Dall’acqua… tutto ha inizio

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L’acqua si sa è amica dei bimbi, in essa i bambini si sentono liberi di muoversi ed esprimersi e questo vale anche per i piccolissimi che hanno una spiccata propensione al movimento in acqua, reminiscenza della vita intrauterina.
L’ambiente acquatico richiama nel neonato il ricordo del vissuto nell’utero materno per cui quanto prima entra in acqua tanto più sarà “acquatico” e avrà dimestichezza con immersioni, giochi e movimento in acqua. Il bambino può entrare in acqua poco tempo dopo la nascita (praticamente dopo la caduta del cordone ombelicale), purchè le condizioni dell’acqua lo consentano, abbiamo bisogno essenzialmente di una temperatura tra i 32-34°C, buone condizioni igieniche interne ed esterne alla vasca, un ambiente non troppo caotico e la presenza di propri “simili” e dei genitori, tutto ciò basterà al neonato per sentirsi tranquillo e libero di “nuotare” e rilassarsi.
L’uso dell’acqua sin da piccolissimi ha numerosi aspetti positivi primo fra tutti e menzionato poc’anzi è il ricordo rievocato dall’acqua calda dell’utero materno, non meno importante è il clima festoso e di gioco che si crea in vasca, dove il bambino si apre totalmente al divertimento e alla condivisione con i propri “simili” ed inoltre la presenza del genitore/i da un lato è fondamentale perché rassicura il bambino (nei più piccoli è essenziale che i genitori ricerchino il contatto fisico e visivo) dall’altro consente di rafforzare o in alcuni casi creare, qualora non ci sia stato prima, quel magico legame affettivo detto bonding, che nasce in gravidanza e si sviluppa attraverso un ventaglio di comportamenti e gesti, dopo la nascita.
L’ambiente acquatico diviene intimo per genitori e figli ed in generale quindi migliora i rapporti interpersonali consentendo anche ai genitori di ritagliare “un tempo” al di fuori della routine giornaliera per il proprio cucciolo in cui possono ascoltarlo e capirlo e a loro volta godere dei benefici dell’acqua e del confronto con altri genitori.
L’acqua inoltre “nutre” il cervello, è l’elemento di sussidio per eccellenza per lo sviluppo psicomotorio ed educativo del bambino, l’esperienza motoria in acqua è completa, il bambino può allenare con facilità tutti i piani del corpo con un minor dispendio energetico ed attraverso il gioco.
Dal punto di vista psicomotorio l’acqua è una risorsa terapeutica sia perché facilita il movimento, la crescita e “l’allenamento” armonico delle varie parti del corpo in particolare consente un maggiore sviluppo di cuore, polmoni e muscoli, sia perché rilassa ed acuisce quindi la percezione di stimoli e sensazioni ed infine rafforza il sistema immunitario. I bimbi in acqua scoprono un mondo nuovo, ma hanno comunque dei loro tempi, prima scendono in acqua e più agili e sciolti saranno nei movimenti. Soprattutto in relazione ai corsi in piscina di acquaticità è importante che i genitori non abbiano eccessive pretese.
L’approccio all’acqua deve essere graduale e naturale e i corsi di acquamotricità non sono dei corsi di nuoto, il bambino o i genitori non verranno ISTRUITI, ma solo aiutati attraverso dei consigli e delle tecniche a continuare o recuperare la familiarità con l’elemento liquido, che ci appartiene dal concepimento.
Il bambino in questi “non corsi” recupererà gradualmente delle competenze innate che gli consentiranno spontaneamente di nuotare ed immergersi, dalla nascita fino ai sei mesi i neonati riescono ad immergersi con più facilità perché bloccano naturalmente la respirazione, in seguito bisognerà maggiormente “lavorare” su quest’aspetto, ma ugualmente godrà dei benefici dell’acqua.
Concludo dicendo che l’approccio all’acqua andrebbe proposto quanto prima ai bambini senza riserve in quanto, come ampiamente detto, numerosi sono i benefici di cui il bambino godrà per tutta la vita.

 

di Angela Maria Flinio

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