Mamma ho paura di andare a scuola…

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G. ogni mattina quando la mamma lo sveglia per andare a scuola inizia a piangere, è inconsolabile, poi inizia a lamentare mal di pancia, di testa … quando la mamma preoccupata lo rassicura che non andrà a scuola, come per incanto tutto passa. G diventa collaborativo, gentile si sente benissimo…  il mattino seguente la storia si ripete, e così il giorno dopo, e quello, ancora, successivo, fin quando la mamma inizia a pensare che siano capricci. Ma quando questa dinamica si ripete per un periodo di almeno due settimane allora si può parlare di fobia della scuola.  Solitamente viene manifestata dai bambini che, per motivi apparentemente inspiegabili, si rifiutano di andare a scuola e quando si tenta in qualche modo di convincerli, reagiscono con un’intensa ansia e qualche volta anche con il panico. Tutto ciò molto spesso crea una forte incomprensione nel rapporto tra genitori e figli. Tale disagio si manifesta in modo differente secondo l’età, maggiormente intorno ai 5 – 7 anni di vita ed è più frequente nei bambini rispetto alle bambine.
Nella prima infanzia (asilo tanto per intenderci) il rifiuto si esprime solitamente con segni di grande ansia che dà luogo a forte agitazione: il bambino punta i piedi, strilla, piange disperatamente, supplica la madre, si oppone.  Per questo periodo dell’infanzia, però, è più corretto parlare di ansia di separazione. Essa fa generalmente riferimento a problematiche inerenti alle relazioni familiari e, in particolare, segnala la difficoltà del bambino a lasciare la madre sola.
La fobia della scuola propriamente detta, ha in genere esordio caratteristico in età di latenza (scuole elementari) e può  manifestarsi all’inizio dell’anno scolastico o improvvisamente  dopo un’assenza, una malattia, un avvenimento traumatizzante o avvenimenti scolastici negativi. In questo caso il bambino si mostra riluttante ad alzarsi, a vestirsi e a fare colazione. Esprime lamentele somatiche come cefalea, nausea, vomito, dolori gastrici e/o intestinali che gli“impediscono” di andare a scuola; il più delle volte, infatti, tali sintomi fanno in modo che non varchi nemmeno la porta di casa. Le costrizioni non sono utili ma anzi, rischiano di peggiorare la situazione. I sintomi si attenuano fino a scomparire quando il “pericolo scuola” è per il momento scongiurato. Il bambino, infatti, poco dopo essere stato rassicurato sulla sua permanenza a casa, inizia a giocare e diventa persino collaborativo; anche durante il fine settimana e le vacanze non manifesta sintomi. La fobia della scuola può essere scatenata anche da un avvenimento negativo a scuola, ma  trova la sua più probabile spiegazione in relazioni disturbate all’interno del nucleo familiare; è comunque l’espressione di un disagio interiore e come tale non è da sottovalutare. Il bambino non si rifiuta di svolgere i suoi compiti a casa e non necessariamente manifesta difficoltà nel rendimento scolastico. Se interpellato, spesso , non sa perché il solo pensiero di andare a scuola susciti in lui un’angoscia così grande. In questa situazione, ciò che fa è mettere in atto un meccanismo di difesa che gli serve per contenere un’angoscia dilagante, che viene così circoscritta su un qualcosa di esterno, che può essere da lui controllato. Perché il bambino esprime tutto ciò attraverso i suoi sintomi fisici? Perché è come se, inconsapevolmente, non riuscisse ad esprimere a sé e ad i suoi genitori la sua paura di andare a scuola, ed utilizzasse così i sintomi fisici per esprimere questo suo panico e, soprattutto, il disagio. Apparentemente le cause di tale paura per la scuola possono essere riscontrabili nel contesto scolastico: ad esempio la maestra è troppo severa, i compagni di classe sono troppo cattivi, e si prendono gioco di lui e così via. Queste sono delle motivazioni apparenti che possono trarre in inganno: la paura e l’ansia che il bambino prova, spesso non sono in relazione a ciò che accade a scuola, ma è il fatto di allontanarsi da casa e dalla famiglia che genera in lui un tale stato d’animo. In altre parole, il bambino si rifiuta di andare a scuola perché, molto probabilmente, in famiglia vive un forte disagio che non gli permette di allontanarsi serenamente, come ad esempio nelle situazioni di forte conflittualità tra i genitori, nelle quali egli può vivere una sensazione di precarietà, o a seguito di un lutto, o in presenza di una grave malattia di uno dei familiari, come anche in concomitanza della nascita di un fratellino che ha preso il suo posto. Questi sono tutti eventi che possono accentuare la sua ansia da separazione ed evocare forti fantasie di abbandono. Insieme a ciò, molto spesso, la fobia per la scuola nasconde dietro la paura del bambino di crescere ed il suo forte desiderio di rimanere un piccolo, sempre protetto da mamma e papà.  E’ sempre opportuno accogliere e contenere ciò che il bambino esprimere in simili circostanze, cercando di comprendere qual è il disagio sottostante, rassicurandolo rispetto ad esso ed esprimendo contemporaneamente fiducia nelle sue possibilità di crescita affettiva e quando necessario, per la messa in atto di  un intervento in grado di restituire serenità e benessere al bimbo e consentirgli di frequentare tranquillamente la scuola relazionale. Può essere utile in questo caso  rivolgersi  ad uno psicomotricista per un’attenta valutazione e se necessario un intervento che possa riportare serenità al bambino e riducendo i contrasti con i genitori.

 

di Daniela Caiafa

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