Metodi non farmacologici per combattere il dolore nei bambini

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L’Associazione Internazionale per lo Studio del Dolore (IASP) definisce il dolore come “un’esperienza sensoriale ed emotiva spiacevole associata a danno tissutale effettivo o potenziale”.
La definizione sottolinea la natura sia fisica che emotiva del dolore, fenomeno complesso con componenti sensoriali, fisiologiche, cognitive, affettive, comportamentali e spirituali. Il dolore è il sintomo più caratterizzante lo stato di malattia, spesso quello più importante per il Medico per la diagnosi e l’evoluzione, e quello più temuto dal paziente, dovuto alla malattia stessa o alle procedure diagnostico-terapeutiche ad essa correlate.
Questo è vero per l’adulto, come per il bambino.
È noto che non esistono limiti d’età alla percezione del dolore: a partire già dal secondo trimestre di gestazione, il feto possiede le strutture anatomo-fisiologiche per percepire il dolore. Anzi, nel feto, nel neonato e fino a 12-18 mesi di età, vi è una ritardata espressione delle vie inibitorie, con conseguente maggiore percezione del dolore. Il dolore genera, nell’acuto, una “risposta allo stress”, caratterizzata da modificazioni organiche, fisiologiche, ormonali, metaboliche e comportamentali, con conseguenze cliniche negative (peggioramento, complicanze, prolungamento della malattia). A lungo termine, l’esposizione al dolore, specie se intensa e ripetuta, genera una sensibilizzazione “periferica” (aumento della sensibilità dei recettori periferici agli stimoli dolorosi) e “centrale” (amplificazione dello stimolo nei circuiti cerebrali), con abbassamento della soglia del dolore (dolore cronico). A parte i farmaci, ci sono gli interventi non farmacologici per il controllo del dolore nei bambini che permettono di ottenere risultati molto efficaci.
Il principio è quello di focalizzare l’attenzione del bambino lontano dallo stato di dolore. Si tratta di strategie, metodi e trucchi psicologici che sfruttano il fatto che bambino possiede una naturale capacità di immaginazione e di fantasia, di gran lunga superiore a quella dell’adulto, che gli consente di effettuare rapidi passaggi mentali tra il mondo reale e fantastico.

Le principali tecniche

DISTRAZIONE:
potente tecnica di applicazione semplice ed immediata. La distrazione non è una strategia passiva orientata a divertire il bambino, ma è un modo per focalizzare la sua attenzione su uno stimolo alternativo a quello dolorifico. Per distrarlo si può usare una vasta gamma di oggetti che evochino curiosità o attenzione: bambole, pupazzi, giocattoli, oggetti quotidiani, oppure raccontare storie, leggere libri, ascoltare musica e canzoni, guardare video e filmati, giocare con i video-giochi. La distrazione deve essere appropriata all’età del bambino e rispecchiare i suoi interessi e le sue preferenze. Gli studi hanno dimostrato l’efficacia della distrazione in molti ambiti, primo tra tutti il dolore da procedura, per esempio nella venipuntura, per le medicazioni chirurgiche e la sutura delle ferite.
Tra le varie tecniche di distrazione ci sono anche alcune strategie che prevedono la presenza di figure speciali, ad esempio i clown, i musicisti, gli animali.

RESPIRAZIONE:
insegnare gli esercizi di respirazione al bambino lo aiuta ad allontanare l’ansia, la paura e il dolore già dall’età di 3-4 anni. “Facciamo insieme dei respiri lenti e profondi… Senti l’aria che entra fresca nel naso ed esce calda dalla bocca. Gonfia i polmoni”. È utile per il dolore da procedura, ma è efficace anche per il dolore cronico. Questa tecnica distrae il bambino, riduce la tensione muscolare, rilassa il diaframma e aumenta l’ossigenazione del corpo. Ai bambini più piccoli può essere insegnato a respirare profondamente per “buttar fuori” la paura ed il dolore attraverso una nuvola rossa: si invita il bambino ad immaginare di concentrare tutto il dolore in una nuvola rossa che viene poi soffiata fuori dal corpo con tutta l’energia possibile e, una volta fatta uscire, può essere allontanata soffiando. Anche le bolle di sapone sono utilissime per gli esercizi di respirazione. Le bolle di sapone costituiscono un connubio perfetto tra le tecniche di distrazione e respirazione.

