L’arte come terapia

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L’arteterapia è una interessante e stimolante disciplina che include l’insieme delle tecniche e delle metodologie che utilizzano le attività artistiche nelle loro diverse forme (pittura, scultura,musica, danza, teatro, marionette, scrittura) come mezzi terapeutici, finalizzati al miglioramento del benessere della persona nella sfera emotiva, affettiva e relazionale. Scopo dell’arteterapia è incoraggiare gli individui ad esprimersi , per migliorare il proprio benessere e qualità di vita o risolvere sintomi morbosi, come coadiuvante delle terapie tradizionali, grazie agli importanti riflessi che il processo creativo ha sulla psiche, che influenza significativamente il corpo e la salute. Il presupposto di base è che il processo creativo produce benessere, salute e migliora la qualità della vita, attraverso aumento della consapevolezza di sé e del senso di identità , delle abilità cognitive ed emozionali, dell’autostima, della capacità di fronteggiare situazioni di difficoltà e stress e superare esperienze traumatiche, consentendo di entrare in contatto col proprio mondo interiore e di elaborare il proprio vissuto senza barriere di difesa, col risultato di una generale maturazione ed integrazione sociale e relazionale. Diversi studi dimostrano che esprimersi artisticamente sposta l’attenzione dal disagio alla creazione, liberando attraverso l’immaginazione idee, sentimenti, sogni, aspirazioni, emozioni, che permettono all’individuo di accedere al linguaggio inconscio, superando blocchi e difficoltà. Attraverso la creazione artistica, l’individuo si immerge in un’attività mentale che facilita la risoluzione dei propri conflitti, si mette alla prova, sviluppa un forte senso d’identità, approfondisce la conoscenza di se stesso. In questo contesto l’attività artistica, sotto lo sguardo attento del terapeuta, rappresenta una sorta di mediatrice tra la sfera conscia e quella inconscia dell’individuo, permettendo a quest’ultimo di entrare in contatto con il proprio io in modo più autentico, di “conoscere se stesso”. Come diceva il filosofo Rudolf Steiner «La terapia artistica ha un effetto profondo e diretto sull’anima. Questo può portare, gradualmente, a migliorare la vitalità del paziente, la salute fisica e il benessere emotivo». In tal senso, si tratta di un processo educativo, laddove “educare”sta per “ educere”, “portare fuori”: far emergere il sé inconscio. L’arte è, in sostanza, un uso particolare di linguaggi in cui l’esperienza sensoriale di conoscenza del mondo viene rielaborata in una propria rappresentazione per essere restituita all’esterno, in un processo circolare di continua decostruzione e ricostruzione.

COME SI E’ SVILUPPATA

La musicoterapia e la teatroterapia risalgono all’antichità, quando certi canti militari venivano usati per caricare i guerrieri alla battaglia, mentre il teatro serviva a veicolare messaggi alle masse. Fu il padre della psicoanalisi, Sigmund Freud, a cogliere nell’arte lo strumento privilegiato per conoscere ed esprimere il proprio inconscio, ritenendo che il prodotto artistico rappresentasse lo specchio del mondo interiore e in quanto tale potesse essere materiale di interpretazione e studio per l’analista. Su queste premesse si basano i test di disegno proiettivo in psicologia, in cui l’espressione creativa viene usata come strumento di diagnosi. Come relazione d’aiuto, l’arteterapia è stata teorizzata in Inghilterra negli anni ’30-40 dalla pedagogista-psicoterapeuta Edith Kramer,che insegnando arte ai figli dei profughi della Germania nazista, osservò gli effetti positivi dell’attività artistica su bambini segnati dalle violenze del regime, e si è poi sviluppata negli anni Sessanta con la costituzione della Scuola di Arte Terapia a cura del movimento dell’Antipsichiatria che combatteva le cure psichiatriche tradizionali considerandole lesive della dignità della persona.

