Trekking urbano a Sorrento

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La guida escursionistica Nino Aversa ci illustra vari itinerari da percorrere per scoprire bellezze attraverso il trekking sorrento.

La città di Sorrento conserva tracce di storia lungo tutte le sue strade. Già la sua costruzione è molto interessante, dato che segue il classico schema romanico dei Cardini e dei Decumani, e sarebbe molto importante approfondirne la conoscenza dai molti libri che ne descrivono la storia nelle varie epoche.
trekking_sorrento1 Ma, nella stessa città, ci sono alcuni particolari quasi dimenticati ma molto importanti. Tra tutti vi segnalo di visitare i ninfei Romani a Marina Piccola ed il palazzo Veniero in via Pietà. I primi sono sotto l’hotel Sirene e sono liberamente accessibili attraverso gli stabilimenti balneari d’estate e con un passaggio aperto sotto le strutture d’inverno mentre, per il palazzo Veniero, basta alzare gli occhi entrando in via Pietà dalla piazza Tasso. I ninfei costituivano le uscite a mare di un’immensa villa romana che comprendeva l’hotel  Sirene, tutta la piazza Vittoria e l’edificio dell’attuale istituto S.Paolo. Sono ben visibili le tre arcate scavate nel tufo collegate fra loro da cunicoli e canali che permettevano giochi d’acqua e frescura ai luoghi frequentati nelle ore calde dai ricchi patrizi.
Il palazzo Veniero è stato costruito nel XII Secolo, circa 900 anni fà, ed ha una facciata molto interessante e particolare costituita da un sistema di intarsio architettonico che, con i vari colori del materiale usato per la costruzione, forma decorazioni e figure geometriche.
trekking_sorrento5Ma, oltre alle interessanti tracce conservate nella città, ci sono gli antichi collegamenti tra i casali che conservano intatte le forme architettoniche ed agricole di un’epoca florida. Molti non conoscono le zone di Casola, Lavaturo, S.Valerio, Baranica, Li Simoni e Parise. Queste sono tutte collegate tra loro da antichi percorsi, fortunatamente intatti, dato che non sono stati intercettati dalle costruzioni delle nuove strade.
Tra i tanti itinerari che si possono organizzare per visitarli ve ne segnalo due di almeno mezza giornata. Il primo parte dalla zona di Sottomonte, vicino alla chiesa di S.Pietro a Mele, dove inizia una piccola scala che conduce verso la zona di Casola. Si intercetta una strada che corre parallelamente al Corso Italia per centinaia di metri fino ad incrociare le scale che salgono verso Casarlano. L’antica scala, contornata da alberi di carrubi (Sciuscèlle), offre un panorama eccezionale sulla città ripreso già nei dipinti dei paesaggisti dell’800. Giunti a Casarlano è d’obbligo fare una visita alla chiesa che conserva, lungo tutta la navata di destra, la sua forma architettonica originale fatta di colonne e fregi di tufo che riportano ad antichi splendori. Il percorso prosegue fino alla zona di Baranica, frazione  formata da antiche costruzioni e collegamenti fra zone agricole. Al centro del borgo c’è la piccola chiesa di S.Biagio e qui bisogna svoltare verso via Cala e cominciare a scendere verso valle. Si attraversano strade delimitate da antichi muri a secco (mangiarine), aranceti ed oliveti fino a raggiungere Cesarano attraversando via Palomba. Il punto più basso corrisponde con il passaggio del piccolo ruscello lungo un letto di pietre di basolato. Qui venivano le donne a lavare i panni usando l’acqua del rivolo come raffigurato nelle stampe di Sorrento dell’800. Da Cesarano al centro di Sorrento si costeggia il vallone, attualmente colmato, che poi sfocia al porto.
Un escursione più lunga e panoramica parte da Cesarano dove, di fronte alla struttura sportiva, inizia via Vecchia Atigliana. Subito ci troviamo immersi in un’atmosfera antica fatta di alti muri di tufo e strade lastricate di pietra, scavate a trincea tra gli aranceti. Le prime abitazioni che si incontrano hanno archi e forme antiche ed anche la cappella di S.Anna è posta in un luogo insolito. La salita si fa più impegnativa dato che l’attuale manto ha coperto le antiche scale e, a seguire, percorre un tratto cementato costruito per la messa in opera di una tubatura moderna. La quota si conquista rapidamente ed il panorama si apre su tutta la Penisola fino a vedere chiaramente la forma del golfo di Napoli. Un incontro interessante è una calcara insolitamente costruita in tufo. Queste strutture erano delle fornaci dove si “cuocevano” le pietre calcaree per trasformarle in calce e funzionavano direttamente in montagna dove si servivano delle pietre locali e della legna dei boschi. Il percorso continua a salire verso le zone collinari costeggiando una piccola grotta. La leggenda dice che da queste parti c’era il cosiddetto “munaciello”, una forza misteriosa che percuoteva i giovani che passavano di notte, ma una testimonianza verbale ci riporta alla realtà dicendo che le botte provenivano dai fratelli delle belle ragazze di S.Agata che non volevano gli incontri con i giovanotti sorrentini.
trekking_sorrento4Si giunge alle prime case di S.Agata, nella zona di Zatri e si percorre la strada che arriva all’incrocio tra via Nastro Azzurro e via Nastro Verde. Un giro nel centro del paese per visitare il prezioso altare e si imbocca via Termine per cominciare la discesa verso Sorrento. Appena imboccata la strada già si nota la parte più antica del paese ed anche la casa che ospitò il famoso poeta Salvatore di Giacomo. La discesa permette una vista molto panoramica sulla Penisola e rende piacevole il cammino. Questa zona è piena di uliveti e finisce in una valle fino alla zona del Circumpiso. Un’altra leggenda diede il nome a questa zona infatti il toponimo deriva da “Cierco (quercia) dell’appeso” a ricordo di un’ipotetica impiccagione. La strada, via Talagnano, termina in località S.Lucia, a fianco della chiesa, dove esiste ancora una struttura che comprende un’antica torre di avvistamento aragonese con un portone molto interessante.
Questi percorsi fanno riscoprire le sensazioni, i profumi ed i panorami per i quali Sorrento è diventata famosa nel mondo. I Greci, i Romani, i Francesi, gli Spagnoli ed i viaggiatori del Grand Tour dell’800 sceglievano Sorrento per il clima, l’agricoltura e l’ospitalità della gente e, su queste caratteristiche, si è costruito un sistema turistico che ancora attira viaggiatori da tutto il Mondo. Ma bisogna saperlo difendere.

 

di Nino Aversa

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