Anticipatari sì o no?

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Con la riforma Moratti del 2003, i genitori sono stati liberi di iscrivere i figli, nati entro il 30 aprile alla scuola dell’infanzia già a due anni e mezzo, di conseguenza alla primaria a cinque anni e mezzo. Dopo circa dieci anni ancora ci sono tante controversie circa tale decisione. Tanti bambini sono stati catapultati in una realtà fatta di libri, scrittura, calcoli e rispetto totale di regole quando ancora non erano pronti ad affrontare il tutto. Tanti insegnanti si lamentano dei bambini anticipatari non perché non vogliano dedicarsi ai piccoli, come sostengono tante mamme che tendono a giustificare i figli, e non a guardarli con occhi più obiettivi, che faticano a star dietro a richieste per loro eccessive. Con questo non voglio sminuire le capacità cognitive del bambino, che con più o meno fatica imparerà a leggere a scrivere e far i conti, ma a che prezzo? Le maggiori difficoltà da parte degli insegnanti è riuscire a mantenere viva l’attenzione che per molti di loro è limitata, dopo una due ore iniziano a stare con la testa tra le nuvole, ad essere irrequieti non vogliono, anzi non riescono a stare fermi nel banco, e ricorderanno con nostalgia le ore alla materna dove, tolto un poco di tempo dedicato al pre-calcolo, pre-scrittura e pre-lettura il resto del tempo era dedicato a giochi, canzoni e attività manuali… ora sebbene riescano a leggere e scrivere il loro sviluppo psicologico sarà sempre di un bambino di cinque anni e mezzo, pronto a giocare e non a studiare. Sono bambini che per tutta la vita scolastica avranno a che fare con bambini più grandi di quasi un anno, con una maturità diversa, con i quali avranno poco in comune. Oggi, i bambini ci appaiono spigliati, con un linguaggio abbastanza sviluppato, esperti del telecomando, del telefonino, del computer, di giochi elettronici, ecc…
Sono questi gli indicatori che fanno di un bambino di meno di cinque anni e mezzo, uno scolaro pronto per la scuola Primaria?
I bambini per poter affrontare con facilità l’ingresso in scuola primaria devono possedere nel loro bagaglio delle competenze già acquisite:

  • completa ed armonica capacità motoria globale e di coordinazione visuo-motoria,
  • adeguate capacità visive ed uditive,
  • padronanza del linguaggio, sia in comprensione che in espressione,
  • capacità di prestare e mantenere l’attenzione,
  • capacità di elaborare (associare) simbolicamente.

Deve inoltre essere in grado di entrare in relazione con gli altri, riconoscendo e rispettando i suoi e altrui “confini” e le regole del gruppo. In sintesi deve poter integrare ed armonizzare i suoi aspetti cognitivi, affettivi e sociali. Non meno importanti le autonomie, capita che i bambini non siano neanche capaci di sapersi lavare e vestire, perché anticipati dagli adulti per ottimizzare i tempi. Il problema non è relativo alla capacità di comprendere le nuove esperienze e attività, che sappiamo avvengono spontaneamente, quanto piuttosto di natura emozionale e relazionale. I bambini anticipatari, nel lavoro si stancano prima e il rendimento ne risente, di conseguenza si sentono meno capaci dei compagni anche quando si fa di tutto per dimostrar loro che non lo sono e che ognuno di noi ha i propri tempi di lavoro. Tutto ciò, può portare a problematiche più complesse quali: il rifiuto della scuola, difficoltà relazionali e nella peggiore delle ipotesi a disturbi comportamentali. Quando si arriva a questi stadi un aiuto per i bambini può essere quello psicomotorio. Sicuramente tutto ciò non deve essere esteso a tutti i bambini, ci sono le eccezioni che confermano le regole, che affrontano la scuola in modo eccellente non solo a livello cognitivo ma anche sul piano emotivo-relazionale.

di Daniela Caiafa

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