Cosa dire a proposito della prematura fine dell’apprezzato cantautore napoletano Pino Daniele, autore di indimenticabili melodie, degnamente accompagnato e commemorato dall’intera città di Napoli nel corso dei suoi funerali. Quali le cause che hanno portato alla sua improvvisa fine? I bene informati, amici e giornalisti, hanno raccontato che Pino Daniele aveva da tempo una brutta situazione cardiaca, a causa di ripetuti episodi di ostruzioni ischemiche coronariche che lo portavano a ricorrere dal suo Cardiologo a Roma. Si era verificata così una situazione di stima e particolare fiducia del paziente verso il suo specialista. In una situazione certamente non sicura dal punto di vista cardiologico per il suo futuro intanto aveva scelto di vivere a Magliano, nella Maremma toscana. La sua vita scorreva tranquilla con gli affetti a lui cari e la sua musica.
Il dramma ed il ritardo
Capita purtroppo a tante persone che soffrono di malattie cardiache che quando meno te lo aspetti il cuore ti mette in allarme ed ha bisogno di aiuto, di emergenza sanitaria, di ricorrere a chi ti può soccorrere nel modo migliore e nel più breve tempo possibile. Non c’è tempo da perdere! E così è stato anche per Pino Daniele. Vi sono state avvisaglie dolorose al cuore (Angine) sempre più frequenti e era chiaro che doveva recarsi ad un Centro Cardiologico al più presto. Dai resoconti giornalistici abbiamo appreso che dalla sua abitazione di Magliano fu contattato il 118 ed una ambulanza avrebbe raggiunto la sua casa entro mezz’ora dalla chiamata per trasportarlo presso l’Unità Coronarica di Grosseto che ha un valido Servizio di Cardiologia a 28 chilometri di distanza. La stessa ambulanza però fu fermata perchè Pino aveva deciso di portarsi con la sua auto a Roma, dal Cardiologo di fiducia presso la Cardiologia dell’Ospedale Sant’Eugenio, con un tempo di percorrenza di circa 2 – 3 ore, traffico permettendo. Sempre dai giornali nei giorni seguenti alla sua scomparsa abbiamo avuto notizia che il percorso che doveva effettuare Pino Daniele fino a Roma è stato molto laborioso per vari motivi, determinandone forse anche un ulteriore peggioramento delle sue condizioni ed il decesso.
Il dilemma della scelta
Poteva fare una scelta diversa? Perchè non ha accettato nel momento di tranquillità dalle morse anginose del cuore di servirsi dell’ambulanza che lo stava raggiungendo e accettare il ricovero all’ospedale di Grosseto? Ciò lo poteva salvare dalla grave e finale occlusione coronarica (infarto)? Sono interrogativi che molti si sono posti. Da Cardiologo non posso affermare che una diversa scelta l’avrebbe potuto sicuramente salvare. Tuttavia andava tentata la scelta del ricovero al più presto, avendo la presenza di un medico rianimatore nell’ambulanza, al Centro cardiologico più vicino. Era una opportunità del soccorso immediato che andava tentata. Ma la “fiducia” che aveva verso il suo Cardiologo di Roma forse lo ha tradito e lo ha fatto decidere in quel modo.
Esperienze personali
Nello scrivere questa nota sulla fiducia e stima che Pino Daniele sicuramente ha avuto per il suo Cardiologo, allo scopo di far comprendere a chi legge l’utilità della scelta dell’immediato ricovero in una struttura di Pronto Soccorso sia per fatti cardiologici che di altro genere (dolori addominali violenti, intossicazioni, morsi di insetti, serpenti e così via), prima che si arrivi all’irreparabile, desidero raccontare due episodi vissuti nella mia giovane attività di medico.
Il primo accaduto quando ero ancora Assistente Volontario, dopo una intera giornata trascorsa prima presso l’Ospedale di Malattie infettive Cotugno di Napoli, allora a Capodichino, e poi presso la Clinica Medica del Policlinico napoletano. Al mio ritorno a casa in serata seppi di una chiamata urgente della mattinata da parte di una giovane coppia per il figlio di quattro anni. Mi recai sul posto immediatamente e trovai una situazione gravissima: il piccolo aveva un addome dolentissimo per un’appendicite acuta e già con segni di peritonite, condizione che occorreva già nelle ore precedenti un immediato ricovero in Ospedale. Su mia indicazione il bambino fu ricoverato al Santobono di Napoli, subito operato e dopo alcune settimane fece ritorno a casa. Uno dei tanti casi di “fiducia” nel proprio medico ma che per il ritardato intervento poteva finire in tragedia!
Altra scelta immediata
Altro episodio degno di essere raccontato fu la chiamata che ebbi a notte inoltrata per recarmi urgentemente presso il domicilio di una giovane donna, che non conoscevo, e che aveva partorito una coppia di gemelli nella giornata. Improvvisamente da alcune ore erano sopraggiunte delle gravi manifestazioni eclamptiche (Eclampsia), caratterizzate da convulsioni, ipertensione arteriosa, disturbi visivi ed un grave stato tossico. Dopo i primi tentativi di apportarle un soccorso insistetti per ricoverarla al più presto e personalmente mi preoccupai di accompagnarla presso la Clinica Ostetrica dell’Università di Napoli. Fu ricoverata con prognosi riservata e vi rimase per alcuni mesi, ma ne uscì guarita. L’eclampsia è una grave patologia della gravidanza, potenzialmente letale, e può manifestarsi prima, durante e dopo il parto. Se fosse rimasta ancora a casa difficilmente si sarebbe salvata.