Comunemente viene detto e ritenuto da molti che la pressione arteriosa negli individui deve essere pari a cento più gli anni d’età. Ciò non è esatto dal punto di vista medico in quanto vi può essere un soggetto, uomo o donna, di 60 anni e più con una pressione massima di 120 ed in perfette condizioni cardiocircolatorie. Perciò vengono considerati normali i valori pressori di 130 – 140 millimetri di mercurio per la pressione massima e 80 – 90 per la minima, senza alcun rapporto con l’età della persona. Allorchè i valori pressori massimi scendono sui 90 – 100 e quelli minimi sui 50-60 parliamo di ipotensione arteriosa.
Questa condizione può verificarsi per vari motivi e viene differenziata in acuta o parossistica e cronica o permanente. Va precisato che la pressione arteriosa è determinata da un equilibrio che è dato dalla forza contrattile del cuore (gittata cardiaca sistolica) e dalle resistenze periferiche delle pareti dei vasi (arterie e piccole arterie). La sintomatologia di chi ha un abbassamento della pressione arteriosa è caratterizzata da stanchezza, nausea, debolezza muscolare, mal di capo. Nella forma acuta oltre ai sintomi precedenti la cute del corpo è pallida, fredda ed umidiccia, segni di vertigine e riduzione della quantità di urina (oliguria). Talvolta può portare ad un improvviso collasso.
Le cause dell’ipotensione
Pertanto le cause che influenzano i valori pressori e nel caso specifico quelle che possono determinare una pressione arteriosa bassa vanno ricercate nelle condizioni del cuore, quelle vascolari (arterie e vene) e nervose. Tra le condizioni cardiache: una eccessiva frequenza del battito del cuore (tachicardia) tale da non consentire un adeguato riempimento delle camere cardiache e quindi della quantità di sangue (gittata cardiaca) necessaria. Va considerata poi l’Ipovolemia, cioè una ridotta quantità di sangue nel circolo cuore-periferia, come l’improvvisa o cronica perdita di sangue (emorragia). Infine una estesa perdita della forza contrattile del cuore non riesce a mantenere la regolare spinta propulsiva della massa sanguigna, con conseguente abbassamento della pressione arteriosa.
Tra le cause vascolari consideriamo l’alterato meccanismo di regolazione dei vasi, tra vasocostrizione e vasodilatazione. Così l’effetto di sostanze (farmaci) che agiscono favorendo una vasodilatazione periferica e l’alterato equilibrio dei pressocettori, che sono dei regolatori della pressione arteriosa localizzati nelle arterie e capaci di regolare nell’arco di pochi secondi la pressione arteriosa specie quando si passa da una posizione coricata a quella in piedi. In questa posizione è necessario un normale equilibrio pressorio per l’arrivo del sangue ai centri cerebrali; cosa non necessaria con l’abbassamento pressorio quando si sta in posizione coricata.
L’ipotensione ortostatica
Questa condizione si verifica in particolar modo allorchè si passa da una posizione da coricato (clinostatismo) o a quella eretta (ortostatismo), come al mattino si passa dalla posizione a letto in quella in piedi o quando dopo molti giorni di degenza una persona incomincia ad alzarsi. Specie negli anziani la risposta equilibratrice della pressione può ritardare e dare dei segni di ipotensione e riduzione del sangue al circolo cerebrale con sensazione di mancamento e vertigini. Si parla in tal caso di Ipotensione ortostatica.
Anche il sistema nervoso può favorire episodi acuti o cronici di ipotensione arteriosa per uno squilibrio ed un’alterata risposta dei recettori pressori. In alcune malattie, come nel Parckinson ed in altri quadri di malattie neurologiche si possono avere episodi di ipotensione.
Cosa fare per l’ipoteso
Innanzitutto di fronte a chi si scopre ipoteso occorre chiarire, e questo è compito del medico o specialista, che trattasi di un fatto acuto o cronico già di vecchia data. Nel primo caso una accurata visita medica potrà stabilire se c’è una perdita di sangue (emorragia) in atto e chiarire la sede con opportuni accertamenti e quindi la cura o ricovero immediato in Ospedale. Anche una malattia cardiaca (infarto, scompenso cardio-circolatorio) o una implicazione infettiva e nervosa richiedono una immediata diagnosi e provvedimenti terapeutici o ricovero ospedaliero. Per le persone che da tempo hanno notato un abbassamento pressorio conviene sempre far capo al proprio medico o specialista per indagare sulla causa dell’ipotensione con conseguente trattamento. In genere i presidi curativi, sia nell’immediatezza della fase acuta o per quella cronica, agiscono stimolando il tono nervoso adrenergico (vasomotore simpatico), ma va sempre effettuato una terapia mirata sulla causa dell’ipotensione. Va precisato che per quelle ipotensioni di modesta entità, senza alcun segno di quelli sopra descritti non occorre praticare alcuna cura.
Accorgimenti e Alimentazione
A tal proposito va ricordato che, specie nel periodo estivo con il clima afoso, coloro che sono in trattamento con farmaci ipotensivi per l’abbassamento della pressione possono avere dei periodi con valori bassi, sino a 100 – 110 di massima con presenza anche di disturbi.
E ciò per effetto dei farmaci che hanno un effetto che abbassa la pressione, a cui si aggiunge la vasodilatazione delle arterie e delle vene dovute al caldo e la forte sudorazione con perdita di Sodio e Potassio. Occorre perciò anche nei mesi caldi controllare la pressione e contattare il medico curante, che provvederà a consigliare, quando è necessario, un ritocco alla cura farmacologica anche per breve tempo, in modo da evitare i disturbi e i rischi di una pressione arteriosa troppo bassa. Così quando si verificano quei disturbi provocati dall’ipotensione ortostatica allorchè dopo molti giorni di letto o al mattino nell’ alzarsi e si cambia posizione del corpo.
Al momento se compaiono vertigini e disturbi di mancamento con sensazione di svenire occorre riprendere la posizione clinostatica, rimettendosi subito a letto o coricarsi anche a terra in modo da consentire la normale circolazione sanguigna dai piedi alla testa, come per i vasi comunicanti. Solo così i disturbi scompaiono, evitando una pericolosa caduta a terra, ma nell’alzarsi poi, dopo una decina di minuti, è necessario sempre sedersi stando a terra o sul letto per alcuni minuti e quindi mettersi in piedi. Questa attenzione andrà sempre fatta per i soggetti anziani o già ipotesi allorchè si alzano al mattino dal letto. Ciò consentirà un adeguato, anche se lento, compenso pressorio senza alcun disturbo.
Per l’alimentazione l’ipoteso deve avere un apporto di liquidi, circa un litro al giorno e nel periodo estivo anche due litri, e sali minerali. Il Sodio contenuto nel sale da cucina può migliorare i valori pressori (perciò viene ridotto nei soggetti con la pressione alta). Molta frutta, ricca di vitamine e potassio, è consigliabile mangiare nel corso della giornata in particolar modo nei mesi estivi. Evitare poi pasti abbondanti con molti grassi e cibi elaborati. E’ ormai noto che un pasto abbondante appesantisce e allunga la digestione riducendo la pressione nelle arterie.