Malattia renale cronica

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La malattia renale cronica è una patologia in progressiva espansione nella società occidentale. Le stime più aggiornate quantificano in circa il 10% la popolazione affetta da patologie renali di diversa gravità. Infatti, il progressivo invecchiamento della popolazione, unitamente all’ esplosione delle malattie metaboliche, tra cui il diabete e l’ ipertensione arteriosa, fanno sì che da qui al 2020 raddoppierà il numero complessivo di persone in trattamento renale sostitutivo e, quindi, in dialisi o portatori di trapianto renale. La pericolosità della insufficienza renale cronica è legata al suo alto rischio cardiovascolare e di mortalità precoce. Da qui la necessità di una gestione della patologia più efficace, di una maggiore prevenzione e, soprattutto, di una più stretta collaborazione tra i nefrologi e gli altri medici e farmacisti, in particolare i medici di famiglia, che possono per primi diagnosticare problemi iniziali o fattori di rischio per l’insufficienza renale. Complessivamente in Italia, secondo i più recenti dati del censimento della Società Italiana di Nefrologia, ci sono 50 mila pazienti che si sottopongono a dialisi ed ogni anno si registrano circa 10.000 nuovi casi di pazienti con insufficienza renale che necessitano di dialisi cronica.
L’IRC può essere provocata da una serie di patologie che influiscono sulla funzionalità renale, come l’ipertensione arteriosa o il diabete mellito. Ci sono, poi alcuni fattori di rischio che favoriscono il verificarsi della patologia:

  • l’obesità
  • l’ipercolesterolemia
  • infezioni urinarie

La funzione renale è suddivisa in cinque stadi e viene definita con lavelocità di filtrazione glomerulare (VFG), misurata in ml al minuto.
Questa misura si ottiene valutando la clearance o la purificazione della creatinina, cioè la capacità del rene di ripulire il sangue dalla creatinina. Dallo stadio 3 allo stadio 5 la capacità di filtrazione peggiora lentamente.
Lo stadio 5 viene definito fase terminale; ciò significa che i reni hanno quasi totalmente perso la loro funzione ed è, pertanto, necessario un trattamento che sostituisca la funzione renale: la dialisi o il trapianto. Il primo passo per curare l’IRC è capirne le cause.
Medico e paziente devono mettere in atto tutte le misure necessarie per rallentare l’evoluzione della malattia, al fine di prolungare la sopravvivenza renale ma anche la qualità della vita.
Il trattamento medico dell’IRC prevede:

  • Riduzione della progressione della malattia attraverso la terapia nutrizionale
  • Trattamento delle complicanze
  • Preparazione per la terapia sostitutiva: dialisi o trapianto
  • Adeguamento dello stile di vita: attività fisica e rinuncia al fumo.

Un’assunzione ridotta delle proteine (non oltre 0,7 g al giorno per kg di peso corporeo) oltre a mantenere l’equilibrio dell’organismo ed uno stato nutrizionale soddisfacente, consente di ridurre la progressione dell’ IRC.
Le proteine sono componenti importanti per il nostro organismo, ma sovraccaricano maggiormente i nefroni ammalati aumentando la pressione all’ interno del glomerulo.
Le proteine animali sono definite anche proteine nobili, perché l’organismo non è in grado di sintetizzarle da sé e, pertanto, sono indispensabili in quanto apportano amminoacidi essenziali. Nella dieta ipoproteica, le proteine animali devono essere assunte in quantità modeste senza però escluderle completamente.
Le proteine vegetali, chiamate anche proteine non nobili, possono in parte essere sostituite da prodotti dietetici aproteici, come pane, pasta e merendine. Un apporto moderato di potassio, fosforo sodio e sale è indispensabile per la nutrizione aproteica. È importante controllare i livelli di potassio per evitare problemi cardiaci. Il fosforo, invece, è fondamentale per il mantenimento della salute delle ossa. Bisogna, inoltre, adeguare l’apporto di sodio per tenere sotto controllo la pressione arteriosa. Nel regime alimentare dell’IRC, a partire dallo stadio 3, sono di grande aiuto gli alimenti dietetici a basso contenuto proteico: ipoproteici o aproteici.
Grazie a questi alimenti il paziente IRC può:

  • Ridurre l’apporto proteico, per non affaticare la funzione renale
  • Gestire l’apporto calorico per raggiungere o mantenere il peso ideale

Limitare l’assunzione di sodio, fosforo e potassio. Quando si segue una dieta ipoproteica, tutte le proteine alimentari devono essere ridotte. Il consumo di prodotti aproteici consente di apportare proteine nobili, come carne, pesce, uova e latte, ma anche proteine non nobili come pane, pasta e biscotti. Gli alimenti aproteici hanno un contenuto di proteine inferiore o uguale all’1%, mentre quelli ipoproteici hanno un contenuto maggiore dell’1%, ma inferiore al 2%. Una dieta aproteica non comporta una rinuncia delle proprie abitudini alimentari o dei piatti gustosi. Oggi è disponibile un’ampia gamma di prodotti aproteici come pasta, pane, farina, cereali, biscotti, merendine e tante altri. Con questi prodotti è possibile preparare piatti squisiti conservando il gusto degli alimenti. Seguire una dieta aproteica non vuol dire mangiare poco, ma ridurre il contenuto di proteine e sali minerali. In farmacia sono disponibili alimenti aproteici, con un contenuto di proteine inferiore ad 1g per 100g di prodotto. Essendo poveri di sodio, potassio e fosforo si adattano perfettamente anche alle esigenze di coloro che soffrono di una funzionalità renale limitata e che quindi devono seguire una dieta povera dei minerali citati. Questi alimenti sostituiscono nella dieta ipoproteica i prodotti a base di cereali come la pasta ed il pane.
Sono quindi un importante contributo per abbassare il livello di proteine nell’alimentazione senza dover rinunciare a piatti tipici e gustosi. Essendo prodotti dietetici a fini medici speciali questi alimenti sono indicati nell’ambito di un regime dietetico sotto controllo medico.

 

di Giuseppe De Simone

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