Periodicamente mi capita che nello stesso periodo molte persone mi facciano la stessa domanda e che poi, “quasi per caso”, lo stesso argomento venga fuori anche tra colleghi! La domanda che pongo nel titolo fa proprio riferimento a quanto mi è accaduto nei mesi scorsi. Così ho deciso di parlarne anche con tutti voi. Cerchiamo di capire dunque quali sono i punti in comune delle due figure e quali invece differiscono.
L’urologo si occupa delle patologie dell’apparato genito-urinario, cioè reni, ureteri, vescica, prostata, organi genitali esterni, mentre l’andrologo focalizza la propria attenzione sulla salute maschile, con particolare riferimento alle disfunzioni dell’apparato riproduttore e urogenitale, quindi testicoli, vescichette seminali, prostata, pene, avendo particolari competenze anche dell’aspetto endocrinologico della funzione riproduttiva. Dunque, la principale differenza tra un andrologo ed un urologo consiste nel fatto che l’andrologo tratta principalmente l’area sessuale e riproduttiva del maschio e, anche quando affronta problemi di tipo uro-genitale o urologico, si occupa prevalentemente delle possibili conseguenze che questo tipo di problemi possono causare alla sfera riproduttiva. In linea di massima alcune patologie sono comuni sia all’andrologo che all’urologo (varicocele, fimosi, infiammazioni delle ghiandole genitali), mentre altre patologie sono a se stanti (patologie prostatiche, renali e vescicali); infatti molti urologi si occupano anche di andrologia e molti andrologi sono specialisti in urologia, ma le due figure sono comunque distinte, soprattutto nella specificità degli esami che eseguono. Se, per esempio voleste sapere se il vostro seme è fertile, dovreste rivolgervi ad un andrologo esperto, perché per questo tipo di esame c’è bisogno di una pratica particolarmente lunga e quindi di una notevole esperienza per poter avere una risposta precisa e attendibile. Anche gli esami ormonali che sottendono all’attività riproduttiva e che rivestono una notevole importanza per fare diagnosi di infertilità, vanno prescritti e interpretati preferibilmente dall’andrologo che in genere ha più dimestichezza nel praticare le cure e le tecniche adatte a correggere l’infertilità di coppia.
I sintomi principali in seguito ai quali è consigliabile rivolgersi ad un urologo sono: bruciori, dolori o difficoltà alla minzione, presenza di sangue nelle urine, perdite involontarie di urina, dolori o alterazioni ad organi del tratto urinario o genitale maschile. Sono diverse le indagini diagnostiche di cui l’urologo può far uso: dall’esame clinico che consiste nella palpazione dell’addome e delle logge renali, esplorazione rettale per la palpazione digitale della prostata e esame degli organi genitali esterni maschili; agli esami strumentali quali: ecografia a reni, vescica, prostata e testicoli, esame radiografico con e senza mezzo di contrasto, TAC, RM e uroflussimetria; esami di laboratorio quali esame delle urine; esame del sangue.
L’andrologo si occupa principalmente di seguire lo sviluppo dell’apparato genitale maschile dalla nascita sino alla vecchiaia. Alla nascita, l’andrologo può essere consultato per l’attribuzione del sesso o per evidenziare anomalie congenite, alla pubertà può essere consultato per trattare problemi più seri, come pubertà precoci o ritardate.
Attorno ai 20 anni, infine, può essere consultato per controllare lo sviluppo sessuale ed evidenziare qualsiasi tipo di problema come le infezioni sessuali. Quando si supera una certa età, l’andrologo viene spesso consultato per problemi di disfunzione erettile, ma anche per prevenire e trattare i sintomi dell’andropausa, fenomeno legato all’invecchiamento dei tessuti ed al calo del testosterone. Quindi, come abbiamo visto, ci sono molte somiglianze, ma anche alcune differenze sostanziali tra le due figure.
Per quello che riguarda la collaborazione con il sessuologo, sono importanti entrambe le figure. Infatti, sebbene il sessuologo si interessi soprattutto della sfera psicologica che riguarda i disturbi della sfera sessuale, è ovvio che non può prescindere, in molti casi, da una verifica delle funzionalità fisiologiche dell’apparato uro-genitale. Generalmente consiglio sempre ai miei pazienti un controllo dall’urologo, preferendo questa figura a quella dell’andrologo, per avere una visione generale di tutto l’apparato, per poi procedere, ove occorresse, alle specifiche indagini. In realtà, come abbiamo visto, ogni urologo è anche andrologo e viceversa, ma mentre l’andrologo è più interessato alla capacità riproduttiva del paziente, l’urologo tende a vedere più il quadro generale, ed è appunto per questo che in una indagine preliminare può essere preferibile.
Detto tutto ciò rimane palese che per qualsiasi tipo di disturbo voi possiate avere è sempre consigliabile rivolgervi in prima istanza al vostro medico di base che più di ogni altro saprà indicarvi qual è lo specialista più indicato al caso specifico.