Tutta colpa dell’otite

0
4012
2/5 - (145 votes)

L’infiammazione della cassa timpanica, vale a dire l’otite media, è una delle patologie più incidenti nel bambino nei primi sei mesi di vita ed è la più frequente causa di perdita uditiva nei primi 3 anni. Si tratta di un’infezione di natura batterica o virale, caratterizzata dal ristagno di versamentodi muco all’interno dell’orecchio medio. Tanti i possibili fattori di rischio.

  • La stagionalità: tipica delle stagioni fredde, l’otite media tende a regredire in maniera spontanea con le temperature più calde, proprie del semestre primavera- estate.
  • L’età del paziente: all’altissima incidenza in età pediatrica, si contrappone una brusca diminuzione in età adolescenziale e di più adulta.
  • Il sesso. Si osserva una netta prevalenza nel sesso maschile.
  • Allattamento artificile ed uso prolungato del biberon e del ciuccio.
  • Allergopatie ed esposizione al fumo passivo.
  • Iperplasia adenoidea.
  • Bruschi cambiamenti di pressione atmosferica, infine, possono rappresentare delle condizioni scatenanti o quantomeno predisponenti.

Dopo il primo esordio acuto l’otite può denire “ricorrente”, con ricadute sistemiche nel periodo invernale. La caratteristica dell’intermittenza del disturbo e dell’ipoacusia che esso può determinare, rappresentano sovente gravi impedimenti per lo sviluppo del linguaggio e quindi per la qualità di vita del soggetto.
La perdita uditiva in età precoce rappresenta la complicanza più frequente dell’otite media ricorrente: l’essudato presente nell’orecchio medio determina un aumento dell’impedenza della membrana timpanica, con la conseguente difficoltà da parte del soggetto di ricevere ed elaborare le informazioni acustiche. Risulta infatti consigliabile l’esecuzione dei test audiometrici nei casi in cui l’otite duri da oltre 3-6 mesi o nell’eventualità di un ritardo di linguaggio associato. La prognosi dell’otite è generalmente benigna ed il paziente va incontro, nella maggior parte dei casi (anche in quelli non diagnosticati), alla completa regressione della sintomatologia.
Tuttavia debellare l’otite non ha un effetto risolutivo immediato sul deficit linguistico, secondario all’ipoacusia transitoria e le conseguenze comunicative per il soggetto possono persistere e risultare ancora compromesse. Il diverso livello di severità della deprivazione uditiva, infatti, interferisce in maniera più o meno marcata sulla maturazione linguistica; la compromissione può spaziare dalla semplice carenza nell’acquisizione di schemi fono-articolatori a deficit più estesi delle competenze linguistiche o relativi all’apprendimento scolastico.
La valutazione logopedica, con strumenti ed aspettative differenti fasce d’età, ha lo scopo di indagare il linguaggio e la comunicazione del soggetto, mediante l’analisi dei diversi livelli.

  • Fonologico: analizza le capacità del soggetto di articolare i suoni della lingua (evidenziando eventuali dislalie audiologiche) e di combinarli tra loro in parole e frasi.
  • Morfo-sintattico: in assenza di deficit uditivi o cognitivi inizia a svilupparsi intorno ai 24 mesi.
  • Lessicale: mediante comparazione del vocabolario del bambino a standard di riferimento.
  • Pragmatico: relativamente agli scopi ed alle funzioni del linguaggio stesso.

Nei soggetti in età scolare risulta necessaria una valutazione dettagliata delle competenze di letto- scrittura. Un deficit acustico, anche di grado lieve, può avere gravi ripercussioni sull’apprendimento. La facile affaticabilità, la distribilità e la difficoltà nell’acquisire i contenuti scolastici vengono spesso male interpretate da insegnanti e familiari che attribuiscono tali carenze alla pigrizia o all’insufficiente impegno del ragazzo.
Quindi….apriamo bene le orecchie e che il messaggio arrivi …”forte e chiaro”!!!

 

di Mariarosaria D’Esposito

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.