Secondo gli ultimi studi americani si possono usare meno farmaci contro i grassi nel sangue e puntare più sull’attività fisica e su una sana dieta. Occorre educare il paziente e non curare il colesterolo quando non è necessario
Non passa tempo che non ci sono novità da parte del mondo scientifico per la cura e la prevenzione delle malattie cardiovascolari, come l’infarto cardiaco e l’ictus cerebrale. E come causa principale, quindi da prevenire e combattere, v’è la presenza dei grassi nel sangue ed in particolar modo il colesterolo, oltre agli altri elementi responsabili. Tra questi il sovrappeso, l’ipertensione arteriosa trascurata, il fumo di sigaretta, il diabete non curato e una vita particolarmente stressante. Il colesterolo viene prodotto dallo stesso organismo (80%) ed in parte proviene dagli alimenti di origine animale (15-30%). è particolarmente necessario in piccola quantità ma in grandi quantità può determinare notevoli danni, specie alle arterie ed alla circolazione ostacolando l’arrivo del sangue a organi vitali come il cuore e il cervello.
I due tipi di colesterolo
I grassi, compreso il colesterolo, circolano nel sangue conglobati in elementi definiti come Lipoproteine. Queste sono delle particelle con un centro lipidico (fatto da grassi) avvolto da un guscio di sostanza proteica. In questo modo i grassi raggiungono i vari organi. Per la loro densità queste Lipoproteine sono state distinte in HDL, Lipoproteine ad alta densità, e in LDL, Lipoproteine a bassa densità. Le prime HDL, definite anche come “colesterolo buono”, sono considerate “spazzini” del sangue perchè nelle arterie prelevano il colesterolo e lo portano al fegato, che poi lo elimina per le vie intestinali. Le LDL, definite come “colesterolo cattivo”, in eccesso vanno incontro a modificazioni strutturali, causate da agenti ossidanti come i cosiddetti “radicali liberi” e si depositano sulle pareti dei grossi e piccoli vasi arteriosi, Aorta e Coronarie. Ciò determina gravi svantaggi: ostacolo meccanico al flusso sanguigno perchè le LDL ossidate vanno a depositarsi sulla parete arteriosa; in tali sedi cominciano a proliferare le cellule muscolari che costituiscono la parete dell’arteria.
La placca aterosclerotica
Si costituisce in tal modo una placca, detta “aterosclerotica” che tende a crescere con il passare del tempo. In tal modo si riduce il lume dell’arteria ed il sangue passa con notevole difficoltà. A questa situazione la stessa placca riduce notevolmente l’elasticità della parete del vaso, particolarmente necessaria a trasmettere l’azione propulsiva della pompa cardiaca e quindi peggiora la circolazione arteriosa e capillare. Come conseguenza di tutto ciò alcune parti della placca possono rompersi e staccarsi in microscopici pezzi (trombi) che, attraverso il flusso sanguigno, possono otturare dei capillari impedendo l’arrivo ai tessuti periferici (cuore, cervello, arti). Per quanto è stato scritto in precedenza mentre negli anni passati nei controlli del sangue veniva effettuato soltanto l’esame del colesterolo totale. Oggi invece viene effettuato un riscontro anche delle Lipoproteine HDL. LDL e Trigliceridi. In un soggetto normale il colesterolo totale deve essere inferiore a 200 milligrammi per decilitro di sangue; il colesterolo “buono” (HDL) superiore ai 50mg/dl; il colesterolo “cattivo” inferiore a 150 mg/dl; i Trigliceridi tra i 50 ne 170 mg/dl. Va sottolineato che questi valori in genere sono considerati nei limiti in soggetti che non hanno altre condizioni favorenti una implicazione cardiovascolare, come ad esempio una pressione arteriosa elevata da vari anni e non controllata, così per chi fuma da anni molte sigarette, o per i sovrappesi o diabetici scompensati, per coloro che non hanno già un “fattore di rischio” cardiovascolare.
Meno farmaci
Secondo recenti studi americani andrebbero cambiate le linee guida che modificano la strategia di prevenzione delle malattie cardiovascolari. Di fronte ad un soggetto che ha avuto dei problemi cardiovascolari (infarto o altro) il suggerimento è quello di somministrare Statine (farmaci per ridurre il colesterolo). Ciò viene chiamato dai medici “Prevenzione secondaria”. Nei casi in cui il colesterolo è alto ma non vi sono disturbi si deve attuare una “Prevenzione primaria”, cioè fare in modo che non si possa verificare un evento di malattia. Gli Americani in tal caso fanno una valutazione dei soggetti: se il soggetto ha più di 21 anni e valori di colesterolo cattivo (LDL) superiore a 190 mg/ml o è un diabetico o altri fattori di rischio: pressione elevata, fumatore, ridotti valori di colesterolo buono (HDL) conviene attuare una terapia farmacologica con Statine. Negli altri casi si farà ricorso non ai farmaci ma ad una adeguata dieta e ad una continua attività fisica. In Europa anche si fanno le distinzioni tra Prevenzione primaria e secondaria, come gli americani, ma nel contempo si è più impegnati, specie nel passato e forse anche per motivi commerciali, al trattamento farmacologico delle ipercolesterolemie.
L’attività fisica
Secondo le linee guida europee oggi si è meno aggressivi nel trattamento dei soggetti cardiopatici con valori di colesterolo poco elevati. Così l’impiego di farmaci diversi o uniti alle Statine per il trattamento non solo del colesterolo ma anche dei Trigliceridi. Le nuove strategie che si vanno attuando, non solo in America ma anche in Europa, riguardano anche l’aumento del colesterolo “buono” e la diminuzione di quello “cattivo”. A parte i farmaci l’attività fisica è in grado di aumentare la concentrazione delle HDL (colesterolo buono).
Così gli estrogeni nelle donne fino alla menopausa riducono le alterazioni cardiache al confronto degli uomini.
Una dieta particolarmente efficace per ridurre il colesterolo è quella Mediterranea, di cui ci siamo occupati nel numero scorso di 100% Fitness, in quanto contiene olio di oliva, frutta e verdura che contengono vitamine e sostanze antiossidanti, capaci di impedire l’ossidazione del colesterolo cattivo e la formazione delle suaccennate placche, pericolosissime per le arterie.