Un danno per i cittadini l’abolizione del mercato di tutela luce e gas ?

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Il disegno di legge sulla Concorrenza ha spostato al 1 luglio 2019 l’abolizione del mercato di tutela luce e gas ed entro tale data cesserà il sistema di “maggior tutela” per energia e gas a favore di una totale liberalizzazione del mercato. Dal 2019 non ci saranno più, quindi, le tariffe luce e gas aggiornate ogni 3 mesi dall’Autorità per l’Energia Elettrica, il Gas e il sistema Idrico e ciò comporterà per la maggior parte delle famiglie italiane -che dalla liberalizzazione dei mercati energetici non sono ancora passate al libero mercato-, la scelta di un operatore tra i tanti presenti sul mercato con l’obbligo di sottoscrivere un nuovo contratto luce e gas.
Non è difficile intravedere i rischi legati al passaggio di tutte le famiglie italiane al libero mercato, quando invece oggi per molte di loro il prezzo dell’energia viene fissato periodicamente dall’Autorità per l’energia che stabilisce le condizioni tra il produttore e il cliente finale: infatti la maggior tutela subisce aggiornamenti periodici, mentre nel libero mercato il prezzo dell’energia al cliente viene fissato dal fornitore.

L’abolizione del regime tutelato penalizzerà ulteriormente i consumatori?

E’ necessaria una premessa: attualmente i consumatori che non vogliono aderire al “libero mercato” possono mantenere i contratti predisposti dall’Autorità garante dell’energia, che fissa il prezzo dell’energia elettrica e del gas metano. Nelle attuali condizioni, dunque, l’abolizione della “maggior tutela” non rappresenterebbe uno stimolo alla concorrenza – già esistente per i consumatori interessati – ma l’eliminazione di un utile strumento di garanzia per milioni di famiglie.
Già oggi vediamo gli effetti negativi del libero mercato dell’energia attraverso la carenza di informazione degli utenti, continuamente perseguitati da call center che “impongono” contratti da concludere al telefono, senza poter prendere in visione preventivamente la documentazione scritta.
I call center non dicono, o meglio, omettono di dire che gli sconti si applicano solo alla “quota energia” cioè al 45% della spesa per l’elettricità; la maggior parte delle offerte di libero mercato dell’energia sono più costose delle tariffe del mercato di maggior tutela. In altre parole, il prezzo di maggior tutela è un riferimento sia per i clienti, per comprendere la convenienza della altre offerte, sia per i gestori, che devono tenerne conto per formulare offerte diverse; con l’abolizione della maggior tutela è logico quindi aspettarsi un aumento generalizzato dei prezzi.
Il definitivo passaggio al mercato libero –che già ora si è rivelato più oneroso e non in grado di proteggere i consumatori -, rappresenterà dunque un danno per i consumatori.
La preoccupazione è che possa accadere per l’energia ed il gas ciò che è successo nel mercato Rc Auto quando sono state abolite le tariffe regolate: aumenti costanti ogni anno.

Come tutelarsi?

Capire esattamente cosa si sta pagando non è facile, nonostante la “sbandierata” “bolletta semplificata”. A determinare il prezzo finale dell’energia sono infatti moltissime voci di costo diverse, alcune fisse altre su cui si esercita la vera concorrenza tra gli operatori.
Il consiglio è quello di “guardarsi intorno” e non rimanere troppo “fedeli” al proprio operatore.
Non ci si può limitare a scegliere un gestore una volta e per sempre. Molte offerte possono risultare inizialmente convenienti perché ad esempio bloccano il costo della componente energia per un determinato periodo, passato il quale potrebbero non essere più la scelta migliore. Sarebbe opportuno, quindi, monitorare spesso il mercato, alla ricerca della tariffa che di volta in volta garantisca il massimo risparmio in bolletta.
In conclusione è evidente che i vincoli che oggi impediscono la diffusione del libero mercato dell’elettricità sono da ravvisarsi nei costi elevati delle tariffe proposte; nella scarsa chiarezza dei contratti; nei ritardi nella comunicazione delle letture dei contatori da parte di Servizio elettrico nazionale agli altri gestori, che causano continui conguagli e impossibilità di comprendere i reali consumi; nella lentezza delle procedure di cambio di gestore, che arrivano a tre o quattro mesi. Il libero mercato rende l’energia un business che si esprime nel rapporto impresa-consumatore e non un servizio: è una scelta che risponde solo alle esigenze delle imprese, ma non a quelle delle famiglie.
Il futuro non è roseo.
In questa caotica situazione, Adiconsum Penisola sorrentina, confermando il suo più fermo dissenso rispetto a questa ennesima dannosa normativa, fornirà assistenza e chiarimenti ai cittadini che lo richiedano.

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