Iperlordosi lombare: come curarla?

0
18484
2/5 - (172 votes)

La colonna vertebrale rappresenta il pilastro centrale del corpo umano, svolgendo principalmente funzione di sostegno del tronco.

Per chi lavora nell’ambito del benessere psico-fisico, come ad esempio il Personal Trainer, è di fondamentale importanza saper valutare la postura del proprio cliente, per apportare le giuste correzioni ai fini estetici o funzionali dello stesso.

La prima esigenza è la verifica della funzionalità del sistema posturale e dell’integrazione recettoriale dalla quale è governato, ai fini di attuare un programma di lavoro adatto alla risoluzione della problematica. I paramorfismi più frequenti sono quelli che rappresentano un aumento della curva dorsale e della lordosi lombare.

L’iperlordosi lombare è una patologia molto frequente nel sesso femminile, a causa della diversa conformazione ossea e delle abitudini culturali, come ad esempio l’uso dei tacchi alti, che spesso di associa a dolore acuto e cronico definito lombalgia. Siccome la lordosi lombare è in rapporto con l’osso sacro e quindi con il bacino, sarà fondamentale capire come funziona il bacino in statica e in dinamica in modo da poter capire quelli che sono i compensi della zona lombare. Le masse muscolari, che prendono inserzione sul bacino, sono artefici dei movimenti del bacino stesso indirizzandolo verso una retroversione (delordosizzante) o un’anteroversione (lordosizzante). Per risolvere la problematica dell’anteroversione del bacino e quindi correggere tale patologia si ci avvale della legge della “plasticità muscolare” di Borrelli-Weber-Fick, ovvero si lavora in accorciamento su quei muscoli che diminuiscono la lordosi (tutti quelli cioè che realizzano il movimento di retroversione del bacino), ischio crurali (semimembranoso, semitendinoso, bicipite femorale) cioè la parte posteriore della coscia, grande gluteo, grande adduttore e la parete addominale (retto addominale, obliqui interno ed esterno, traverso).

È importante lavorare invece in allungamento attraverso metodiche di stretching per detensionare la muscolatura responsabile dell’antiversione come i lombari (sacro spinale, rotatori lombare, multifido della spina, interspinali lombari), il retto del femore, l’ileo-psoas, il sartorio e il tensore fascia lata.

Oltre a eseguire esercizi di stretching e potenziamento, sono consigliabili sedute di ginnastica posturale per tentare non solo di allungare tutta la catena posteriore, che si estende dall’occipitale fino alle punte dei piedi, come ha studiato e scoperto Mézières, ma anche per correggere atteggiamenti errati.

 

di Mariano Russo

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.