Paroliamo… Il linguaggio nei primi due anni di vita.

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Nasciamo naturalmente predisposti alla comunicazione, ben equipaggiati e dotati di una tendenza alla relazione che si attiva e si perfeziona con il contatto con l’ambiente circostante.
Ma come potenziare questa dote innata, aiutando il piccolo ad acquisire un linguaggio ricco e ben articolato? Durante la fase “preverbale” vale a dire la precedente all’apprendimento del linguaggio, quindi entro il primo anno di vita, è importante che il neonato venga esposto in maniera costante alla sua lingua madre. Tale contatto avviene semplicemente comunicando con lui in maniera diretta. Molto efficace risulta in questo primo stadio la ripetizone dei suoni vocalici del bambino. Il feedback acustico che ne riceve aiuta il perfezionamento delle abilità fono-articolatorie; inizia inoltre la prima alternanza dei ruoli propria dello scambio comunicativo. Nella fase successiva alla produzione delle prime parole, il compito dell’adulto sarà principalmente quello di incentivare la strutturazione del nascente vocabolario. Denominare gli oggetti aiuterà il bambino ad arricchire il suo lessico e ad attingervi nelle diverse circostanze. Molto efficace in questo stadio l’utilizzo di libri illustrati che consentono l’immediata presentazione delle immagini e l’ascolto dei nomi che le identificano contribuendo a facilitarne la memorizzazione.
Sin dai primi giorni occorre fornire al neonato un modello linguistico ben articolato e variegato che via via dovrà aumentare di complessità nel corso del tempo ed in rapporto alle abilità comunicative del bambino. Alla singola parola si sostituisce la frase strutturata e pian piano il libro illustrato lascerà posto a favole e racconti.
Naturalmente ognuno ha i suoi tempi! Benché esistano standard cronologici circa lo sviluppo linguaggio bambini, la variabilità individuale risulta plausibile e non patologica, come accade per svariati ambiti dello sviluppo. Ad esempio alcuni imparano a camminare prima di altri, ma alla fine tutti corrono! Sono riconoscibili tuttavia comportamenti significativi che posso allertare il genitore circa un eventuale ritardo del linguaggio o della comunicazione e consentirne una diagnosi precoce. L’assenza di contatto visivo può rappresentare un primo segnale: il neonato già dopo pochi mesi dovrebbe guardare negli occhi il genitore che gli parla o chiunque lo chiami per nome. E’ ad un anno che attendiamo la comparsa delle prime parole, ma sarà solo ventiquattro mesi compiuti che la totale assenza di linguaggio verbale dovrà indurre ai necessari approfondimenti specialistici.

 

di Mariarosaria D’Esposito

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