I bisessuali domineranno l’umanità

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Gli stili di vita cambiano negli anni e nei secoli e questo influenza direttamente la sessualità delle persone. Donne e uomini assumono ruoli diversi nella società e con il tempo questo modifica in modo profondo i loro comportamenti. Alcuni luminari si sono interrogati, tra questi il prof. Umberto Veronesi, che ha parlato di “un futuro bisessuale” per l’umanità. Già da diversi anni il tema si affronta in senso scientifico, tant’è che lo stesso prof. Veronesi non propone l’argomento come una sua ipotesi, ma come conseguenza di quanto apprendiamo: “La Scienza ha dimostrato che esiste un legame profondo fra stile di vita e pensiero, assetto ormonale e sessualità. Sappiamo che il cervello elabora dei bisogni per la sopravvivenza e, attraverso l’ipotalamo, all’interno del cervello, li comunica all’ipofisi, che è la regista del sistema ormonale perché a sua volta stimola tutte le ghiandole endocrine, comprese le gonadi, cioè gli organi riproduttivi. Nella donna le ovaie; nell’uomo i testicoli”.

Partendo dal principio che i testicoli producono spermatozoi e ormoni maschili, principalmente testosterone, che induce aggressività, mentre l’ovaio produce ovociti e ormoni femminili, estrogeni e progesterone, che inducono invece all’amorevolezza, si può ben comprendere che il cambiamento dei ruoli familiari e sociali dei due generi nel tempo ha prodotto una modificazione anche nel fisico e nella biologia stessa dell’essere umano. Se andiamo ad osservare tali cambiamenti in questa prospettiva, ci sembra facile notare che più un uomo si avvicina a ruoli che non richiedono particolare mascolinità, come avveniva nell’antichità, tipo cacciare, uccidere, combattere altri uomini, faticare per procurarsi il cibo, meno la sua ipofisi riceverà stimoli dall’ipotalamo e, giorno dopo giorno, i testicoli rallenteranno la loro funzionalità.

Lo stesso discorso vale per la donna, costretta invece a sviluppare aggressività per imporsi socialmente, fare carriera, comandare persone,  assumersi responsabilità; per cui l’ovaio tende a ridurre la produzione di estrogeni, su istruzione dell’ipotalamo. “Il risultato è che le differenze di genere si attenuano e si attenua di conseguenza l’attrazione reciproca, che in natura avviene sempre fra poli opposti”. In questo contesto è inevitabile che la sessualità si evolva per aprirsi sempre più all’omosessualità e alla bisessualità, che del resto non sono fenomeni di quest’epoca;  basta pensare alla civiltà greca, che non ha mai stigmatizzato omosessualità e bisessualità come deviazioni. Va sottolineato che le gonadi acquisiscono le caratteristiche maschili o femminili solo intorno al secondo mese di vita intrauterina e una traccia di bisessualità biologicamente esiste in ognuno di noi. Le attuali condizioni sociali stanno facendo emergere con sempre maggiore evidenza questo aspetto; è ragionevole pensare che il trend continuerà stabilmente nel futuro, salvo grandi rivoluzioni socio-demografiche. E’ un’evoluzione in corso che sfocerà in una nuova e più ampia sessualità.

D’altronde è da tempo che nel campo della sessualità si parla molto di “fluidità” (argomento già trattato in un mio articolo precedente) che potremmo dire è l’aspetto psicologico dei cambiamenti biologici. Mantenendoci in ambito più biologico, sebbene oggi cambiamenti e patologia della sfera sessuale si affrontano in senso olistico, accade che in linea generale la diminuzione delle differenze fra generi ha come risultato una valorizzazione della donna e della femminilità, fino a poco fa discriminate. Questo fattore, unito al crollo di molti tabù sessuali, può influire sul desiderio di cambiare sesso, quasi sempre a favore del sesso femminile. Tema a questo correlato e di grande interesse medico è di certo l’aumento di nascite con “sesso incerto”.

Biologicamente il ‘sesso incerto’ è una patologica accentuazione della bisessualità. Tutti siamo potenzialmente bisessuali: i maschi hanno le mammelle e la loro prostata è una specie di utero, mentre le donne hanno un clitoride che è una sorta di pene. Negli individui di sesso incerto, o intersex, c’è una discrepanza fra il genere scritto nei cromosomi, XX per la femmina e XY per il maschio, e gli organi genitali. In circa il 50% dei casi questa doppia identità sessuale alla nascita è dovuta al difetto genetico di un enzima che produce un eccesso di testosterone nel feto. Se il futuro bimbo è femmina, avviene una mascolinizzazione dei genitali: la clitoride è lunga come un pene e la vagina è quasi inesistente. Generalmente questi neonati vengono curati chirurgicamente, ma l’intervento chirurgico corregge l’anatomia, ma non risolve l’aspetto psicologico.

Anche il cervello infatti nel grembo materno è stato esposto, come i genitali, ad un eccesso di ormoni maschili. Ora la domanda è: conviene operare subito nella speranza che la mente segua la variazione del corpo, oppure è meglio attendere qualche anno, o addirittura, la pubertà, per capire quale identità sessuale si è effettivamente creata nella psicologia dell’individuo intersex? E’ una domanda ancora aperta su cui è necessario dibattere. La nostra speranza è che ci siano sempre più “Umberto Veronesi” a indagare su tali ipotesi.

 

di Olga Paola Zagaroli

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