato che l’utilizzo non deve essere superiore a 2 volte la settimana. I kit che si trovano nei grandi supermercati, in farmacia o nelle parafarmacie, contengono tutti il principio attivo che si ritrova nello studio medico, cioè il perossido di idrogeno o perborato di sodio. La normativa in materia, tuttavia, impone di limitarne la concentrazione, riducendone sensibilmente l’efficacia.
La seconda se i cosidetti metodi della nonna (uso di limone, bicarbonato…) sono privi di rischi? Rispondo dicendo che il succo di limone dà immediatamente la sensazione di denti più bianchi, semplicemente perché provoca una demineralizzazione dello smalto che, a sua volta, assume un aspetto gessoso. Per quanto riguarda il bicarbonato in polvere, questo ha un effetto più abrasivo che lucidante. Quindi formalmente non li consiglio entrambi!

Fonte: SOS dentista

 

di Vittorio Milanese

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