La Medicina e per essa i progressi della Cardiologia non sono riusciti ancora a debellare una malattia quanto mai insidiosa e che senza apparente clamore riesce a colpire la parte interna del cuore e le sue valvole, alterandone la normale attività sino al suo grave scompenso. E cosa più grave con maggiore frequenza nei soggetti già affetti da cardiopatie congenite. Parliamo della Endocardite, che interessa la guaina rivestente l’interno del cuore: le pareti e le valvole, con produzione di particolari escrescenze denominate vegetazioni, che in seguito alterano il normale flusso di sangue. Si possono avere pertanto sia restringimenti delle valvole (Stenosi) o incontinenze (Insufficienza) o ambedue (Stenoinsufficienza). Molto più frequente viene impegnata la valvola Mitrale, che separa l’atrio sinistro con il sottostante Ventricolo sinistro, e la valvola Aortica, che separa lo sbocco del ventricolo sinistro con l’Aorta.
Le cause dell’Endocardite
Le cause sono diverse e vanno da quelle infettive causate da batteri a quella rara provocata da funghi. Quella più frequente è la Malattia Reumatica, nome che ha sostituito quello precedente di “Reumatismo Articolare Acuto” ed ha come responsabile dell’infezione un batterio, lo Streptococco Beta emolitico di Gruppo A (denominato in modo abbreviato S.B.E.G.A). Talvolta vengono chiamati in causa anche altri batteri, come lo Stafilococco e Pneumococco. Quasi sempre l’infezione parte da una localizzazione bocca-gola-tonsille.
Una malattia subdola
Negli anni passati e forse ancora oggi questa grave localizzazione al cuore non veniva presa in considerazione per la blanda insorgenza. Come primo momento infatti si presenta una banale infiammazione tonsillare o mascellare, ma anche in altre parti del corpo, che può sembrare anche guarita con le cure. In tal modo si può stabilire una infezione cronica, senza segni evidenti, con focolaio contenente depositi di batteri, cosiddetti “foci”. Come secondo tempo può comparire – ma non sempre – una manifestazione dolorosa reumatica alle articolazioni, prima ad una e poi alle altre, con attivazione di tutte le prove reumatiche nel sangue. Terzo tempo: localizzazioni di escrescenze (vegetazioni) sulle pareti del cuore e sulle valvole con alterazioni del flusso sanguigno intracardiaco. A questo punto i primi sintomi generali e cardiaci dell’individuo: aritmie del battito cardiaco e la rilevazione di soffi all’ascoltazione del cuore portano alle necessarie indagini e ad una precisa diagnosi. Se prosegue la malattia può dare anche segni di interessamento cerebrale con alterazioni cognitive e neuromuscolari tipo Còrea.
I sintomi e accertamenti
La manifestazione della Endocardite può avere un decorso lento o un esordio acuto. I sintomi più evidenti sono la febbre, stanchezza, mal di testa, dolore alle articolazioni e ai muscoli, sudorazione notturna, pallore, perdita di peso.
È possibile ascoltare un soffio al cuore per le localizzazioni valvolari (Stenosi o Insufficienza valvolare).
Per scoprire l’andamento iniziale della malattia e l’eventuale interessamento del cuore occorre indagare su due campi: quello della localizzazione settica a livello della bocca, denti, tonsille, gola o altra sede.
Vanno praticate indagini di sangue: conta dei Globuli bianchi, VES, Proteina C Reattiva (PCR), Titolo antistreptolisinico (TAS); prove ematiche che se elevate danno la conferma di un’attività infiammatoria dell’organismo.
Anche il tampone faringeo o su focolai infettivi può mettere in evidenza il tipo di batteri in atto e l’antibiogramma guiderà il medico per una cura di antibiotici più efficaci.
Utile poi è anche l’osservazione cardiologica che viene effettuata dalla visita specialistica del Cardiologo con il controllo dei valori della Pressione arteriosa, valutazione dei polsi, l’ascoltazione di eventuali soffi al cuore e del ritmo cardiaco, Esami specialistici (Elettrocardiogramma, Ecocardiogramma, Telecuore) ed altre indagini più sofisticate.
La cura e prevenzione
La possibilità di prevenire il primo attacco o le ricadute della Malattia reumatica hanno costituito un grande successo per la riduzione delle complicanze cardiache. E questo sia per l’individuazione dei “foci” infettivi ed il conseguente trattamento antibiotico mirato, come la Penicillina (Benzatin-Penicillina): mai evidenziata la “resistenza” dei batteri a questo antibiotico.
Utile poi nell’affrontare e bloccare le prime manifestazioni dolorose alle articolazioni si è rivelato l’Acido Acetilsalicilico, senza arrivare nei casi più resistenti al trattamento con Cortisone. Per le alterazioni valvolari che ostacolano la normale attività cardiaca occorre infine l’intervento del Cardiochirurgo, che provvederà alla sostituzione della valvola interessata.
In conclusione non deve essere sottovalutato l’iter dell’Endocardite sin dal suo inizio subdolo per evitare spiacevoli sorprese in futuro. Questo vale tanto per le persone adulte quanto maggiormente per i piccoli allorchè hanno ripetute infiammazioni alla gola, ai denti o alle tonsille.