Il Taping NeuroMuscolare

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È già un decennio che, soprattutto in ambito sportivo, si vedono “strani cerotti colorati” attaccati sulla pelle degli atleti. E, dato che lo sport fa tendenza, questa “moda” ha dilagato velocemente, tanto che ho trovato (lo giuro!) su internet – in promozione- dei cerotti per la lombalgia e per l’epicondilite pronti all’uso: un triste scempio per chi come me fa del suo lavoro una cosa estremamente seria.
La storia dei bendaggi con scopi terapeutici risale, esclusa la medicina cinese, ai tempi dei greci e dei romani: nell’Iliade, Achille benda il braccio e le ferite di Patroclo.
Negli ultimi trenta anni sono state sviluppate varie tecniche di bendaggio anelastico ed elastico in diverse parti del mondo, ma all’origine di queste metodiche rimane sempre la compressione delle varie parti del corpo.
Risalgono invece agli anni Settanta le nuove tecniche di taping che prevedono l’applicazione di un nastro adesivo elastico, con diversi livelli di tensione, che forniscono sempre uno stimolo di tipo compressivo in grado di dare un’assistenza esterna ai muscoli e che trova applicazione soprattutto in ambiente sportivo.
Nel 2003 in Italia, l’australiano David Blow modifica le tecniche di nastratura concentrica e propone, per la prima volta, il concetto di un nastro applicato con azione eccentrica, sulla pelle e sui muscoli attraverso un metodo di decompressione e dilatazione del tape: il Taping NeuroMuscolare (NMT) è una terapia biomeccanica che utilizza stimoli decompressivi e, attraverso di essi, facilita il drenaggio linfatico, favorisce la vascolarizzazione sanguigna, riduce il dolore, normalizza la tensione muscolare e migliora il range di movimento muscolo-articolare, correggendo l’allineamento articolare e di conseguenza l’assetto posturale. Richiede tuttavia una precisa conoscenza dell’anatomia e della biomeccanica muscolare, una capacità di individuare punti di repere corporei e un posizionamento impeccabile per svolgere al meglio la sua funzione.
è una tecnica correttiva sensoriale che si basa sulle naturali capacità di guarigione del corpo, con un approccio nuovo, innovativo e non farmacologico. Essendo una terapia non invasiva completa il processo riabilitativo (talvolta può essere usata come unica risorsa) offrendo ai pazienti una cura alternativa, efficace e localizzata. In sintesi agisce su quattro livelli:

  • Sensitivo: stimola i recettori cutanei,muscolari e articolari, controllando lo stimolo doloroso
  • Muscolare: riduce la fatica, rendendo performante la contrazione muscolare
  • Linfatico e sanguigno: migliora il drenaggio linfatico, aumenta la circolazione e riduce l’infiammazione
  • Articolare: aumenta l’ampiezza del movimento e funge da stabilizzazione a livello fasciale

Il nastro che viene utilizzato per il Taping NeuroMuscolare è uno strato di cotone di pochi millimetri di spessore con adesivo acrilico spalmato a onde. La superficie adesiva è protetta da carta removibile; il nastro presenta un’elasticità sovrapponibile a quella cutanea, è elastico solo in lunghezza e resiste all’acqua;può essere applicato per più giorni, non contiene alcun principio attivo e può essere usato su bambini, adulti, anziani e donne in gravidanza. L’applicazione insieme al movimento del corpo produce micromovimenti del nastro che stimolano i recettori cutanei e quelli degli strati sottostanti determinando una risposta muscolare riflessa. Il nastro può essere applicato in svariati modi a seconda dell’effetto che desideriamo ottenere in quel preciso momento e in tutto il tempo che separa una seduta e l’altra.
Va applicato con moderazione perché può “causare dipendenza” dato il suo effetto di sicurezza psicologica, nel senso che il paziente, sentendosi molto sollevato, non vorrebbe più separarsene.
Oltre l’aspetto psicologico, come già spiegato abbondantemente, il taping ha numerosi effetti sul corpo e, per questo, deve essere applicato da professionisti che hanno studiato, ricercano e sanno gestire tali variazioni e, soprattutto, non seguono le mode..ma le evidenze scientifiche!

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