Monte Faito: Crinale nord, Molare, Conocchia

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La funivia del monte Faito, riaperta da pochi mesi e collega alla stazione della Circumvesuviana di Castellammare di Stabia, permette la risalita ai 1400 metri della montagna più alta del territorio e raggiungere la vetta in modo unico e spettacolare. La comodità di arrivare in quota senza usare mezzi o auto, risparmiando tutta la strada piena di curve ed anche il traffico e la confusione dei vari centri da attraversare sarà ripagata da una comoda e panoramica risalita lungo le pendici nord del monte. Ritorneremo a percorrere i sentieri di Faito con ritmi lenti, adatti alla natura del luogo e accompagneremo i nostri ospiti a scoprire la quota più alta del nostro territorio.
Infatti, appena fuori dalla stazione di quota della funivia, parte un piacevole sentiero che volge verso la cima dove fu costruita la chiesa di S.Michele. Il cammino attraversa un bosco di faggi che caratterizza l’intera montagna avendo un ampia e meravigliosa panoramica sulla piana del Sarno e con l’inconfondibile sagoma del Vesuvio sullo sfondo. Per fare questa escursione è consigliabile scegliere la giornata ideale in modo da completare l’esperienza sensoriale dei profumi del bosco con un ottima vista sul panorama ed, eventualmente, un caldo sole sulla faccia.
vista-da-monte-faito1L’itinerario procede lungo un crinale esposto a Nord, per questo più esposto ai venti freddi, immersi nei colori caratteristici della montagna. In autunno si fanno caldi, le foglie scrocchiano sotto gli scarponcini ed i profumi sono caratteristici. In primavera tutto diventa verde e rigoglioso, i colori si accendono e spuntano fiori dappertutto.
Lungo questo cammino si incontrano anche alcune strutture che ricordano la storia di questa montagna che un tempo era privata, di proprietà della SFSM (Circumvesuviana), che la organizzò per soggiorni climatici estivi e per sciare in inverno costruendo villette e strutture sportive. A quel tempo non esisteva ancora la strada e , quindi, si risaliva soltanto con la funivia. A poca distanza dalla stazione in quota fu costruito un piccolo impianto di risalita sciistica che, elettricamente, riportava gli sportivi alla parte alta delle piccole piste esistenti. Abbandonati tra gli alberi ancora esistono i piccoli piloni, allineati lungo una valle, a ricordo di un turismo di buon livello organizzato su questo monte subito dopo la seconda guerra mondiale.
vista-da-monte-faito2Attualmente, purtroppo, tutto si presenta abbandonato, la montagna non è tanto frequentata, le costruzioni turistiche e di villeggiatura sono quasi tutte chiuse, penalizzate definitivamente dopo la misteriosa scomparsa di una ragazza. Eppure la magia del luogo resta incontaminata e gli scorci panoramici hanno la stessa suggestione delle alte montagne ed ancora ci sono alberghi e punti di ristoro che accolgono i turisti appassionati.

L’itinerario termina sulla cima dove esiste la chiesa dedicata a S.Michele. E’ il simbolo di questa alta montagna, un tempo denominato Monte S.Angelo (il nome Faito sarà utilizzato soltanto dopo la piantumazione della vasta faggeta sulla parte alta). Qui si incrociano le storie e le leggende dei santi patroni di Sorrento e Castellammare, S.Antonino e S.Catello che , eremiti sul monte, ebbero la visione celeste di S.Michele che li incaricava di proteggere i paesi posti sui due versanti della montagna.
vista-da-monte-faito3L’esistenza delle leggende dei due santi invita anche alla visita dei luoghi a loro dedicati come la gotta dell’Acqua Santa, dove sgorga una fresca sorgente e la grotta di S.Catello, luogo di eremitaggio dei santi, entrambi presenti lungo il sentiero che arriva al secondo itinerario verso il monte Molare. Questo seconda tappa è molto suggestiva per il punto di vista a 360 gradi sul territorio, da Agerola alla Costiera Amalfitana, da Capri a Napoli. E’ un luogo di riferimento ben visibile da tutto il territorio, caratterizzato proprio dalla forma di un dente molare che gli conferisce questo bizzarro nome. Proprio sulla cima di questa altura esisteva, una volta, il vecchio santuario dedicato all’arcangelo Michele e, recenti studi, ne hanno identificato la planimetria. L’escursione procede verso la Conocchia, il monte di fronte e quindi bisogna prima riscendere dal Molare per poi proseguire verso ‘altra vetta identificata da una croce di ferro. Tutto il cammino e’ esposto ad un paesaggio molto panoramico con una vista unica sui due golfi di Napoli e Salerno. Giunti alla croce della Conocchia si prende il sentiero in discesa, pietroso e scivoloso, verso la valle con l’arrivo al Pian del Pero, il posto dove esisteva un centro ippico e quindi caratterizzato da un enorme piazzale abbandonato. Il rientro verso il piazzale dei Capi, toponimo che segnala la presenza della funivia, è facile attraversando sentieri e strade nel bosco di faggi.
Questo itinerario ad anello è veramente molto interessante perché propone paesaggi di alta montagna con la caratteristica quasi unica di essere in prossimità del mare. Il paesaggio ne guadagna in bellezza e armonia fatta di forme e colori prettamente mediterranei.

di Nino Aversa

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