La pediculosi. Quel maledetto prurito alla testa…

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Mother treating daughter's hair against lice
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Tutto quello che volete sapere sui pidocchi

La pediculosi è una infestazione cutanea e del cuoio capelluto provocata da insetti del genere “pidocchio”. I pidocchi sono piccoli parassiti che vivono solo sull’uomo e si nutrono succhiandone il sangue.
Depongono le uova attaccandole al fusto dei capelli o dei peli, alla base dei quali si ancorano grazie agli uncini posti sulle zampe. Esistono in natura tre specie diverse di pidocchi: quello della testa (Pediculus capitis), quello del corpo (Pediculus humanus) e quello del pube (Phthirus pubis o “piattola”): quest’ultimo vive e si riproduce nel pelo del pube, delle ciglia e delle sopracciglia. La grandezza è di uno-tre millimetri, quindi sono molto piccoli, ma visibili ad occhio nudo.
La forma del corpo è appiattita, e ha sei arti, alla cui estremità si trova un’unghia a forma d’uncino, con la quale si fissa sul capello. L’apparato buccale è costituito da un rostro pungente atto alla suzione. Il rostro introdotto nella cute si fissa attraverso piccoli denti mobili. La testa presenta due piccole antenne che hanno il compito di rilevare la temperatura ed orientare il parassita nell’individuare il cibo ed il partner, ed un rudimentale apparato visivo che probabilmente ha lo scopo di percepire soltanto le variazioni di luce, infatti la deposizione delle uova avviene al buio.
Habitat naturale del pidocchio è la cute umana, soprattutto quella del cuoio capelluto e delle zone ad alta densità di peli, dove il calore, l’umidità ed il buio costituiscono le condizioni ottimali per la sua riproduzione.
La giusta temperatura dell’organismo ospite è un fattore di vitale importanza, infatti il pidocchio abbandona immediatamente la testa in caso di forte rialzo termico. Fuori dal suo habitat il pidocchio ha solo poche ore di vita.
Il ciclo vitale del pidocchio è di circa 1 mese e si sviluppa in 3 fasi: la fase delle uova o lendini, la fase delle ninfe e la fase adulta.
L’intero ciclo di vita è di venti giorni per il maschio e quaranta per la femmina. Le uova possono vivere per più di 2 settimane sull’uomo. Le uova sono fissate alla radice dei capelli mediante una secrezione vischiosa insolubile all’acqua. La schiusa delle uova avviene dopo circa dieci giorni dalla deposizione (7-14).
Il pidocchio diventa adulto e riproduttivo dopo due settimane. La femmina depone circa dieci uova al giorno per tutta la sua esistenza.
La pediculosi rappresenta una infestazione comune: dai 6 ai 12 milioni di bambini tra i 3 e gli 11 anni ne vengono colpiti ogni anno nel mondo, sia nei Paesi ricchi che in quelli in via di sviluppo. Sono più colpiti i bambini in età prescolare e scolare (3-11 anni) e le bambine più dei maschi, probabilmente a causa dei capelli lunghi.
La propagazione avviene solo per contatto diretto (non volano da una testa all’altra!), direttamente da persone già infestate oppure attraverso contatto con i loro capi di abbigliamento come cappelli, sciarpe, cappotti, o la biancheria da letto come cuscini e lenzuola, o effetti personali come pettini.
Le condizioni ideali per la trasmissione dei pidocchi vengono a crearsi quando, in una comunità in genere sovraffollata, si vive in promiscuità, a stretto contatto. Il pidocchio del capo si diffonde perciò facilmente nell’ambito di un nucleo familiare, specialmente se numeroso, o nelle comunità infantili tra i bambini.
Naturalmente trasmissioni accidentali di pidocchi possono avvenire in molti altri modi, per esempio in locali pubblici o mezzi di trasporto particolarmente affollati, ma anche in maniera indiretta attraverso cuscini, imbottiture di sedie e poltrone, materassi, coperte, asciugamani, abiti, spazzole, pettini e tavolette del water nei bagni pubblici.
Da un punto di vista epidemiologico, però, questi casi ricoprono una scarsa importanza, anche perché i pidocchi vivono poco al di fuori del loro habitat. Il meccanismo di trasmissione principale rimane dunque il contatto diretto. I pidocchi non sono sinonimo di sporcizia! Possono colpire chiunque, indipendentemente dall’età, la classe sociale e il grado di igiene personale o lo stato di pulizia degli ambienti casalinghi.
è da sfatare il mito che la pediculosi sia indice di scarsa pulizia, infatti sembra che il capello più sporco, cioè con maggiore quantità di sebo sulla sua superficie, sia meno recettivo al pidocchio!
I pidocchi sono specie-specifici: è impossibile essere infestati dai pidocchi degli animali, come quelli del cane o del gatto, in quanto ogni specie ha i suoi pidocchi. Unica fonte di nutrimento per il pidocchio è il sangue umano, che aspira pungendo il tessuto cutaneo. Durante la puntura, il pidocchio secerne una sostanza che ha la proprietà di anestetizzare la cute, per cui la presenza del parassita non viene avvertita, e inietta inoltre una sostanza anticoagulante che rende il sangue fluido durante la suzione.
La suzione si protrae per diverse ore; la quantità succhiata è di circa 1 mg, un’enormità rispetto alla massa del parassita. Il pidocchio compie “il prelievo” due volte al giorno e per tutta la durata della sua vita.
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Le uova, dette lendini, sono di colore chiaro, hanno una forma a pinolo e misurano circa 1 mm. Le femmine del pidocchio depositano le lendini alla radice dei capelli o dei peli, in gran parte dietro le orecchie e sulla nuca, e le fissano grazie a una sorta di colla resistentissima che secernono. Possono deporle anche sulla fine peluria degli indumenti, particolarmente su quelli di lana. Dalle uova deposte in circa 7-15 giorni nascerà una nuova generazione di parassiti. Nel corso di un mese, ogni femmina depone sull’ospite dalle 80 alle 300 uova. Le lendini, che rimangono attaccate ai capelli, seguono la crescita di questi ultimi. Misurando la distanza delle lendini dal cuoio capelluto, si può calcolare approssimativamente da quanto tempo è in corso l’infestazione, dato che i capelli umani crescono circa 1 cm al mese.

