La storia che stiamo per raccontarvi è particolarmente interessante sotto vari aspetti. Innanzitutto perchè riguarda la salute di una persona anziana, di 87 anni, Medico e Cardiologo, di cui non riveliamo il nome.
Poi perchè parleremo di innovazioni sul piano curativo cardiologico, che in questi anni stanno avendo un particolare sviluppo anche in Italia.
Veniamo agli antefatti. Lo scorso anno a metà settembre il nostro medico – di cui racconteremo la storia – in pieno benessere (ha condotto sempre una vita salutare per alimentazione e per attività fisica e motoria) ebbe dei disturbi riguardo la pressione arteriosa e la frequenza del battito cardiaco per cui decise di far ricorso ai colleghi della Cardiologia dell’Ospedale di Sorrento, di cui è Dirigente il dr. Costantino Astarita.
La Cardiologia di Sorrento
L’equipe di specialisti chiarì che il cuore del nostro uomo batteva in modo anomalo ed occorreva un freno alla sua frequenza eccessiva o lentezza insopportabile (per cui si poteva avere un improvviso collasso cardiocircolatorio).
Urgeva l’applicazione di un pacemaker fisso. Apparecchiatura che serve a regolare il ritmo cardiaco in modo permanente e viene applicata sul petto introducendo un cavo-elettrodo sino al cuore collegato ad una batteria di lunga durata. Fu così deciso dai colleghi – e accettato dal nostro uomo – di effettuare quanto era più opportuno fare, cioè la sistemazione dell’Apparecchiatura di controllo sul proprio petto. Il tutto fu fatto dal Cardiologo Aritmologo dr. Rino Stella ed andò in modo perfettamente regolare ai successivi controlli. Fu anche messo in evidenza una stenosi (occlusione) della valvola Aortica.
Il periodico controllo nell’anno successivo – 2017 sempre a Sorrento – ha rilevato il peggioramento della chiusura della stessa valvola cardiaca, quella che presiede all’espulsione del sangue dal cuore nell’Aorta e all’intera circolazione. Si tratta di un difetto che può colpire anche la Valvola Mitralica, situata tra l’Atrio e la parte inferiore del cuore, il Ventricolo sinistro, e che impedisce l’attività propulsiva del cuore per l’intero organismo. Può essere provocato da vari fattori: in giovane età dal Reumatismo articolare acuto e altre forme morbose, nell’anziano da processi degenerativi dovuti all’età.
La Cardiochirurgia
In questi casi chi viene colpito da alterazioni valvolari cardiache (occlusioni, dette Stenosi o cattive chiusure valvolari, dette Insufficienze), se ai rituali controlli cardiologici questa alterazione va oltre i limiti consentiti dall’attività cardiaca occorre far ricorso all’opera del Cardiochirurgo per l’intervento di sostituzione valvolare. Si attua in anestesia generale, a torace aperto con la circolazione extracorporea.
è un intervento di alta chirurgia, già da anni validamente attuato nei diversi Centri operatori italiani. Occorre precisare però che non sempre il paziente può affrontare tale intervento.
Vi sono diverse condizioni che non sono favorevoli, anzi ne possono impedire l’operazione: innanzitutto l’età superiore agli 80-85 anni, importanti malattie di interesse cardiovascolare, renali o di altri organi già avanzate e condizioni generali di salute molto precarie.
Cosa fare in questi casi?
Già da una decina di anni la Branca della Cardiologia, l’Emodinamica, si è interessata di questo problema cardiologico. Gli Emodinamisti riescono da tempo ad effettuare interventi di Angioplastica coronarica, definiti comunemente col ”palloncino” nel liberare le coronarie occluse prima degli infarti o dopo.
Quindi oggi anche nelle persone anziane, dopo gli 80 anni o con gravi alterazioni cardiache o di altri organi è possibile intervenire non a torace aperto, ma mediante dei sondini da un’arteria, come la Femorale all’inguine, raggiungere l’Aorta e quindi una valvola del cuore – Aortica o Mitralica – difettosa (troppo chiusa o troppo aperta) e sostituirla.
La TAVI
Oggi questo nuovo intervento è comune in molte parti del mondo, anche in Italia è ormai una pratica che si sta diffondendo.


La nuova valvola poi rimane bloccata sulla vecchia inefficiente gonfiando il palloncino dello stesso catetere.
Viene denominato come Impianto Valvolare Aortico Transcatetere -TAVI – in inglese “Transcatheter Aortic Valve Implantation” ed è una nuova possibilità di cura per tante persone inoperabili dal Cardiochirurgo. Si calcola che nel mondo vi siano ogni anno 50mila persone affette da stenosi Aortica severa e sintomatica, cioè con disturbi cardiaci molto gravi. Di queste circa 14mila vengono sottoposte all’intervento di Cardiochirurgia e di TAVI.
Il nostro medico, che stiamo seguendo per il suo disturbo cardiaco, affetto da stenosi della valvola Aortica molto serrata, dopo essersi rivolto ad un Cardiochirurgo ed aver avuto un diniego per una operazione chirurgica, pericolosa per l’età e possibili altri disturbi, ha deciso di affidarsi al Centro Cardiologico del Policlinico SAN DONATO milanese. Questo Centro, sotto la guida del dr. Francesco Bedogni e alcuni dei suoi collaboratori, i dottori Federico De Marco e Nedy Brambilla, da vari anni attua la TAVI, in particolar modo sugli anziani e con una statistica dei risultati molto favorevole nel tempo.
Seguiamo l’intervento
Occorrono meno di tre giorni per effettuare i necessari accertamenti dopo il ricovero nel Reparto di Cardiologia di San Donato: Elettrocardiogramma, Coronarografia, Tac aortica ed esami generali. L’intervento avviene in ambiente particolarmente sterile ed in anestesia locale. La sala è circondata da adeguate apparecchiature e numerosi monitor per seguire le varie fasi non solo dagli operatori, ma anche dallo stesso paziente.
I cardiologi Emodinamisti, a mezzo di un’apertura sulle arterie Femorali ai due lati dell’inguine introducono prima un catetere con una guida metallica per raggiungere l’Aorta e la stessa valvola difettosa, favorendone una adeguata dilatazione con un catetere a palloncino, quindi sempre per la stessa via un Elettrocatetere per raggiungere il cuore con un Pacemaker, nel caso occorra stimolare il battito cardiaco. Infine viene introdotto sempre a mezzo di un’arteria femorale la nuova valvola (del tipo biologica) sospinta da un catetere con estremità a palloncino sino alla sede della valvola inefficiente, dove viene fissata dalla dilatazione della testa del catetere. Il tutto avviene tra preparazione, anestesia locale e intervento completo nell’arco di un’ora.
A fine intervento il nostro paziente, di cui abbiamo seguito passo passo le singole operazioni, viene riportato in Unità coronarica, affidato ad un controllo continuo dell’attività cardiaca con adeguate apparecchiature ed infine dimesso dopo cinque giorni dalla sostituzione valvolare in buone condizioni di compenso cardiocircolatorio.
A intervento completato
A operazione finita e con un buon risultato il pensiero del nostro Medico Cardiologo, paziente per l’occasione, si è riportato al momento dell’intervento, circondato e tranquillizzato dagli operatori, ognuno con un compito preciso e con un fine unico, quello di ristabilire lo stato di salute compromesso del loro assistito.
Ed è una vera fortuna avere queste risorse umane a San Donato come in altri Centri clinici e ospedalieri italiani nell’interesse unico della vita umana, sia essa giovane che di età non più adatta per rimedi della Cardiochirurgia.
Grazie a loro questi sono i veri valori della vita!