La riabilitazione neurologica

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Dato il tema a me caro, intendo quanto state per leggere un pre-articolo, come quelle romantiche e machiavelliche prefazioni dei libri gialli che sembrano dirti poco, ma in realtà ti aprono la mente ad orizzonti che mai avresti immaginato di vedere poi.
Ogni volta che devo spiegare a qualcuno cosa si intende per riabilitazione neurologica mi viene in mente questa poesia degli anni Settanta:

Tu non ottieni la porcellana mettendo la terra raccolta al sole. Tu devi mettere la terracotta al calore bianco del forno se vuoi ottenere la porcellana. Il calore rompe alcuni pezzi. L’invalidità rompe alcune persone…

Il paziente neurologico ha avuto un danno del sistema nervoso nelle sue componenti centrale (encefalo, cervelletto, tronco encefalo o midollo) e/o periferiche (nervi e giunzioni e placche neuromuscolari), ad eziologia varia (vascolare, traumatica, infettiva,metabolica…) che gli ha provocato una limitazione delle sue normali possibilità operative a causa di una riduzione del ventaglio delle proprie abilità motorie, linguistiche, prassiche, comunicative e percettive.
Per neuroplasticità s’intende la capacità del SN di andare incontro a modificazioni strutturali e funzionali in risposta oltre che ad eventi fisiologici e stimoli ambientali anche e soprattutto ad eventi patologici, diventando uno dei meccanismi alla base del recupero in tale ambito. La sfida per paziente e terapista sta proprio nello scoprire modi e mezzi per influenzare tale rimodellamento cerebrale (e quindi il recupero), senza però cadere nella trappola materialista che disumanizza l’Essere Umano privandolo di quegli elementi “magici” che lo rendono tale (Agnati).
Le varie ipotesi teoriche avanzate a sostegno del recupero funzionale del SNC possono essere schematicamente raccolte in due gruppi che identificano due tipi generali di recupero:

  • Il recupero adattivo secondo cui la funzione non è sostituita, ma solo compensata: i cambiamenti comportamentali dopo un danno cerebrale, quindi, includono non solo le difficoltà ridotte dal danno, ma anche i cambiamenti nel comportamento che un individuo sviluppa allo scopo di compensare tali difficoltà. Le varie tecniche terapeutiche utilizzate mirano ad addestrare ed a far acquisire una serie di abilità e di competenze, in grado di compensare quanto “perso”.
  • Il recupero intrinseco caratterizzato invece dalla possibilità di riottenere un controllo nervoso sulle funzioni lese e in grado di permettere il ripristino di una motricità funzionalmente utile, attraverso training specifici.

L’obiettivo, in ogni caso, è sempre lo stesso: creare strategie.
Le metodologie, gli strumenti, i percorsi riabilitativi possono essere i più disparati: non il tutto a tutti, né lo stesso trattamento a tutti, ma la best practice riabilitativa per tutti.
La pratica va sempre personalizzata, sta alle competenze e alle abilità del fisioterapista inserire la matrice adatta a quel paziente, in quel momento, in quel dato contesto:

…Ma una volta che la terracotta passa attraverso il fuoco al calore bianco e ne viene intera, questa non tornerà mai ad essere terracotta; una volta che una persona ha superato un’invalidità con il suo coraggio, la sua determinazione e il suo lavoro duro, egli ha una profondità di spirito che tu ed io conosciamo poco”.

 

di Brigida Pinto

La Piramide di Bobath: percorso terapeutico per  la riabilitazione neurologica

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