Il metodo ABA

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Questo mese vorrei descrivere l’ABA, questa tecnica di cui si sente sempre più parlare, sembra essere la panacea per tutte le patologie, ma come dicono gli stessi esperti e specializzati della metodica non è così. Ma tutto va ad arricchire il nostro bagaglio culturale e il mese scorso sono andata ad un convegno proprio per capire…. molto spesso si associava la parola addestramento a questa metodica, spesso l’immagine che balenava alla mente era il cane di Pavlov, ma non è così. Gli approcci sono svariati, in casi di autismo molto gravi l’unico canale che si riesce a creare con il bambino passa per il cibo. Che viene posto come ricompensa o motivazione, quando il bambino risponde in modo adeguato alla richiesta, viene premiato. Ma con il passare del tempo e il consolidamento dei risultati la “ricompensa” viene modificata fino ad abbandonarla. ABA è l’acronimo di Applied Behavior Analysis, in italiano analisi comportamentale applicata. Un’evoluzione del analisi del comportamento di Skinner (1953). L’Analisi del Comportamento può essere definita come la scienza che ha come oggetto lo studio delle interazioni psicologiche tra individuo e ambiente. È una metodica che può essere applicata sia a bambini con sviluppo ritardato sia a bambini con sviluppo tipico.
Il metodo ABA cerca di capire cosa funziona o meno nella crescita del soggetto, considera l’interazione di vari fattori: famiglia – ambiente esterno.
Un obiettivo è quello di migliorare la relazione con gli altri, rendendola più efficace. Tale modalità può essere applicata anche ad altre patologie in cui è deficitaria la capacità comunicativa e relazionale. Man mano bisogna creare setting appropriati sia a scuola, in casa ecc. altro obiettivo è quello di migliorare la comunicazione. Tutti i bambini comunicano, anche quello affetto da autismo, bisogna capire quale mezzo usa. La prima comunicazione è quella comportamentale, poi motoria, successivamente si passa al pointing, poi le varie tappe del linguaggio verbale.
La comunicazione comportamentale avviene attraverso: capricci, urla, pestare i piedi ecc ma anche attraverso l’aggressività per esprimere un disagio.
L’ABA mira a migliorare i comportamenti socialmente significativi, ciò può avvenire solo se si modificano i nostri comportamenti. Bisogna basarsi su RINFORZI POSITIVI, osservare i comportamenti e analizzare i dati raccolti, poi si studiano i comportamenti in interazione con l’ambiente esterno.
Si applicano i principi comportamentali di base. Bisogna creare molte opportunità di apprendimento, il bambino deve essere sempre impegnato in un’attività costruttiva, lasciando poco spazio all’evoluzione di comportamenti disadattivi. Tutti gli aspetti dell’intervento sono individualizzati in base alla motivazione. Si parte da abilità molto semplici per arrivare a quelle più complesse. Si parte da ciò che sa fare al 100%.
Per costatare l’efficacia del sistema bisogna monitorare l’adeguatezza degli stimoli, la frequenza dell’attività, l’intensità, ignorare i comportamenti non adeguati, tranne se è auto o etero-aggressivo. Queste sono solo poche nozioni, come si suol dire un infarinatura giusto per sapere che esiste anche altro.
Per chi vuole avvalersi di tale metodica diffidate di chi non ha una certificazione di operatore ABA, molti hanno seguito un convegno, come quello che ho fatto io, o anche un corso base di qualche week-end. Questi terapisti non sono autorizzati. Per essere operatore ABA bisogna aver frequentato un corso e svolto tirocinio supervisionato e superato l’esame.

 

di Daniela Caiafa

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