Anche il cuore talvolta perde i freni e va fuori controllo. Dobbiamo preoccuparci?
Le malattie cardiovascolari, riguardanti il cuore, le arterie e le vene, costituiscono ancora oggi una delle cause più comuni di malattie e mortalità.
Negli ultimi venti anni i progressi, anche importanti, per lo studio e le cure di queste patologie non sono mancati. Secondo gli ultimi dati statistici ogni anno muoiono in Europa per malattie cardiovascolari più di 4,3 milioni di persone, con una percentuale del 54 per cento donne e 43 uomini. In Italia provocano il 43 per cento di decessi tra le donne e il 35 per cento tra gli uomini.
Molta importanza hanno assunto in questi ultimi tempi le alterazioni del battito cardiaco, sia con un aumento molto forte della sua frequenza che un notevole rallentamento della stessa. Il più delle volte, specie nei giovani, si tratta di manifestazioni non preoccupanti dovute a stati di particolare tensione nervosa (periodi di esami, incontri importanti) ma anche dovute a processi patologici del cuore e di altri organi (ipertiroidismo).
Fibrillazione atriale
Una forma frequente di aritmia, specie negli anziani e nei cardiopatici, è la Fibrillazione atriale, caratterizzata da un’aritmia totale, con un’attività diversa tra gli Atri (le due cavità superiori del cuore) che hanno perso la capacità contrattile per cui hanno solo un movimento superficiale ed i Ventricoli (le cavità inferiori comunicanti con gli Atri) che si contraggono in modo irregolare con alta o bassa frequenza e con una ridotta “portata” (quantità di sangue) sospinta dal cuore nell’Aorta. Ciò comporta la possibile formazione di microcoaguli negli Atri, con embolie che raggiungono il cervello e possono causare gli Ictus. Questi sono caratterizzati da processi occlusivi (ischemici) di vasi del cervello per cui determinano gravi paralisi di parti del corpo e anche della parola, a secondo del distretto vascolare cerebrale interessato dalla mancanza di sangue arterioso.
Per tale motivo nei soggetti con Fibrillazione atriale viene attuato un trattamento anticoagulante continuo per evitare la formazione di coaguli. Inoltre l’eccessiva frequenza del battito cardiaco o il suo rallentamento e la ridotta quantità di sangue in circolo possono determinare abbassamento della pressione arteriosa e disturbi come collassi e svenimenti.
Vari tipi e Sintomi
In base alla durata dell’Aritmia si distinguono vari tipi di Fibrillazione: quella di prima diagnosi (non nota in precedenza), Parossistica (caratterizzata da episodi che cessano nell’arco di pochi giorni), Persistente (di lunga durata) e Permanente (presente da vari anni e resistente ai vari trattamenti). Il sospetto della Fibrillazione atriale sorge allorchè compare palpitazione, affanno (non sempre) e al polso non si rileva più il battito regolare e ritmico ma solo una irregolarità. La diagnosi viene fatta mediante l’esame elettrocardiografico che mette in evidenza la scomparsa delle contrazioni degli Atri ma solo un’attività fibrillante ed una contrazione aritmica dei Ventricoli. La sintomatologia varia da persona a persona. Nei soggetti più giovani talvolta non rivela alcun sintomo.
Le cure della Fibrillazione
La Fibrillazione atriale va controllata ed a secondo del tipo così va affrontata. Per quelle forme parossistiche in un soggetto sano il più delle volte il ripristino del ritmo normale (Cardioversione) avviene nel 60 per cento dei casi dopo alcune ore dall’episodio acuto. Per le forme resistenti ed nei soggetti cardiopatici vengono impiegati i farmaci antiaritmici per ottenere la Cardioversione. Quando v’è una resistenza a questo trattamento viene attuata la Cardioversione elettrica, applicando il Defibrillatore. In tal caso va attuata precedentemente un trattamento con farmaci anticoagulanti per prevenire il distacco di trombi dagli Atri.
Tale trattamento viene attuato, come abbiamo accennato in precedenza, anche in quei casi che la Fibrillazione è permanente sempre per prevenire il Tromboembolismo. Va anche ricordato che per i farmaci impiegati nel mantenere il sangue più scoagulato si attua un periodico controllo della coagulazione del sangue in modo da non andare oltre certi parametri. In questi anni sono già impiegati con successo nuovi medicinali per i quali non occorre questo controllo.
Progressi e tranquillità
Oggi v’è anche la possibilità di usare al posto dei farmaci antiaritmici la ablazione delle fibre conduttrici intracardiache sia con la Crioablazione (Cryoballon) che con la Radiofrequenza. I risultati sono buoni non solo per una migliore vita del paziente ma anche economici per le spese annuali dell’Assistenza Sanitaria.
In conclusione volendo dare un giudizio finale dopo questa nostra breve panoramica sulla Fibrillazione atriale possiamo rassicurare i nostri lettori che si tratta certamente di un’alterazione del cuore che può preoccupare non poco la persona che ne viene colpita – anche se talvolta viene scoperta solo per caso – ma che oggi la Cardiologia può innanzitutto evidenziare questa aritmia quando diviene pericolosa per le sue complicanze e poi seguirla nel tempo nel modo migliore con tutti i moderni rimedi.
Pertanto si può convivere con essa normalmente non trascurando negli anni i necessari controlli cardiologici.