A livello di indumenti, i parassiti aderiscono a maglie, canottiere, corpetti e mutande, ma anche nel cavallo dei pantaloni e nelle maniche delle giacche, oltre che agli effetti letterecci. I sintomi: prurito del cuoio capelluto, rigonfiamento delle linfoghiandole della nuca, presenza di piccoli puntini bianchi (uova, o lendini) sul capello, difficili da togliere perché adesi. Possibili complicazioni: infezione secondaria della pelle dovuta ai graffi per l’intenso prurito nella zona interessata, ma non portano alla diffusione di altre malattie. Come riconoscerli? Attraverso un’accurata ispezione del cuoio capelluto. Le più facili da individuare sono le lendini, che solitamente si ritrovano attaccate ai capelli della nuca e a quelli intorno alle orecchie, dove le condizioni di temperatura e umidità sono più favorevoli alla schiusa. I pidocchi presenti sul cuoio capelluto e sui tessuti di biancheria e abbigliamento possono essere difficili da scovare. Può essere necessario, utilizzando guanti monouso, esplorare la testa sotto una luce forte, magari con una lente d’ingrandimento. Vanno ripartiti i capelli in ciocche fino al cuoio capelluto, cercando sia il movimento dei pidocchi sia le loro uova, con particolare attenzione nella parte superiore del collo e dietro alle orecchie, i posti dove è più comune si trovino le uova.

