La Voce

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“Brava! Brava! Sono tanto brava!”
Era il 1965 quando Mina lasciava sbalordita l’Italia intera con la sua voce ed il suo talento eccezionali.

Ma cos’è la voce?
Si tratta forse del meccanismo fisiologico che forse più di ogni altro sfugge ad una definizione univoca.
Senza ombra di dubbio costituisce il supporto fondamentale alla nostra comunicazione verbale: è lo strumento privilegiato che utilizziamo per trasferire all’altro i nostri contenuti informativi. La voce inoltre porta con sé e genera emozioni in chi l’ascolta; questo accade ancor più nella voce di canto che può arrivare a manifestazioni di espressività straordinaria.
In termini più prosaici si tratta di un fenomeno sonoro che si verifica nell’uomo grazie alla vibrazione a livello laringeo dell’aria polmonare compressa. Quando parliamo o cantiamo il soffio aereo in fase espiratoria, “sonorizzato” grazie all’oscillazione delle corde vocali, risulta ancora un suono “grezzo” che più in alto, nelle cavità di risonanza, verrà arricchito di elementi timbrici ed articolato come linguaggio o canto.
Alla produzione della voce e della parola collaborano più organi e sistemi, nati in realtà con finalità differenti da quella vocale. La cavità orale e l’apparato respiratorio erano specializzati unicamente in attività indispensabili alla vita. L’evoluzione filogenetica ha dotato queste strutture e l’uomo dell’ineguagliabile dote vocale e quindi della parola e del canto.
Ma le voci non sono tutte uguali! Potremmo dire che, come accade per le impronte digitali, è propria e unica di ciascuna di noi. . Alla base di quest’enorme varietà ci sono le differenti proporzioni anatomiche degli individui: corde vocali lunghe e laringe larga producono tendenzialmente voci gravi e viceversa.
In rapporto all’altezza ed al timbro le voci vengono distinte in voci femminili e maschili.
La classica schematizzazione delle tipologie vocali le suddivide, a partire dalla più alta alla più bassa, in tenore, baritono e basso per le voci maschili e soprano, mezzosoprano e contralto per le quelle femminili.
La prima voce, in termini temporali, quella dei bambini in epoca prepuberale, viene definita voce bianca. In passato le sonorità dei soggetti che non avevano ancora sviluppato la muta vocale piacevano tanto al pubblico ed ai compositori, al punto che si ricorreva alla castrazione. Grazie a questa pratica il cantante manteneva una voce da soprano con un’estensione maggiore di circa un’ottava in acuto rispetto ad un uomo, seppure mantenendo immutate potenza e ampiezza di una voce virile.
Carlo Maria Michelangelo Nicola Brosch, in arte Farinelli, vissuto nel 700, è forse il più famoso dei castrati; si esibì nelle più importanti corti e teatri di tutta l’Europa. Attualmente una prestazione vocale vagamente simile è quella che si ottiene ricorrendo al falsetto. La voce una prerogativa dell’homo sapiens sapiens, un prodotto creato dall’individuo ed ha una sua ben precisa costituzione acustica. L’allenamento vocale, la postura e la respirazione possono contribuire in maniera importante nel potenziarne le qualità.
Demetrio Stratos rappresenta un esempio di voce “coltivata come uno strumento”.
Di origine greca, trasferitosi in Italia nel 1962, inizia la sua carriera artistica nel gruppo dei Ribelli, poi con gli Area, interpretando per lo più versioni italiane di grandi successi stranieri. Pare che abbia cominciato a giocare con la voce subito dopo la nascita della figlia. Come normalmente accade per captare l’attenzione di un bambino, si fanno dei semplici versi onomatopeici. Dopo quest’inizio quasi fortuito, Demetrio ha continuato lo studio e l’allenamento della sua voce, attingendo anche alle tecniche canore degli asiatici.
Nonostante Demetrio Stratos avesse corde vocali e strutture anatomiche assolutamente normali, è riuscito comunque a spingersi fino al limite delle umane possibilità canore, con giochi pirotecnici vocali che hanno fatto di lui un personaggio unico, punto di riferimento nello studio del canto diplofonico.
La diplofonia rappresenta una complessa tecnica di canto nella quale enfatizzando gli armonici presenti nel suono, si riesce ad emettere simultaneamente due note distinte. La voce diventa, quindi, l’inizio e la base di un lavoro individuale dagli esiti straordinariamente inimmaginabili.

“…vai per la strada, ricerca la tua propria unicità, non disperderti in quisquilie, bazzecole o pinzillacchere: come essere umano hai dovere di dare il meglio di te stesso e se questo è cantare fino a perdere la voce, che così sia.” (cit. Demetrio Stratos)

 

di Mariarosaria D’Esposito

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