CAMPI DI APPLICAZIONE

Attualmente gli ambiti di applicazione dell’arteterapia sono tre: educazione terapia, riabilitazione.
L’educazione non si rivolge a persone con problemi, ma a qualunque individuo per migliorarne lo stato di benessere. Lo stimolo alla creatività è fondamentale nell’educazione dei bambini. Attraverso la dimensione a lui più congeniale, quella ludica, il bambino sviluppa le proprie capacità intellettive facendo ricorso alla fantasia e, proprio grazie all’immaginazione, può staccarsi dalla situazione contingente e imparare a ragionare per possibilità, con riscontri positivi dal punto di vista psicologico e sociale. Il ricorso a linguaggi non-verbali è anche utile anche per i minori stranieri per favorirne l’integrazione e l’inclusione, non avendo l’ostacolo della lingua. Ma anche gli adulti, attraverso la creatività e l’introspezione, possono stabilire un contatto più autentico con se stessi e con gli altri, potendo liberare le emozioni, scoprire l’interiorità, affrontare i conflitti, mettersi alla prova, incrementare l’autostima, affermare l’ identità. Creare significa re-imparare a scegliere soluzioni sempre nuove, esattamente come avviene nel gioco infantile, e uscire dagli schematismi del mondo adulto grazie al proprio “io bambino”. Fare arteterapia significa riscoprire il cosiddetto pensiero analogico, quello che presiede all’immaginazione, alle emozioni e all’intuizione, a discapito del pensiero logico-formale.
Per quanto attiene alla terapia e riabilitazione, l’arteterapia viene utilizzata per i traumi psichici, il sostegno a malati cronici(tumori, Alzheimer), le problematiche psico-sociali (tossicodipendenza, minori a rischio, carcerati).
Traumi psichici- Uno dei campi in cui l’arte ha dimostrato di avere molto valore come relazione di cura è l’evento post-traumatico da stress. Coloro che hanno subito traumi psicologici hanno spesso difficoltà ad esprimerli e superarli perché si tratta di esperienze troppo dolorose per essere verbalizzate e raccontate. Peter Sifneos nella prima metà degli anni ’70 ha chiamato “alexithymia” il disturbo affettivo-cognitivo caratterizzato dalla difficoltà di vivere, identificare e comunicare le emozioni. Attraverso l’espressione artistica, il paziente trova un linguaggio di comunicazione non verbale che rappresenta lo spazio simbolico in cui poter esprimere quel vissuto inconscio che lo attanaglia. L’arte terapia permette la decodifica del ricordo traumatico in un’espressione comunicabile agli altri.
Disabilità- Studi dimostrano che esprimersi in attività creative aiuta i diversamente abili a migliorare la cognitività, sviluppare maggiore autonomia, accrescere l’autostima, avere un approccio più positivo nei confronti della vita e degli altri.
Malattie croniche- In tutte le persone con malattie croniche, l’arteterapia è risultata utile come strumento di sostegno per scaricare tensioni ed emozioni negative, superare l’ansia, reagire alla depressione.
Situazioni di emarginazione sociale- L’arteterapia è risultata utile per gli individui che devono essere reinseriti in società come i carcerati, i minori a rischio che vivono all’interno di strutture di accoglienza, i tossicodipendenti.

GRUPPO DI LAVORO

L’artista che conduce la seduta deve “annullare” la propria “personalità artistica”, limitandosi ad insegnare la tecnica, in modo che l’allievo possa esprimersi in piena libertà. Importante è anche il momento del consenso, da parte del maestro, dell’opera svolta, per lavorare sull’autostima. Lo psicoterapeuta analizzerà l’opera prodotta per spiegare e discutere col paziente il suo substrato inconscio, in modo che possa aiutarlo a fare luce in se stesso. Il terapeuta interviene anche sul maestro per sostenerlo ad elaborare il dolore “assorbito” dal paziente. Il gruppo formato dai pazienti non può andare oltre le cinque unità, visto che il “maestro” dovrà tendere a seguirli in modo equo, in considerazione anche della complessità e della particolarità dell’intervento.

 

di Carlo Alfaro

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