Il trattamento è consigliato anche se si trova un solo uovo. In commercio esistono polveri, shampoo, lozioni o spray. Dopo l’uso dell’insetticida, bisogna passare un pettine a denti fitti per eliminare le uova e i pidocchi uccisi. è opportuna una seconda applicazione 7 giorni dopo la prima, per uccidere i pidocchi nati dalle uova schiuse dopo il primo trattamento. Le sostanze chimiche alla base di tutti i prodotti topici si suddividono in 3 categorie:piretrine naturali, piretroidi (piretrine di sintesi), malathion. A questi va aggiunto Il dimeticone, derivato dal silicone, che, se applicato sul cuoio capelluto e per tutta la lunghezza dei capelli, ricoprendo il pidocchio completamente ne favorisce l’eliminazione per soffocamento. Quest’ultimo principio attivo essendo ben tollerato e privo di effetti collaterali è indicato per i bambini molto piccoli ed in gravidanza.

Come formulazione, il solo uso dello shampoo non è consigliabile in quanto il tempo di contatto con il cuoio capelluto è molto breve e poi perché il principio attivo si diluisce con l’acqua rendendolo meno efficace. Conviene abbinare lozione e shampoo.
Sta aumentando il fenomeno della resistenza ai farmaci: in tal caso si deve scegliere un altro prodotto, di un’altra classe, per debellare l’infestazione.

Tagliare i capelli non è un’azione necessaria, se non per il fatto che i capelli corti facilitano il trattamento della pediculosi. Una parte importante del trattamento è la rimozione delle lendini dopo l’applicazione del prodotto. Questa operazione può essere fatta manualmente o aiutandosi con un pettine fitto bagnato di aceto caldo. L’aceto grazie al ph acido discioglie la sostanza adesiva che fissa le lendini al capello. Prima di fare questa operazione, si è trovato che strofinare l’olio d’oliva nei capelli o fare passare il pettine di metallo attraverso la cera d’api contribuisce a rendere le uova più facili da rimuovere. I pettini di metallo sono più forti e più efficaci di quelli fatti di plastica. Importante anche la bonifica ambientale: lavare tutti i vestiti e la biancheria da letto in acqua a 60 gradi con del detergente, ripetendo il trattamento dopo 7-10 giorni, ossia il tempo di incubazione delle uova.
A volte, gli insetti o le loro uova si nascondono in posti come i tappeti, che pure vanno puliti regolarmente.

Per la prevenzione, se un membro della famiglia è affetto da pediculosi bisogna controllare la testa a tutti, e avvertire immediatamente la scuola del bambino, in modo che anche gli altri compagni di classe siano controllati. Per prevenire la pediculosi bisogna invitare i bambini ad evitare la condivisione di pettini, spazzole, cappelli, sciarpe e indumenti. Non serve trattare preventivamente i soggetti che non hanno ancora contratto i parassiti, è anzi controproducente perché potrebbe indurre resistenza per un futuro trattamento.

I bambini infetti non dovrebbero essere ammessi a scuola fino a quando i pidocchi sono stati completamente debellati. Non servono prodotti preventivi capaci di impedire al pidocchio di infestare una persona. Le ragioni della recrudescenza delle pediculosi sono molteplici: le attuali abitudini di vita con aumentata permanenza in posti affollati (luoghi di lavoro, scuole, mezzi di trasporto, palestre), l’uso massiccio di prodotti antipediculosi che sta rendendo i pidocchi sempre più resistenti. I metodi naturali come l’aceto, la maionese, i balsami non sono efficaci nel debellare la pediculosi, tuttalpiù possono alleviare i sintomi come prurito ed irritazione cutanea.

E c’è una novità: è allo studio di un equipe americana un pettine-phon, ossia un pettine a denti fitti in grado di emanare aria calda a 60°, che passando tra i capelli sarebbe in grado di distruggere il 98% delle lendini e l’80% dei pidocchi adulti.

 

di Carlo Alfaro

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