Utili consigli per la sindrome cervicale

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Il primo passo per chi ha un disturbo cervicale è innanzitutto ricevere una minuziosa valutazione. Questa prima visita analizza tutti i potenziali aspetti del problema: un’anamnesi accurata che descrive la sintomatologia attuale e gli eventuali episodi dolorosi, traumatici o chirurgici precedenti, l’ispezione e la palpazione del collo è il primo passo diagnostico. Si cerca di individuare gonfiori (gozzo) o atrofie muscolari intorno al collo, sporgenze o malallineamenti (sublussazioni) vertebrali, si osserva il portamento della colonna e della testa. Dopo la palpazione statica, nell’intento di definire la posizione delle vertebre, si aggiunge la “palpazione in movimento” per captare la funzionalità dei singoli segmenti vertebrali. Il fisioterapista riconosce con la sua sensibilità nelle dita ed esperienza, il segmento bloccato o quello ipermobile, dove i legamenti sono lassi o lesi.
Il prossimo passo è l’esame del ROM (range of motion) della colonna cervicale: la flessione in avanti, la retroflessione, la lateroflessione e la rotazione verso destra e sinistra.
L’integrità di questi movimenti conferma già il buon funzionamento della colonna o, nel caso contrario, un difetto specialmente lì dove rimane vulnerabile tra la sua fuoriuscita dall’atlante e l’entrata nel cranio, causa gravi giramenti di testa, perfino dei deficit neurologici. Le indagini diagnostici generali, con esami fisici e strumenti semplici, ci danno le informazioni globali del caso. Le radiografie del tratto cervicale, vengono richieste come di routine. Solo dopo aver stabilito l’origine della patologia e formulato la diagnosi e la prognosi, si potrà procedere alla terapia. Possiamo avere:
La cervicalgia: vuol dire dolori alla colonna cervicale. L’origine va dal semplice spasmo muscolare dopo raffreddamento, all’artrosi (calcificazioni intorno alle articolazioni – e corpi vertebrali), all’anchilosi spondilartritica (perdita dell’articolarità), dove i legamenti calcificano e rendono la colonna come un bastone di bambù. La cervicalgia semplice è una disfunzione che risponde pefettamente alle cure manipolative.
La cervico-brachialgia: è un dolore nevralgico che origina dal collo e che irradia verso il braccio. La causa è l’irritazione di una o più radici nervose che fuoriescono dalla colonna cervicale e che terminano nelle strutture remote delle braccia. Messaggi sbagliati vengono impartiti a livello dei fori di congiugazione ai nervi afferenti (nocicettori) i quali portano le informazioni (dolori) dalla periferia (braccia) al cervello. Anche pressioni sul midollo spinale da ernia discale o tumori possono causare dolori cervicobrachiali.
La cervico-occipitalgia: è una condizione dolorosa che ha origine alla nuca (colonna cervicale) e che irradia verso la testa, qualche volta fino sopra o dietro un occhio (pseudoemicrania). La causa è sovente una tensione nervosa (psichica) o una posizione uniforme e prolungata davanti al video che irrigidisce i muscoli occipitali. Questi bloccano il libero giuoco delle articolazioni cervico-occipitali e atlanto-assiali (C1-C2). Viene così irritato e infiammato il nervo suboccipitale.
Il secondo passo è quello di effettuare una adeguata fisioterapia in modo da riportare velocemente la muscolatura cervicale ad una tensione accettabile e le vertebre alla corretta mobilità: questo risultato viene ottenuto (nella maggior parte dei casi) tramite varie tecnicne manipolative, che consentono di rimuovere in varie sedute l’accumulo di tensione muscolare nel tratto cervicale alto, quello delle vertebre atlante ed epistrofeo.
La cura manipolativa viene coadiuvata dalla fisioterapia generale, come lo stretching passivo, le terapie con correnti analgesiche, il laser, la magnetoterapia, la ginnastica attiva
Il terzo passo è quello di impostare un piano di rieducazione che vada a stabilizzare i risultati ottenuti. Si tratta di una fase estremamente personalizzata, che può comprendere interventi sulla postura, ma anche sull’alimentazione o sull’attività fisica

di Veronica Di Martino

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