Allorchè ci svegliamo l’organismo subisce diversi cambiamenti tra cui un aumento della pressione sanguigna e della frequenza cardiaca
L’interesse che la Medicina ha per ipertensione arteriosa è giustificato dalle conseguenze che il persistere dei valori pressori alti può provocare un danno cardiovascolare, come l’infarto cardiaco, l’ictus cerebrale, l’aneurisma e rottura dell’aorta nonchè scompenso cardiaco.
E’ un argomento da noi già altre volte trattato ma sul quale conviene ricordarne i vari aspetti, che rappresentano le diverse sfaccettature dell’importante argomento. Questa volta ci soffermiamo sull’aumento pressorio che si verifica al momento del risveglio mattutino.
Dall’abbassamento dei valori pressori nelle ore del sonno in cui v’è un predominio del Vago, si passa a quello del Simpatico, che porta un aumento della frequenza del battito cardiaco e della pressione arteriosa.
Va precisato a tal proposito che l’organismo umano è sotto il controllo continuo di due Centri nervosi autonomi con funzioni del tutto opposte, indipendenti dalla volontà: il Sistema Vago e quello Simpatico. Va anche detto che a tutto ciò contribuiscono vari fattori dipendenti dallo stesso soggetto.
Al momento di svegliarsi v’è un immediato ricordo delle cose importanti del giorno prima e quelle da dover fare con il nuovo giorno. Insomma un ritorno alla “cruda” realtà.
L’origine dell’ipertensione
L’ipertensione è caratterizzata da un aumento dei valori pressori del sangue nel circolo sistemico, che riguarda tutte le arterie che dal cuore e dall’Aorta si portano in tutto il corpo. La pressione sistemica ha due valori di riferimento: quella sistolica (riguardante la pressione massima) e la diastolica (quella minima). La prima è dovuta alla contrazione del cuore ed alla “spinta” susseguente del sangue nel circolo arterioso; la pressione “minima” al rilasciamento successivo del cuore e dei vasi. A riposo i valori limiti normali della pressione massima variano da 100 a 140 millimetri di mercurio (mmHg) mentre quella minima da 60 a 90. In genere viene considerata Ipertensione arteriosa quando i valori pressori superano i 140 di massima e i 90 di minima.
Come controllarsi
Proprio per quanto abbiamo riferito precedentemente, sulla possibilità che al risveglio la pressione arteriosa può risultare più alta, questa andrebbe controllata al mattino, a digiuno, prima del caffè, della colazione e della abituale sigaretta per i fumatori. Dovrebbe essere evitata anche la somministrazione di farmaci, lavarsi la faccia e altre parti del corpo, in quanto potrebbero derivarne stimolazioni neuro-vegetative in grado di modificare i reali valori prima della misurazione. Eventualmente si possono lavare solo le mani con acqua calda. Occorre poi precisare che la cosiddetta “automisurazione” a casa con i classici sfigmomanometri o con i moderni apparecchi elettronici digitali consentono una facile misurazione ma innanzitutto si hanno dei valori pressori più veritieri di quelli riscontrati presso gli Ambulatori medici o Farmacie. Per molte persone si verifica il fenomeno dell’aumento pressorio dovuto a un fatto emozionale in presenza del medico o farmacista e perciò si parla di Ipertensione da camice bianco.
La misurazione della pressione
Di regola se non v’è necessità per cui il controllo della pressione viene effettuato anche due volte al giorno, mattina e sera, quando v’è inizio di trattamento con farmaci ipotensivi, aumenti o abbassamenti improvvisi pressori, disturbi vari (cefalea, palpitazioni cardiache, malessere generale) la misurazione può venire controllata ogni 7-10 giorni. Sembra forse esagerato elencare questi consigli ma è opportuno attenersi a certe precauzioni. L’ambiente freddo, rumoroso, lo stato nervoso o agitato del soggetto possono alterare la realtà della pressione aumentandone i valori. Al momento della misurazione pertanto occorre stare comodamente seduti e ben rilasciati per circa tre minuti; il braccio va posizionato all’altezza del cuore e poggiato possibilmente su di un tavolo. Il bracciale dell’apparecchio va avvolto alla parte superiore del braccio con il margine inferiore (da dove partono i tubicini per l’apparecchio di misurazione) a due centimetri sopra la piega del gomito. Va praticata una prima misurazione seguita dopo un minuto di pausa ogni volta da altre due misurazioni. Di queste due ultime misurazioni poi va fatta la media (i valori delle due misurazioni – sia della massima che poi della minima – vengono queste ultime separatamente prima sommati e poi il totale diviso due). I risultati delle operazioni sono i valori da ritenere validi. Le tre misurazioni vengono fatte per eliminare le possibili interferenza con le condizioni neuropsicologiche del soggetto in esame. I diversi controlli nel tempo vanno trascritti, conservati e presentati poi al proprio medico. Sarà quindi sempre il medico a decidere sull’inizio o meno del trattamento farmacologico ipotensivo o come proseguire nel modo migliore la cura. In conclusione i valori pressori al di sopra della norma, specie se controllati con farmaci, alimentazione adeguata e attività fisica non devono destare preoccupazione se non esistono altri “fattori di rischio” come l’obesità, il sovrappeso, il fumo di sigaretta, l’aumento del colesterolo, dei trigliceridi, il diabete non controllato e la sedentarietà. Condizioni che possono favorire nel tempo il danno cardiovascolare.
Ottimo