I problemi sanitari legati alle adozioni

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Adottare un bambino: un atto di reciproco amore, un dono se vogliamo ancora più alto e più puro di una genitorialità biologica. Ma, in fondo, la differenza è solo nel modo in cui il bambino arriva in seno alla famiglia, poi l’impegno, l’amore, la costruzione del rapporto saranno le stesse. Dal punto di vista strettamente sanitario, i problemi cui può andare incontro una famiglia che adotta un bambino sono di tre ordini:

  1. Problemi comuni a tutti i figli.
  2. Problemi legati alla mancanza di notizie anamnestiche familiari e personali.
  3. Problemi legati alle adozioni internazionali, per la necessità di confrontarsi con diversi stili di vita, culture e tradizioni, e di incontrare patologie non comuni in Italia. I bambini adottati provenienti dall’estero necessitano di un’attenzione medica particolare, per tale motivo in Italia da 1992 si è costituito il Gruppo di Lavoro Nazionale per il Bambino Immigrato.

L’anamnesi

La storia del bambino adottato talvolta, soprattutto se proviene dall’estero, può essere carente e scarsamente attendibile.
Raramente sono noti dati relativi alla composizione del nucleo familiare, alle modalità di vita, ad eventuali comportamenti antisociali dei genitori, all’assunzione di droghe o alcool da parte della madre durante la gravidanza. L’anamnesi del bambino poi si limita spesso a poche scarne notizie.
Al primo incontro con la famiglia del bambino adottato, il medico deve cercare di ricostruire: dati sulla famiglia di origine (componenti del nucleo familiare,condizioni sociali, abitudini di vita, motivi dell’abbandono, comportamenti antisociali dei genitori, all’assunzione di droghe o alcool da parte della madre durante la gravidanza); notizie sull’istituto di accoglienza (situazione igienico-sanitaria, modalità relazionali ed educative, scolarizzazione); modalità adozione; sviluppo fisico e neuro evolutivo del bambino; patologie pregresse; vaccinazioni documentate.

La prima visita

Il bambino, all’arrivo nella nuova famiglia, dovrà essere sottoposto ad una accurata visita medica, nel corso della quale vengono valutati i seguenti parametri: Peso, Altezza, Circonferenza cranica: se il bambino è straniero, le curve di normalità vanno riferite ai percentili della sua razza; Stato nutrizionale; Valutazione di vista ed udito; Valutazione dello sviluppo psicomotorio.

Esami di laboratorio

Purtroppo solo il 20% delle patologie sono diagnosticabili con una visita, è quindi necessario ricorrere ad esami di laboratorio. Questi sono distinti in esami di primo livello, da eseguire a tutti, e di secondo livello, da effettuare a seconda del sospetto clinico.
Esami di primo livello: Esame emocromocitometrico, Glicemia, Funzionalità renale, Funzionalità epatica, Protidogramma, Assetto marziale, Calcio, fosoro, magnesio, Markers epatite A, B e C, Tests per la sifilide: VDRL /TPHA (non rara nei paesi dell’ex URSS e dell’Est Europa, e nei figli di madre tossico-dipendente), Anticorpi anti HIV (soprattutto se madre tossico-dipendente o con condotta sessuale a rischio), fT4 e TSH (soprattutto per i bimbi provenienti dall’Est Europa ed ex URSS, per gli esiti del disastro di Chernobyl), esame delle urine, esame parassitologico feci (su 3 campioni non consecutivi) per ricerca di Elminti, Protozoi e Spirochete (soprattutto per bambini di aree tropicali), Mantoux per la tubercolosi.
Esami di secondo livello: Ricerca di anticorpi anti cisticerco e toxocara canis, in caso di sintomi gastrointestinali sospetti soprattutto nei bambini provenienti da America Latina, Africa ed Asia; Radiografia del torace; Elettroforesi dell’emoglobina e dosaggio G6DH se esame emocromocitometrico indicativo; Esami specifici per la patologia emersa (malattie epatiche, renali, endocrine, infettive, ecc).

Le vaccinazioni

Vaccinare significa somministrare all’individuo il fattore che provoca la malattia in una forma tale da indurre la risposta immune che lo proteggerà dall’infezione naturale, ma senza sviluppare i sintomi e le complicazioni. Le vaccinazioni rappresentano uno dei maggiori successi della Medicina, consentendo di prevenire nel soggetto cui vengono somministrate malattie gravi e pericolose, e permettendo, se attuate su larga scala, la loro definitiva eradicazione, come è avvenuto per vaiolo e sta avvenendo per il morbillo.
Le vaccinazioni in Italia e negli altri Paesi occidentali ci hanno liberato da malattie molto gravi come la poliomielite, la difterite o il vaiolo, e hanno drasticamente ridotto la mortalità per altre malattie infettive, come pertosse, morbillo, meningite, realmente cambiando l’incidenza e le conseguenze delle epidemie, e quindi la storia dell’umanità stessa. La documentazione sanitaria del bambino adottato, specie se all’estero, può essere carente e scarsamente attendibile. Nei casi dubbi, sarà opportuno quindi ripetere tutto il calendario vaccinale (Decreto Ministeriale 1/4/99) senza necessità di valutazione anticorpale pre-vaccinale.
In ogni caso tutti i problemi che possono interessare i bambini che arrivano da altre realtà, non sono così gravi e insolubili come potrebbero sembrare, nemmeno le malattie infettive come Epatiti e AIDS (che richiedono solo la messa in atto di precauzioni igieniche volte ad evitare il contatto col virus, come non bere dallo stesso bicchiere, non usare le stesse posate, non scambiarsi lo spazzolino da denti, e in particolare occorrerà prestare attenzione tutte le volte che il bambino infetto presenterà lesioni della cute che comportano fuoriuscita di sangue, in tal caso occorrerà medicare la ferita utiilizzando i guanti).
Il mio personale pensiero, è che dobbiamo sentirci tutti “genitori adottivi” di tutti i bambini del mondo, riconoscere, in quanto esseri umani, in ciascun bambino un nostro figlio, e sentirci responsabili di lui e della sua vita su questo Pianeta…

 

di Carlo Alfaro

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