RILASSAMENTO MUSCOLARE:
come la respirazione, il rilassamento è una strategia molto utile sia per il dolore cronico che per il dolore da procedura. Differenti forme di rilassamento sono utilizzate in relazione dell’età del bambino: i bambini molto piccoli si rilassano con carezze leggere, con una voce rassicurante e con una ninna nanna, oppure quando succhiano qualcosa di dolce e vengono cullati ed abbracciati. I bambini in età scolare spesso si rilassano quando sono coccolati e massaggiati, oppure con la lettura e la musica. Dopo i 10 anni, i ragazzi possono imparare la tecnica di rilassamento muscolare, in cui gradualmente ogni muscolo è teso e poi rilassato in modo sistematico. “Mettiti più comodo possibile. Sistemati sulla tua sedia o nel tuo letto, fino a che non ti senti completamente a tuo agio. Chiudi gli occhi quando sei pronto. Prendi un respiro profondo con il naso e buttalo fuori lentamente con la bocca. Prendi ancora aria dal naso e buttala fuori lentamente dalla bocca. Adesso focalizza la tua attenzione sulla mano, stringi il pugno forte e poi rilascialo. Focalizza ora la tua attenzione sui muscoli del braccio, punta il gomito sulla sedia o sul letto, spingilo forte e poi rilascia il braccio. Inizia a rilassare i muscoli della testa e del collo. Alza le tue sopracciglia più che puoi, tieni in tensione i muscoli più che puoi e poi rilassali e lasciali andare. Socchiudi gli occhi e raggrinza il naso, tieni in tensione i muscoli più che puoi e poi rilassali e lasciali andare. Tieni i denti uniti e fai una specie di sorriso, tieni in tensione i muscoli più che puoi e poi rilassali e lasciali andare. Abbassa il tuo mento fino al petto, tieni in tensione i muscoli più che puoi e poi rilassali e lasciali andare. Prendi un respiro, trattienilo, trattienilo manda le tue spalle indietro, adesso rilassati e lascialo andare. Spingi indentro il tuo stomaco, trattienilo, trattienilo e adesso rilassa i tuoi muscoli e lascialo andare. Solleva una gamba tienila in alto poi rilassati e appoggiala sul letto o per terra. Solleva l’altra gamba tienila in alto poi rilassati e appoggiala sul letto o per terra. Punta le dita dei piedi verso il soffitto, tienili in tensione, puntali ancora, poi rilassali e lasciali andare. Fai un altro respiro profondo con il naso e lascialo andare lentamente con la bocca, prendi ancora una respiro profondo con il naso e lascialo andare lentamente con la bocca. Nota adesso come senti i tuoi muscoli rilassati”.

VISUALIZZAZIONE:
o imagery (o “viaggio mentale nel luogo preferito”): tecnica cognitivo-comportamentale complessa, derivata dalle tecniche di ipnosi, che consiste nell’utilizzo dell’immaginazione in modo che il bambino si concentri su un’immagine mentale di un’esperienza piacevole anziché sul dolore. Il bambino viene prima fatto rilassare, poi è guidato a immaginare una situazione e/o un luogo ideali in cui vorrebbe trovarsi, concentrandosi sui particolari di ciò che ha immaginato, in modo da distogliere l’attenzione dalla situazione reale che sta vivendo. È importante creare un’esperienza “multisensoriale” in cui si invita il bambino ad utilizzare tutti e cinque i sensi nell’esplorazione del luogo preferito: “Adesso lascia andare via la tua mente. Immagina di essere lontano da questa stanza, in un posto bello, quello che preferisci. Un posto dove sei già stato o dove vorresti essere. Guarda intorno a te in questo posto bello e vedi i colori che ci sono … senti i profumi … ascolta i suoni … guarda le persone che ci sono, tocca gli oggetti che ti piacciono. Guarda tranquillamente tutto ciò che succede intorno a te e rilassati in questo posto fantastico. Sei lontano da questa stanza e lontano da quello che succede al tuo corpo”. È importante dire al bambino di “prendersi tutto il tempo necessario per godersi questo momento” e che l’immagine sia vivida il più possibile, così da poter evocare sentimenti ed emozioni associati all’esperienza fantasticata.
Il ritorno con la mente al presente costituisce una parte fondamentale ed è necessario effettuarlo in maniera graduale, perchè un brusco ritorno alla situazione attuale può causare disagio: “Adesso, se sei pronto, veniamo via dal posto fantastico…torniamo nella stanza. Conterò fino a 3: 1 inizia a tornare nella stanza; 2 senti la sedia (o il letto) sotto di te; 3 apri gli occhi”. Chiedere al bambino come è andata. Discutere sul posto visitato, e dirgli che può tornare, anche da solo, nel suo luogo preferito ogni volta che lo vorrà, o visitarne un altro. La tecnica di imagery è stata usata con successo in oncologia, ma anche per il il dolore addominale ricorrente, la cefalea.

DESENSIBILIZZAZIONE:
tecnica non farmacologica in cui il bambino, attraverso la concentrazione mentale, riesce ad abbassare la sensibilità di una precisa zona corporea, sede del dolore. Nei bambini più piccoli si usa la tecnica del “guanto magico”, dai 9 anni in poi “la tecnica dell’interruttore”. Nel caso del “guanto magico”, si dice che si è calzato un guanto invisibile, massaggiando dolcemente il punto o la zona del dolore, in modo da desensibilizzarla dal dolore. Il bambino, immaginando che l’infermiere o il medico o la mamma o un volontario abbia il guanto e percependo l’effetto del massaggio sulla zona, sentirà come un intorpidimento locale che abbassa la sensibilità. La tecnica dell’interruttore consiste nello spiegare al bambino che sul proprio corpo ci sono degli “interruttori” che controllano l’invio dei messaggi di dolore. Dopo che il bambino ha raggiunto un buon livello di concentrazione, tramite il rilassamento, viene invitato a visualizzare nella sua mente un interruttore in grado di diminuire la sensibilità al dolore nella zona che fa male.
Si spiega al bambino in termini semplici come è possibile desensibilizzare una zona del corpo attraverso la concentrazione: “I nervi del tuo corpo mandano i messaggi di dolore al tuo cervello che le elabora e li rimanda indietro al corpo. Possiamo focalizzare l’attenzione sugli interruttori che controllano l’invio dei messaggi di dolore. E possiamo girare questi interruttori così che il cervello non riceve più il messaggio di dolore. Adesso concentrati, trova l’interruttore che comanda la parte del tuo corpo dolorante. Fammi un cenno con la testa quando l’hai trovato. Nota il colore e il tipo dell’interruttore e abbassalo lentamente … grado dopo grado … da cinque, a quattro, a tre e così via fino a zero…a ogni livello nota che il dolore si abbassa… continua ad abbassarlo e poi starai molto meglio”.

 

di Carlo Alfaro

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